Le interviste: Faso

Leesa Clara
a cura di Leesa e Clara

Le faveromane Lees@ e Clara hanno realizzato questa intervista il 4 Aprile 2000, prima del concerto che gli Eelst hanno tenuto al Tenax di Firenze.

Uno speciale ringraziamento all'amico Gab per i consigli, la consulenza tecnica, per il suo apporto fondamentale nella stesura di questa intervista e per averci assecondato in tutto e per tutto!

Domanda: Se potessi fare una scaletta solo tu, cosa metteresti?
Risposta: Se dovessi redigere io una scaletta dopo un po' mi romperei le scatole perché mi piace variare; quindi vi dico, in breve, i pezzi che mi piacciono che non suoniamo mai:
"Li Immortacci", ogni volta che lo sento godo come un pazzo, "Mio Cuggino" che vorrei avesse un po' il ruolo che ha avuto John Holmes anche perché secondo me alla gente piace moltissimo, "Uomini col borsello" e poi "Né carne né pesce" che non suoniamo più forse perché non c'è Feiez che lo canta, che per me è il top del top!

D: Quali canzoni ti sei stancato di suonare?
R: Non ne posso più di "John Holmes" ma non è il caso di questo tour perché non la stiamo suonando.
L'anno scorso mi ero stancato di Servi della gleba. Però, a volte, riprendere i pezzi, riarrangiarli o inserire qualcosa di nuovo fa rinascere l'entusiasmo.

D: E' dai tempi antichi che basso e cassa vanno a braccetto. Vero è che il basso in EelST è, molto spesso, prima elemento armonico che ritmico. Che tipo di scelta viene fatta in questo senso, se viene fatta?
R: Io le linee di basso le invento un po' così come mi vengono. Come mi ha detto una volta Patrick Djivas, il bassista della PFM, illuminandomi, il basso deve creare i rimbalzi, per cui nella musica italiana noiosa, pum cha pum pum, il basso fa pum, pum pum, ma nell'equivalente della musica noiosa italiana, cioè chiamiamolo l'easy listening americano, ci sono delle linee di basso impressionanti. Nelle canzoni anni '50 e anni '60 anche di musica italiana, ma anche nel primo Finardi o nel settanta italiano dei cantautori, ci sono delle parti di basso e batteria che si sono andate perdendo. Suonavano veramente tanto e liberamente, c'erano molte note e parti molto ricche, senza pattern fissi. A me piace un approccio di questo genere, suonare il basso e mettere le note dove mi sembra che stiano bene.
Non mi pongo il problema di essere con o fuori dalla cassa.

D: Voi attingete da molti stili musicali. Se dovessi dire uno stile che ti calza a pennello ritmicamente?
R: E' molto difficile rispondere perché io sono una spugna a livello ritmico, per cui tutti i bassisti che hanno fatto delle scelte ritmiche particolari mi hanno influenzato. Parlo ovviamente di Pastorius, di Chris Squire degli Yes, di Etienne Mbappe, che è un bassista africano, ma anche di Paul McCartney, quindi, in realtà, non ho un riferimento preciso. Ho sentito sempre tanta musica, in particolare il rock anni '70: Yes, Genesis, Deep Purple e Led Zeppelin, ma anche Earth Wind & Fire, Weather Report e Police, tre gruppi con tre grandi bassisti.
Mi piace pensare il basso tra due estremi: da un lato Sting, un creatore di linee essenziali eccezionali, dall'altro Pastorius, creatore di linee più complesse.

D: Faso dal primo disco ad oggi: cosa è cambiato?
R: E' cambiato l'approccio con la musica. Intorno al 1989 ritenevo che la musica dovesse necessariamente essere complessa per essere bella. Nel 1992 Feiez mi ha fatto ascoltare gli Earth Wind & Fire: dopo aver snobbato per anni la Disco Music ho capito che la musica può essere meravigliosa anche se fatta da due note e ho capito che non c'entra la difficoltà tecnica per creare un bel brano. E' più difficile suonare la musica semplice dove servono solo poche note ma giuste. Per questo consiglio sempre a tutti di suonare anche cose semplici, si impara tantissimo. L'esperienza che mi ha dato di più come bassista è stata la tournèe con Finardi, cioè suonare con un altro artista che non voleva da me "Faso di EelST" ma semplicemente un musicista che accompagnasse i suoi pezzi.
Se potessi tornare indietro nel tempo, in studio nel 1989, rifarei alcune linee di basso del disco, anche se Abitudinario o Carro sono due brani dove ho suonato delle cose che mi piacciono ancora adesso, secondo me di culo!

