Le interviste: Maurizio Crozza |
a cura delle
Fave Romane
|
Il 16-3-2005
in occasione dello spettacolo "Ognuno è libero", in cartellone al Teatro Olimpico
di Roma, il poliedrico attore Maurizio Crozza ha risposto alle domande delle Fave
Romane, curiose di conoscere qualche aneddoto relativo alla sua storia artistica.
Dalle sublimi invenzioni dei Broncoviz alle più recenti esperienze televisive,
cinematografiche e teatrali, passando naturalmente per le collaborazioni con Elio
e le Storie Tese e Rocco Tanica.
Domanda: Parlaci del tuo spettacolo "Ognuno è libero".
Come mai la scelta di prendere spunto da alcune canzoni di Tenco?
Risposta:
Siete rimasti indietro perché non c'è più Tenco nello spettacolo;
è rimasto solo il titolo "Ognuno è
libero", che è quello di una sua canzone. Ci siamo resi conto che in realtà
di Tenco si può al massimo fare un bis alla fine dello spettacolo.
Io avevo scelto brani del periodo in cui lavorava con l'etichettaa Saar; sono canzoni strane,
stravaganti, sempre venate di malinconia ma leggermente più ironiche.
Solo che non funzionavano, essendo un po' troppo datate;
non avevano quella potenza che ha la canzone di De Andrè o di Gaber, per
cui abbiamo lasciato perdere. Poi naturalmente - dal momento che
mi sono trovato con tantissimo materiale - ho fatto un po' di ricerca.
Questo spettacolo lancia la tesi che l'uomo non si è
ancora evoluto, per cui tremila anni fa c'era Platone e oggi c'è
Buttiglione, che si crede un filosofo solo perché è
brutto. Questo è un po' il senso dello spettacolo, nel corso del quale si alternano
personaggi che ci dimostrano che l'uomo non si è evoluto: Pavarotti, Bush,
Zichichi, rappresentante della scienza e dunque, teoricamente, simbolo dell'evoluzione,
che però quando parla non riesce mai a far capire cosa sta dicendo,
un po' perché è difficile divulgare la scienza, un po' perché ha proprio
dei problemi nel comunicare. Questo è lo spettacolo.
Quindi da Tenco si è passati a Savino Cesario e
Rocco Tanica che sono i tuoi collaboratori
Sì.
D: La satira, oggi, è completamente libera di esprimersi?
R: No!
In teatro?
Sì!
Gli stessi personaggi in televisione incorrono in censure?
Non si può dire niente, lo sappiamo. Nessuno può dire
niente. Tutti vanno in punta di piedi, ci sono i bambini che guardano, è
ora di cena, allora stai attento. In teatro sei più libero.
Ma in "Quelli che il calcio" ti hanno mai imposto delle limitazioni?
No, no mai.
In RAI non hai mai subito pressioni?
No mai.
Quindi è una tua scelta quella di prendere in giro ma senza esagerare?
In RAI abbiamo sempre fatto quello che abbiamo voluto, dando anche
delle belle bordate a tutti.
D: Come hai deciso di intraprendere la carriera di attore?
R:
Quando avevo sedici anni facevo ridere la gente. Mia moglie (Carla
Signoris, ndr) mi ha detto: "Guarda Mauri che tu devi far l'attore".
Avevamo sedici anni, eravamo in compagnia insieme e allora ho iniziato a fare
i provini alla Scuola di Recitazione dello Stabile. Mi sono presentato per tre anni.
Il terzo anno mi hanno preso, dicendomi: "Che cazzo vuoi, sei ancora
qui?", e io: "Sì". Comunque ho fatto un bel provino e mi hanno preso.
Da lì ho iniziato. Si parla di 27, 28 anni fa.
Poi sono nati i Broncoviz.
Poi l'Archivolto in Teatro, poi i Broncoviz e poi tutto il resto.
D: Recentemente abbiamo letto un'intervista in cui dicevi che non
avrebbe più senso ricostituire i Broncoviz
R:
No.
Ma come mai le produzioni dei Broncoviz non sono mai state pubblicate in DVD
o videocassetta?
Non lo so, siamo un po' snob noi genovesi, ci dà fastidio
fare queste cose. Entri in libreria e vedi i libri dei comici, i DVD dei comici...
Sembrerebbe proprio questo tipo di merce. Ma forse è vero, bisognerebbe
farlo, avete ragione.
Sarebbe un prodotto di qualità, comunque molto avanti. Oggi è
difficile trovare una comicità come quella.
Sì avete ragione.
Ho sempre avuto una curiosità sul nome Broncoviz: è un omaggio
al film "Ridere per ridere" (The Kentucky Fried Movie, ndr)..
..di John Landis! Sì, sì, è lui: Samuel L. Bronkowitz. Abbiamo
tolto "Samuel L." ed è rimasto Broncoviz!
D: Come sei venuto in contatto con Elio e le Storie Tese?
R:
Se non ricordo male, li ho sentiti la prima volta nel 1985, o nel 1986.
