Le interviste: Paola Cortellesi

Leesa Kranpo
a cura di Leesa e kranpo

Dopo una lunga attesa, finalmente pubblichiamo questa intervista, realizzata il 12 luglio 2002 a Crema. E' la prima volta che pubblichiamo qualcosa che non sia stato revisionato dal suo protagonista, e un po' ce ne dispiace, pero'... Paola, quanto ce stavi a fa' aspetta'?? ;)

Domanda: Cosa pensa Paola Cortellesi di se stessa? Tre aggettivi per definirti.
Risposta: Ma siete pazzi a fare queste domande! Guarda, di solito chi si definisce o è un anacoreta che c'ha una capoccia così, e ha meditato su se stesso, se no nel 90% dei casi è uno che non capisce...
...un cazzo!
Più o meno. Io sono comunque tra quelli che non capiscono un cazzo, in tutto ciò evito di dare definizioni, è impossibile definirti, come ti definisci in tre parole?
D: Allora, come ti vedono gli altri? Tutti i tuoi amici cosa pensano di te? Qual è il tratto fondamentale che esce da quello che pensano i tuoi amici?
Che ne so io? Che ne so che si dicono quando io non ci sto...
Ho capito, mi crei subito problemi...
Ti creo problemi...io non faccio mai interviste.

D: Quando eri piccola che cosa sognavi per il tuo futuro, cosa volevi fare da grande?
R: Quando ero piccola mi piaceva la figura del pompiere, perché probabilmente ho visto qualche film americano con i pompieri in veste di eroi, o una cosa del genere... e poi volevo guidare il camion come... c'era quel telefilm americano di quello che guidava il camion, uno molto bono anche, guidava il camion e aveva questa scimmietta, capito?
Non si chiamava "Trucker"?
Può darsi fosse lui... lui col suo "camio", con i "cami" e cor "camio" (ride ndL)...e c'erano delle fighe pazzesche che guidavano il camion in calzoncini, un po' come Daisy, quella di Bo e Luke, e io volevo essere un po' questa superfiga che guidava il camion, poi se pensi all'autostrada del Sole... però mi piaceva quello. Poi più grande, l'attrice.

D: Tu hai iniziato giovanissima. Sapevo che a 13 anni tu hai cantato la sigla del...
R: ...il "Cacao meravigliao", sì è vero.
Come hai fatto?
Ti spiego, io conoscevo Claudio Mattone, autore di pezzi meravigliosi che però cazzeggiava anche con Renzo Arbore, facevano le sigle e queste cose qua. Io ero piccolina e li conoscevo per amicizie familiari ed ero un po' diventata la loro mascotte, magari scherzavo, ridevo e poi ho cominciato a fare le imitazioni... imitavo le voci ma non di qualcuno in particolare, però così...
Ma perché tu già volevi imitare qualcuno oppure...
No, però magari ero bambina, facevo lo spettacolino: "Guardatemi", capito? Questo anche da più piccola però solo con quelli con cui avevo confidenza perché se no mi vergognavo, però loro insomma li conoscevo benissimo. In quel periodo vedevo "Indietro tutta" perché mi piaceva e loro cercavano una che fosse italiana e che cantasse in finto brasiliano. Fecero dei provini e le ragazze che erano a "Indietro tutta" magari non cantavano e non erano nemmeno brasiliane... Allora Claudio mi ha detto: "Ma perché non provi tu?" Anche lì, poi facevo sempre cori, coretti con loro, e varie sigle tv. Io facevo i compiti, studiavo, mia madre mi diceva "Quando hai finito i compiti..." Allora stavo in studio, aspettavo e poi... è stato un caso...
Ti ha traumatizzato questa esperienza?
Ma no.