D: Se dovessi cambiare strumento cosa suoneresti?
R: Assolutamente la batteria che già suono un po' e mi piace un casino. Sogno di fondare un gruppo dance dove suono la batteria.

D: Cinque cd che non compreresti mai o che non ti faresti regalare neanche per il cazzo.
R: Di sicuro le ultime cose di Antonello Venditti, penso che potrei usare il suo CD come spessorino per non far ballare il tavolo.
Poi, in generale, non comprerei quattro cd rap; se ci fossero delle cose originali sì e se ci fosse anche l'umiltà di riconoscere che, sostanzialmente, il rap si costruisce prendendo il ritornello di un brano celebre e parlare a tempo nelle strofe. Non nego che a volte questo tipo di musica possa avere una funzione sociale, altre volte mi sembra un escamotage.
La cosa che mi rattrista di più è che ragazzi giovani mi dicono "Ah, che bella la colonna sonora di Godzilla di Puff Daddy", quando invece è un pezzo dei Led Zeppelin di vent'anni fa! E mi piacerebbe che la radio svolgesse una funzione culturale in questo senso, trasmettendo sì Puff Daddy, ma consigliando anche l'ascolto dell'originale.

D: C'è qualche pezzo musicale che quando lo senti dici: "questo avrei voluto scriverlo io"?
R: "In your eyes" di Peter Gabriel, ma anche "Birdland" dei Weather Report.
A me piacciono spesso delle cose semplicissime e vorrei averle scritte io come "C'è tutto un mondo intorno" dei Matia Bazar, un pezzo meraviglioso.

D: Cosa pensi dei gruppi che fanno vostre cover?
R: Mi fa un po' impressione. Pensare che una volta tiravo giù i pezzi degli altri e li facevo col mio gruppetto e adesso c'è un gruppetto che fa i nostri, mi fa sentire da un lato vecchio, dall'altro onorato.
Però, dissuaderei i giovani gruppi dal pensare che sia una formula vincente per fare carriera. EelST hanno funzionato perché in un momento in cui non c'era nessuno, sono usciti con un bagaglio tecnico musicale impressionante unito a testi assolutamente fuori.
Trovo che concentrarsi solo ed esclusivamente su testi demenziali sia un po' limitativo.

D: Con chi ti piacerebbe suonare ultimamente e perché?
R: Con Joe Zawinul, il tastierista dei Weather Report, è il mio sogno e non si avvererà mai.
E' un sogno che spero non si avveri perché se dovesse succedere potrei svenire!

D: Cosa ti piace di più della celebrità e cosa meno?
R: La cosa che mi piace di più della celebrità è che ho privilegi di tempo e servizi su cose che magari spetterebbero a tutti. E stranamente è la stessa cosa che mi piace di meno, nel senso che a volte la sfrutto, ma solo quando sento che è giusto.
E poi non mi piace essere vissuto come un marziano perché sono celebre; per cui mi danno fastidio delle cose banalissime; per esempio, sono in un bar e sto facendo colazione con una brioche e arriva uno sorpreso: "Faso, cosa fai qui?!" "Cosa faccio qui, cazzo! faccio colazione con la brioche!" Cioè, il fatto che all'improvviso la gente ti viva come uno che deve fare una vita assurda, stravagante per forza.
Ecco, se devo dire una cosa bella, l'affetto delle persone che ci seguono che delle volte mi mette in imbarazzo. Sono cose che ti toccano perché ci sono tante persone che ripongono in noi, magari, chi più in uno chi più in un altro, affetto e entusiasmo.

