Le interviste: Christian Meyer

Clara Kranpo
a cura di Clara e Kranpo

Le faveromane Clara e Kranpo hanno realizzato questa intervista il 19 Aprile 2000, prima del concerto che gli Eelst hanno tenuto al Palasport "Le Caselle" di Arezzo.

Domanda: Cosa pensa Christian Meyer di Millefinestre, Avatesque, Kristall etc. etc?
Risposta: Ci sono personaggi che mi stanno più simpatici, perché sono legati a momenti divertenti, come ad esempio Avatesque, che è legato al periodo del tour giapponese: con Faso ci eravamo inventati un mago che faceva le magie con la telecamera: registravamo qualcosa, mettevamo in pausa, toglievamo un particolare, et voilà: la magia!
Millefinestre è nato proprio da Avatesque: Faso in un periodo salutava tutte le persone dicendo "Avatesque!", alzando la mano come se fosse "Ave Cesare!"; poi ad un certo punto è diventato "Avatesque a tutti quanti!"; poi abbiamo chiesto come si dicesse "a tutti quanti" in giapponese. Si dice "minassan", quindi è diventato "Avatesque minassan", e alla fine "Avatesque minassanesque"; a quel punto qualcuno tra i fan non ha capito, e ha detto: "ciao Millefinestre!" E così sono diventato Millefinestre.

D: Cosa pensano tutti i suddetti personaggi di Christian Meyer?
R: Bisognerebbe chiederlo direttamente a loro! Li avrò delusi? Io spero di non averli delusi. Anche se ultimamente sono un po' "stravecchio", e quindi il mio fisico cede sotto le stanchezze del tour.
Comunque li saluto tutti. Ciao!

D: Ma sono invecchiati anche loro o sei invecchiato solo tu?
R: Secondo me loro non sono invecchiati. Io sì, loro sono sempre lì giovani e immacolati, bloccati nel tempo.

D: Se non fossi stato membro degli EelST quali esperienze musicali avresti voluto fare? E quali ami di più fare, parallelamente all'attività con il complessino?
R: Se non avessi lavorato con Elio e le storie Tese probabilmente avrei cercato di fare più esperienze nell'ambiente jazzistico, ma anche nel mondo della musica italiana. Anche quando ero già con gli Elio e le Storie Tese mi furono proposte delle tournée, per esempio con Fabio Concato, cui rinunciai con dispiacere, come quest'anno con Antonella Ruggiero. Però sentendo i resoconti dei miei amici musicisti quando vanno in tournée, ho la sensazione che la cerchia delle persone valide con cui collaborare (e parlo delle qualità umane) si restringe molto. Mi rendo conto che ho fatto bene e che sono stato fortunato a lavorare con Elio e le storie Tese. Sono persone corrette, sulla mia stessa lunghezza d'onda, e con cui non ho mai avuto nessun tipo di problema. Un rimpianto è quello di non essere andato negli Stati Uniti, a provare a suonare del jazz e a vedere di entrare nei giri; là l'ambiente è molto più vivace di quello italiano. Amo tutti i progetti di spessore artistico realizzati con EelST, come ad esempio la registrazione a Lugano con Ike Willis, cantante di Frank Zappa. Ci danno la possibilità di avere nuovi stimoli, che è poi esattamente quello che un musicista vuole fare. Mi piacciono le collaborazioni, e comunque tutti quei progetti che vengono aiutati anche da adeguate strutture (teatri con una buona acustica).
Mi dispiace quando in tournée capita di suonare nei palazzetti dello sport con un'acustica pessima, anche perché mi domando cosa possa capire il pubblico.

D: Qual è il tuo background musicale? C'è qualche batterista che ha influito sul tuo modo di suonare?
R: Da ragazzino ero fissato con Buddy Rich, uno dei più grandi geni della batteria di questo secolo. Lui mi ha influenzato molto. Ma ascoltavo anche Gene Krupa e George Wettling, misconosciuto proprio nell'ambiente jazzistico, ma grandissimo batterista. E poi tutti i grandi batteristi dell'era be-bob: Max Roach, Art Blakey, Elvin Jones, "Philly Joe" Jones e così via. Tra gli italiani mi ha influenzato molto Gil Cuppini, che mi faceva diventare pazzo quando lo ascoltavo; mi gasavo come una bestia!

D: Come potresti descrivere il tuo stile? Hai una "firma"?
R: Mi piacerebbe essere riconosciuto con uno stile originale, è uno degli scopi di ogni musicista. In questi ultimi anni sto cercando di conoscere meglio me stesso, registrandomi e riascoltandomi. Voglio studiare le mie frasi e non quelle di qualche altro batterista. Mi reputo un batterista (spero) di una certa inventiva, anche un po' percussionista, nel senso che amo molto i colori, i diversi suoni. In questo tour uso anche delle percussioni, perché anche se non sono il mio strumento mi piace inserirle. I suoni diversi e i vari tamburi mi stimolano molto.