D: Poi tu hai fatto anche la cantante di un gruppo quando eri, penso, adolescente, un gruppo cover di qualcosa...
R: Ma proprio andate a scavare nel torbido, andiamo nel torbido! Allora suonavo in un gruppo che si chiamava "Casa Padula" e ti spiego anche perché, perché il mio amico tastierista, si chiamava Leonardo Padula, quindi io quando telefonavo: "Casa Padula?" e se c'era mio fratello in giro mi rispondeva: "Magicabula". Dicendo 'ste cazzate abbiamo dato il nome "Casa Padula" e facevano cover rock ma anche pop, cose varie, un po' di tutto e anni '80, cioè roba che nei locali la gente andava a ballare e c'eravamo noi: si ballava con la musica dal vivo, quindi la gente era contenta. Un altro si chiamava "I peccati originali" ed era un gruppo... era bellissimo "I peccati originali", era rithm & blues, tre fiati, tre cantanti, un batterista, un bassista, un chitarrista che cantava anche, e andavamo metti a suonare al "Jake & Elwood", al "Big Mama" e lì, il massimo che abbiamo guadagnato, erano 60mila delle nostre vecchie care lire a testa dopo una settimana di prove, perché eravamo in troppi. Perciò poi sono subentrati di nuovo i "Casa Padula" perché eravamo in cinque, poi il buio, diciamo. Poi abbiamo fatto piano bar con Leonardo in un posto che si chiamava "Rubirosa" a Roma, un posto "chicchissimo" (leggi scicchissimo, ndL) dove ci vengono i politici con delle fighe accanto, delle strappone , eravamo lì, piano a coda e voce, quindi l'effetto era Unforgettable (canta, ndL), con in sottofondo: "Cameriereeee!", mi venne una tristezza...