D: Ultimo libro letto, ultimo film visto, ultimo disco comprato.
R: Ho poco tempo di leggere e me ne rammarico molto. Ora sto leggendo un libro che non è in commercio, una raccolta di poesie enigmistiche del famoso Bartezzaghi della Settimana Enigmistica, compilata dai suoi tre figli. Io sono un cultore del gioco di parole, credo che non ci sia bisogno di dirlo, per cui le leggo e cado in ammirazione continua perché sono poesie bellissime di per sé che però possono essere lette anche sotto un'altra chiave di interpretazione.
L'ultimo film che ho visto è Magnolia. Una storia circolare molto interessante, un po' Pulpfictioniana. Secondo me c'è troppo turpiloquio, anche se lo so che fa ridere detto da me che faccio parte di un gruppo che ne vive: ho notato che ultimamente la parolaccia è diventata una scelta comoda per far ridere. In film come Frankenstein Junior assolutamente privi di parolacce si ride tantissimo. Significa che non ce n'è bisogno, in realtà. Secondo me una volta nel cinema c'era la figura dello sceneggiatore, deve essersi estinto, perché ultimamente vengono scritti dei dialoghi imbarazzanti.
Ultimamente ho comprato un vecchio album dei King Crimson di cui però non ricordo il titolo e poi dei vinili, perché quando dovevamo suonare di nuovo l'introduzione del concerto di questo tour che è un brano di Michael Rutherford, sono dovuto andare a recuperare il suo album, mai uscito in cd. Così sono entrato in questo negozio e ho visto tutte queste copertinone e mi è venuta una voglia pazzesca di comprarmi dei vinili. Ho pensato a come è diverso al giorno d'oggi pensare una copertina che deve essere di 12 cm di lato… Magari si potrebbe fare una copertina grossa con dentro un cd piccolino, perché no?

D: Fatti una domanda e datti una risposta.
R: Allora Faso, pensi che sia il caso di studiare?
Sì, sì, è sempre il caso di studiare perché ci sono un sacco di cose da imparare in musica e sono ancora indietro.

D: Fai una domanda alle Faveromane e ti daremo una risposta.
R: Faveromane, come vi sembra questo nuovo elemento Jantoman?
Mela, Leesa e Clara: all'inizio sembrava un po' un pesce fuor d'acqua, é stato necessario un periodo di carburazione, ma ultimamente anche nelle situazioni di backstage si sta sciogliendo abbastanza e c'è da dire che è molto interessante parlare con lui. Tra l'altro ha concepito un bellissimo slogan per la Fasa!
Faso:Ma Jantoman è una persona di grande intelligenza, di grande humor, un po' timido, che per la prima volta si trova coinvolto in un mondo totalmente diverso da uno studio di registrazione.

D: Faso e il baseball: come battitore, che media hai?
R: Sono sempre in zona 300 e a 35 anni è già un miracolo, ma io sono anche esigente, perciò mi piacerebbe battere 350, sarebbe una bella soddisfazione anche se non è tanto di più. Il problema è che c'è sempre la concomitanza campionato tournèe e finisco per giocare sempre al 70% delle mie possibilità.
Però sono contento di battere 300 e sarei contento anche di battere 250 perché giocare a baseball o comunque praticare uno sport riporta con i piedi per terra. Mi piace che quando vado lì a battere non conta niente che sono Faso di Elio e le Storie Tese, se vado out vado out e mi girano i coglioni come tutti gli altri. E' bellissimo!

D: Comunque ti aspettiamo in serie A, così almeno venite a giocare dalle nostre parti!
R: Sarebbe bellissimo, ma per venire a Nettuno dovremmo essere in A1, e io in A1 non gioco neanche se mi faccio clonare e ricomincio da diciottenne!

 

Un grazie particolare al “buon” Faso per l'abnegazione dimostrata nel rilasciare l'intervista anziché cenare con gli altri...

Ed ecco la foto di rito:

Lees@, Faso, Clara

(da sx: Lees@, Faso, Clara)

 

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