Giravano delle cassette con le registrazioni dei loro concerti. Poi, forse
nel 1988, c'è stata una serata al Rolling Stone di Milano, che si chiamava
"Full Immersion di Teatro Demenziale", e c'eravamo anche noi dell'Archivolto di
Genova, anche se non ci chiamavamo ancora Broncoviz. Io e Ugo Dighero avevamo
scritto una "Cenerentola" rock di cinque minuti, un sunto rockeggiante della
versione originale, e un'opera lirica che si chiamava "L'Infausto". Eravamo
vestiti da alberi. Nel corso di questa serata di rock demenziale si esibivano
gli Skiantos, gli Elii, i Pigeon Drop, i Figli di Bubba. Poi arrivammo noi
vestiti da alberello. La cosa più demenziale l'abbiamo fatta noi.
Tutti suonavano con cinquemila watt (avete presenti gli Skiantos?). La
platea era formata da gente a torso nudo, con il gilet di pelle, esaltata
dai cinquemila watt. Siamo entrati noi, a voce nuda, senza amplificazione,
vestiti da alberelli:
"Buonasera
signorinaaaa..."
Dopo un minuto tutti questi energumeni iniziarono a cercare oggetti
da lanciare sul palco. Pioveva di tutto, dalle bottiglie alle lattine, e ci
gridavano frasi del tipo: "Andate affanculo, merde, trovatevi un lavoro,
andate in fabbrica, bastardi!".
Un successo!
Noi comunque abbiamo portato a termine l'esibizione, ci guardavamo e morivamo
dal ridere. E dietro le quinte c'erano gli Elii. Figurati, questa č stata la prima
volta che ci siamo visti, nel 1988.
Poi ci sono stati Mai Dire Gol, il film con la Gialappa's Band
"Tutti gli uomini del deficiente" e
successivamente l'idea di scrivere qualcosa con Rocco Tanica.
Sì esatto. Con Rocco ci sentivamo di tanto in tanto. Non mi ricordo
precisamente come sia nata la collaborazione. A Mai dire Gol abbiamo iniziato a
vederci più spesso. Una sera ci siamo incontrati a casa di Rocco, io, lui
ed Elio, e abbiamo improvvisato per un'ora e mezza, inventando le canzoni di
Sanremo. E' stato bellissimo. Io ed Elio presentavamo i brani in perfetto stile
sanremese: "di Franzini, Mentecatti, Orgozolo, Mentecatti: Mia mamma si droga
tanto. Canta Federico Vinti", oppure "canta Evidenziatore". Abbiamo registrato
una cassetta, ma non so se la troverò più, forse l'ho smarrita.
Era fantastica.
Potrebbe essere inserita tra gli extra di un ipotetico DVD dei Broncoviz.
Sì, quel reperto andrebbe inserito da qualche parte.
Poi c'è stato anche il disco
"Olmo and Friends"...
"Olmo and Friends", e poi naturalmente "Cicciput".
"Cicciput"! Puoi dirci come è
nata l'idea dello sketch sulla Toscana?
Loro stavano lavorando su alcune idee, e mi hanno dato una cosa da leggere. Io
ho detto: "ragazzi, non mi fa tanto ridere, cosa ci inventiamo, cosa facciamo?".
Poi ho proposto: "facciamo una cosa tipo: la Toscana, non portare via un sasso
dalla Toscana...". Abbiamo acceso un microfono, mi sono messo lė, e ho
improvvisato. "Non portare via un sasso dalla Toscana...". Abbiamo registrato
per un'ora. Io ridevo perché loro erano di fronte a me, ed erano piegati
in due dalle risate; pure io ero piegato, e non riuscivamo a finire 'sta cazzo di
Toscana. Poi è rimasto quello che potete ascoltare su "Cicciput".
E poi c'è stata "Pagàno".
Già, loro in realtà mi avevano chiamato solo per fare il pezzettino di
Pagàno...
E in quell'occasione hai sfoderato una grande voce. Hai studiato canto?
No, no, non ho studiato affatto.
Dunque è un dono naturale...
Sfiga naturale!
D: Puoi dirci un pregio e un difetto degli Elii?
R:
Ma sono perfetti! Loro vivono una schizofrenia, come tutti.
Rocco Tanica è
l'essere più educato del mondo, sono tutti perfetti.
Christian,
Faso sono tutti ragazzi perbene.
Poi entra in gioco la follia e si trasformano. E' forte, sono divertenti.
D: Da tanti anni gli Elii parlano di un'opera rock, che vorrebbero
realizzare con te, Bisio,
Paola Cortellesi...
R:
Lo so, lo so ne parliamo sempre, sarebbe bellissimo fare questa cosa insieme.
Il problema è mettere insieme gli impegni di tutti. Dovremmo trovare
una produzione disposta a finanziare questo progetto. Vi diamo tot, iniziate a
scrivere. Non è una cosa realizzabile nei ritagli di tempo tra un impegno
e l'altro. Dovrebbe diventare il nostro impegno principale per un periodo ben
determinato.
C'è qualcos'altro che vorresti fare con loro?