D: Parliamo di come hai iniziato professionalmente nel mondo dello spettacolo...
R: Madonna mia, che stronzo! (riferito a Kranpo, ndL) Allora poi che ho fatto... a diciotto anni ho finito il liceo, il liceo scientifico "Malpighi" a Roma...
Con quanto sei uscita?
Con 43/60. Comunque il giorno prima dell'esame di matematica... perché io ho fatto il liceo scientifico e andavo malissimo in matematica e fisica... un anno sono stata bocciata... invece andavo benissimo in italiano, storia e filosofia... per quello che ho fatto lo scientifico e il giorno prima dell'esame di matematica, stavo alla discoteca "Forum", sai l'estate romana, a cantare con i "Casa Padula", per dire...
... quanto tenevi a questo esame.
e non avevo idea neanche... il compito me l'hanno passato, ormai dopo tanti anni lo posso dire, me l'hanno passato e non avevo proprio idea neanche dei segni, che cosa fossero...
Se ti chiedo la Regola di Ruffini tu adesso me la sai dire?
La Regola di Ruffini però mi ricordo che esiste! Poi, finito il liceo, ho cominciato a fare una scuola di teatro l'anno dopo e continuavo a cantare nei locali. La scuola di teatro è durata tre anni con Beatrice Bracco, un'insegnante argentina, e ho conosciuto lì quelli che sono ancora adesso i componenti della mia compagnia: ci sono altri attori che penso conoscerete come Claudio Santamaria, Libero De Rienzo, Furio Andreotti che è quello che scrive tutto con me, l'autore che sta sempre con me, lui è regista degli spettacoli, l'ho conosciuto lì, lui faceva regia e io facevo l'attrice.
Quindi tu hai iniziato col teatro...
Proprio col teatro.
La tua compagnia si chiama "Area Teatro"?
Sì, "Area Teatro" e facciamo drammaturgia contemporanea, di solito abbiamo una drammaturga che scrive questo per noi...
Cioè, tu non scrivi anche i testi, fai soltanto l'attrice...
Io faccio l'attrice, sì, perché non faccio uno spettacolo mio, è diverso da quello che faccio...
... e come contribuisci...
Contribuiamo nel senso che, per esempio, in "L'iradiddio" che faremo il prossimo anno a febbraio in giro nei teatrini off d' Italia, che ha scritto Lucilla Lupaioli, noi abbiamo fatto un mese e mezzo di prove, in cui abbiamo sviluppato i cambiamenti che naturalmente venivano dal lavoro, quindi è stato riscritto e rifinito così e poi l'abbiamo fatto. Più o meno lavoriamo sempre così. Oppure facciamo testi inglesi adattati...
... tipo "Rumori fuori scena"...
No, non i classici, facciamo sempre drammaturgia contemporanea. Uno l'abbiamo fatto al Festival di Benevento l'anno scorso e si chiamava "Yardgal" che era di questa Rebecca Pritchard: è la storia di due spostate, cioè io e Lucia Ocone che è una bravissima attrice e una cara amica, che fa sempre parte della compagnia, però da meno tempo.
Fate cose sperimentali tipo, che ne so...
No, contemporanee non sperimentali, contemporanee assolutamente normali. La cosa, il fine qual è? Far venire a teatro i ragazzi più giovani, perché io mi ricordo che quando mi hanno portato a teatro con la scuola il pomeriggio, io sono stata al teatro "Ghione" a vedere Ileana Ghione che faceva "Molto rumore per nulla" che è la storia di due trentenni e lei c'aveva già, porella, sessant'anni, sai queste cose che tu neanche ce credi da ragazzina, non te ne frega niente. Oppure c'hanno portato a vedere "Edipo re" con Gabriele Lavia che è un grande, però a tredici anni vedere l' "Edipo re" non te ne frega niente, te ne frega quando? Quando stavo all'università, abbiamo studiato Storia del teatro, allora vai a vedere "Edipo re", perché lo stai studiando, però è un'altra cosa. Allora i ragazzini pensano che il teatro sia una grandissima rottura di coglioni. Non è vero, tu devi stare a teatro, entrare, guardarti i personaggi e fare il tifo esattamente come al cinema e dici: "Oh, no!" e così deve essere e funziona. Se fai una cosa naturale, vera, funziona, che è una bella storia, se emozioni... quello. Quindi questo continuiamo a farlo sempre, appena c'abbiamo un buco, magari, che ne so, io con la televisione, un altro mio amico più col cinema così. Io il primo anno di "Mai dire Gol" facevo, andavo tre volte a settimana, prendevo l'aereo, andavo a Linate, andavo a Cologno Monzese, registravo, massimo alle 5 stavo a Linate, alle 6 prendevo l'aereo e alle 9 stavo in scena a Roma, questo per tre volte a settimana per tre mesi, quindi si fa. A teatro noi non guadagniamo una lira...
Penso che sia passione, no?
Però è passione. E' pure allenamento, tu fai il tagliando, se tu ogni anno fai una cosa a teatro, fai proprio il tagliando, è una cosa che fa proprio bene a tutto, al lavoro, lavori onestamente, lavori con gente che magari in quel momento non ha la tua fortuna, perché ci sono persone in compagnia che non è che siano... c'è gente straordinaria che nessuno sa chi è.
Spesso gli attori migliori sono quelli che magari non riescono a porsi al grande pubblico...
Infatti. Dipende da quanto sei versatile, allora uno, magari ti conosce il grande pubblico... a me capita, ti conosce il grande pubblico per una cosa, sono fiera e contentissima di quella cosa, poi tutto il resto è poco credibile, quando lo fai e dici: "Beh, ma... che fai una cosa... ?" Eh, no cavolo, io, cioè, il mio pane finora è stato quello, poi tu mi conosci perché un mezzo di diffusione così ampio è chiaro che ti aiuta e ti aiuta anche sicuramente, per carità, ad entrare in altri mezzi, a far parte... come il cinema, per esempio, però ci devi lavorare, capito?