D: Spesso i batteristi vengono sostituiti dalle drum-machine, tu invece ne hai sostituita una: si è arrabbiata? E' stato un "drum-ma"?
R: Lo sa Rocko Tanica perché quella batteria ce l'ha lui a casa: se ha della polvere sopra mi sa che si e' incazzata! Chiaramente sostituirla non è stato facile, perché io vengo dall'ambiente jazzistico, in cui non c'è tutta questa attenzione alla precisione sonora, al tempo. Gli Elii invece, arrivando dalla drum-machine, avevano bisogno di un batterista perfetto, e sicuramente non lo sono stato per molti anni. Anche se penso di essere migliorato nel tempo, forse non lo sono ancora. Bisognerebbe chiederlo a loro.

D: Se dovessi cambiare strumento, cosa suoneresti?
R: Il basso, fa poche note e importanti. Mi piace anche perché fa da ponte fra la batteria e gli altri strumenti più armonici. Però sto iniziando a prendere lezioni di pianoforte, per avere un minimo di conoscenza musicale, perché io sono proprio il tipico batterista ignorante che ha iniziato sui tamburi ed è ancora sui tamburi, e che non sa leggere le note.

D: Del repertorio del gruppo, qual è la canzone che ti piace di più suonare e quale quella che sopporti di meno?
R: Mi piace la varietà dei brani degli Elio e le Storie Tese. Due pezzi che trovo molto stimolanti sono "Supergiovane" e "Milza. Invece mi trovo meno bene con i brani pop, come per esempio "Uomini col borsello"; è uno stile che non domino bene, bisogna essere molto regolari e precisi. Certo se fossero tutti brani pop non mi sentirei realizzato.

D: Tanica ha recitato in due film, Elio ha esordito nel cinema in Asini, ma il grande attore del gruppo resti tu. Come ci si sente a essere sempre protagonista dei video, sebbene con un fastidioso accessorio nel didietro?
R: Il mio produttore è Elio, che mi considera un buon attore. Io non credo proprio di esserlo, perché la mia mimica è sempre la stessa, e se mi dovessero far recitare in un altro video farei le stesse cose che ho fatto in "Evviva/La visione" e in "Servi della gleba". Ma mi sono divertito, e mi piace l'idea di far divertire Elio quando vede le mie recitazioni monostile terrificanti.

D: Quale influenza ha avuto il dottor Stutz sul tuo equilibrio psico-fisico attuale?
R: Ha cercato di educarmi, ma io sono sempre stato ribelle! Per esempio mi spiegava come aprire una bottiglia di vino, e poi me lo faceva fare davanti ai suoi invitati: che nervoso; non mi piaceva essere messo alla prova. Alla fine sono stato un po' refrattario al suo insegnamento, anche se forse mi è servito perché oggi so come comportarmi in una famiglia svizzera… l'utilità è stata questa.

D: Cosa ti piace di più della celebrità? Cosa meno?
R: Fin da ragazzino ho sempre sognato di diventare un batterista famoso, quindi forse mi piace tutto della celebrità. Comunque c'è da dire che io non sono celebre, perché la celebrità che può iniziare a infastidire è quella di Elio. La mia condizione è favolosa, perché sono conosciuto nell'ambiente della musica ma non vengo riconosciuto dalle persone. Elio, poverino, viene riconosciuto sempre, e deve andare in giro col casco integrale.

D: Ultimo libro letto, ultimo film visto, ultimo disco comprato.
R: L'ultimo libro che ho letto è stato "La tragedia e l'avventura di Sir Shackleton": racconta la storia di un uomo che nei primi del Novecento volle arrivare con una nave dall'Inghilterra fino alla terra ferma del Polo Sud, e poi attraversarlo a piedi, ma rimase bloccato con la nave nel ghiaccio per due anni, e riuscì comunque a salvare tutto il suo equipaggio. Adesso sto leggendo un libro su Rommel, il grande condottiero tedesco in Africa. Mi piacciono le avventure vere di personaggi veri, la vita vissuta e raccontata in maniera giornalistica.
L'ultimo film che ho visto è stato "Magnolia": sicuramente un bel film, però è pesante; oltretutto l'ho visto in mezzo al tour, e io in mezzo al tour sono stanco morto. Dopo un po' non capivo più niente, non me lo sono goduto. Però precedentemente ho visto "American Beauty", e mi è piaciuto di più.
L'ultimo disco l'ho comprato mentre facevamo le apparizioni nei negozi Ricordi; io amo particolarmente un batterista francese che si chiama Andrè Ceccarelli, c'era il disco e ho deciso di farmi un bel regalo in tournée.

D: Fatti una domanda e datti una risposta.
R: Christian, sei contento con te stesso? Sì, sono contento, perché in fondo non ho nessun grosso problema nella vita, e quindi sono contento e rimango contento. Sono anche fortunato, perché in famiglia stanno tutti bene, e questo è importantissimo. Voglio godermi questo momento perché inevitabilmente arriveranno dei momenti più duri, capita a tutti.
L'unico problema mio è che sono stravecchio.

D: Fai una domanda alle Faveromane e ti risponderemo.
R: Care Faveromane, come fate ad essere così discrete pur essendo fan?
Clara e Kranpo a bocca spalancata ringraziano…

 

Ed ecco come si è svolta la nostra intervista:

da sx: Kranpo, Meyer, Clara

(da sx: Kranpo, Meyer, Clara)

 

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