R:
Ma io vorrei fare tutto con loro, sono orgoglioso di lavorare con loro. Dovevo fare
un mio programma in RAI a novembre, ed è per questo che non sono in
televisione. Avevo un accordo per fare il mio programma che poi, chissà
perchè è saltato... Il mio progetto era lavorare con loro, fare un
programma con loro.
D: Come hai vissuto l'esperienza a Sanremo, che è un evento molto
particolare?
R:
Sanremo è una macchina assurda. Ci sono andato e sono molto
contento di esserci stato. Però io, da buon genovese, sono restìo
alle situazioni glamour e alle guardie del corpo. Voglio solo provare i miei pezzi.
E lì dovevo provare Bush, con il pezzo di "Under my desk",
e l'ho fatto il pomeriggio per la prima volta. Ti trovi un po' allo sbando, allo sbaraglio.
O sei potente e dici: "non rompete il cazzo", oppure cerchi di fare il tuo lavoro come si deve,
ma è difficile. Poi io sono uno lento, non mi basta provare il pomeriggio,
non va bene. Sanremo è una macchina terribile, schiaccia tutto.
D: Qual è il tuo metodo di lavoro, come crei il personaggio?
R:
Non lo so... Faccio un esempio: due anni fa ero in macchina, avevo visto Bush
fare una conferenza stampa, e ho pensato: "devo fare quest'uomo qua che non capisce un.."
Nel lavoro sei un perfezionista?
Sì, sono uno lento, un artigiano. Sono come gli Elii in qualche modo,
mi metto lì e cerco di preparare qualcosa.
Vivi il confronto con il pubblico in maniera ansiosa?
Sì, sono sempre ansioso. Quando prepari qualcosa pensi: "cosa sto facendo
adesso? Piacerà? Cosa mi dirà il pubblico?".
Il nostro lavoro è sempre una grande incognita. Figurati che adesso
preparo un'introduzione allo spettacolo diversa per ogni piazza in cui vado in tournée.
E di solito la scrivo un'ora prima di entrare in scena. Io e il mio autore ci faxiamo,
ci mandiamo il materiale.. ogni sera. Sono un masochista! Ho dieci minuti originali
per ogni luogo perché è bello. All'inizio dello spettacolo entro dalla platea,
e se sono, ad esempio, a Caserta, dico: "Caserta: 53 Km quadrati di territorio, 75 mila abitanti,
20 mila motorini, 3 caschi". Inizio così e poi parlo della Reggia e di tutto il resto,
ed è bello perchè il pubblico ha la sensazione di avere qualcuno che
ti conosce, che parla di te.
D: Concludiamo con le nostre domande canoniche: ultimo libro letto e ultimo cd acquistato
R:
L'ultimo libro letto è: "Le venticinque notizie più censurate
del 2005", un libro fantastico, ve lo consiglio. E' eccezionale, ci sono
notizie veramente divertenti e allo stesso tempo agghiaccianti. Leggo molti libri di
questo tipo. L'ultimo cd che ho acquistato è un disco jazz bellissimo.
Parlaci dei tuoi gusti musicali?
Sono vari, se trovo bella musica l'ascolto, non ho una preferenza.
Ultimo film visto?
E' tanto che non vado al cinema. Mentre ero in tournée
ho visto una boiata fottuta, perché quando sei in tournée non
sai cosa fare. Ho visto "Constantine": l'inutilità.
Dopo che leggi: "Le venticinque notizie più censurate", dopo
che leggi :"Diario" o "Internazionale", tre quotidiani
al giorno.. I miei musicisti mi hanno convinto a vedere il film: una cagata.
Però è bello lobotomizzarsi. Stando in teatro è difficile
andare al cinema la sera, mentre il pomeriggio di solito o scrivo o faccio dell'altro.
Ti piace il cinema? Qual è il tuo regista preferito?
Sì mi piace. Di registi ce ne sono tanti, mi piace Woody Allen.
Marcello Cesena?
Cesena è forte, sì. Muccino mi sembra abbastanza bravo, tra gli
italiani. Poi vedo Moretti, registi del genere. Tra gli stranieri, i soliti:
Woody Allen, Ken Loach (ma dopo un po' mi viene l'ansia), Lars Von Trier: "Dogma",
"Le onde del destino".
D: Hai un modello comico a cui ti ispiri?
R:
No, come tutti: Totò, Alberto Sordi, Charlie Chaplin.
D: Da piccolo cosa volevi fare? Volevi fare l'attore?
R:
Adesso basta, vi mollo perchè state esagerando!
D: Progetti per il futuro?
R:
A questa mi rifiuto di rispondere! Dovremmo fare Celentano ad ottobre.
D: Fatti una domanda e datti una risposta.
R:
Quand'è che finisce? Ora! Grazie!
D: Facci una domanda e ti daremo una risposta.
R:
Quand'è che ve ne andate?
Adesso!
Un ringraziamento a RT che ha permesso la realizzazione di questa intervista e a NestoRe
per il contributo!
(da sx: Tracca, Giorgio, Crozza, Duccio, Leesa, Stronzo, Cica)
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