D: Cinema e Tv: quali sono stati i tuoi esordi?
R: Allora Tv la prima cosa che ho fatto, l'ho fatta per caso a "Macao" che era quel programma di Boncompagni dove io arrivai, dovevo fare uno spettacolo teatrale e poi... siccome facevo uno spettacolo teatrale sempre per fare così un po' di gavetta, per imparare con Pippo Baudo, "L'uomo che inventò la televisione", andò malissimo, però io mi sono divertita un sacco. Io stavo facendo questo spettacolo dove c'era questo attore Pietro De Silva, e mentre cazzeggiavamo nei camerini, io parlavo argentino tipo la mia insegnante di ... .. (non si capisce, ndL) per giocare, allora lui m'ha detto: "Bello, forte 'sta roba! Fai il personaggio così, che è?" "La rassegna dei nuovi tragici al "Teatro dell'Orologio". Vieni." C'erano dei monologhi secondo lui assurdi. Io ho fatto un monologo parlando in questo modo. Nel frattempo dovevo fare un altro spettacolo teatrale, facevo le audizioni così, mi hanno preso per fare quest'altro spettacolo teatrale e c'erano in sala due degli autori di "Macao" che mi hanno visto e mi hanno detto: "Vieni a fare un provino da noi?" Io ho detto: "Vabbè... " A me "Macao" non mi piaceva tanto...
... un po' una merda...
però ho fatto... io non lo posso dì, non è giusto perché io lì ho imparato un sacco di cose. Non mi piaceva. Io sono andata lì, ho fatto questo provino e insomma io ho fatto il secondo anno di "Macao" con la Parietti, però ho imparato un sacco di roba perché si facevano tre puntate al giorno, si registravano e io ho cominciato a scrivere da sola, a scrivermi le cose che non lo sapevo, io 'sto mestiere... se fai il cabarettista tu hai un repertorio, se fai l'attore normale non è che scrivi per te le cose comiche, quando mai avevo fatto una cosa comica, è stato tutto molto così, quindi in un anno... da lì mi ha visto Enrico Vaime, ho cominciato a lavorare con Vaime alla radio e con Fabio De Luigi, il programma loro, di Vaime. E lì con Vaime che è un grandissimo autore ho cominciato a scrivere, mi ha insegnato proprio tutto, ho cominciato a fare quello, poi l'anno successivo mi ha chiamato Serena Dandini , mi aveva sentito in radio e mi ha detto: "Vieni a fare una cosa... " "Teatro 18". Ho fatto "Teatro 18", ho cominciato a fare le prime caratterizzazioni, Asia Argento, Melba Ruffo che parlava un po' così. Abbiamo fatto "Teatro 18", già avevo conosciuto la Gialappa's perché avevo mandato una mia videocassetta. Loro per me erano il top, mi piacevano tantissimo. Loro mi hanno chiamato: "Vieni, vieni, vieni, ci vediamo, ci incontriamo". Finito "Teatro 18" sono andata a lavorare con loro.
Al cinema?
Non è che c'ho una grande esperienza, ho fatto poche film. Ne ho fatto uno orribile che è "Articolo 8", "Un altro anno e poi cresco", un altro con Claudia Gerini e Claudio Santamaria, non mi ricordo come si chiama, però anche quello, un altro carino è "Se fossi in te" con Fabio, molto carino...

D: Ma tu fra teatro, cinema e Tv, cosa preferisci?
R: Questo è come le definizioni, nel senso, a teatro dipende dalle persone con cui lavori...
Ma se tu hai un sogno: riuscire alla grande in uno di questi tre mezzi, qual è quello che ti...
Allora io ti dico la mia teoria e cioè: un attore che si rispetti, che fa l'attore dovrebbe poter lavorare in tutti assolutamente in tutti i campi, al di là dei propri gusti. E' chiaro che io, a me piace tantissimo il teatro perché se tu lavori in un programma televisivo dove registri, per esempio, registri delle cose, come a "Mai dire Gol", ti diverti come un pazzo, sto bene con loro perché sono amici, sto bene e mi diverto e sono proprio bravi. Quindi ti diverti quando vedi un risultato. In un programma televisivo, tu vedi la sigla e stai già pensando alla puntata successiva, cioè muore lì. Un film, se è fatto bene, con un regista bravo... Giulio Manfredonia già era bravo, poi ho avuto l'occasione di lavorare con Mazzacurati, uno dei registi insieme a Virzì che amo di più. C'ho lavorato, lì capisci come è il cinema e la magia di una cosa fatta bene, bella che resta. Però anche lì, mentre lavori, tu che fai? Devi avere un'emozione, c'hai poco tempo perché poi... in teatro tu hai una media di un'ora e mezza di tempo per seguire un filo, non poterti sbagliare mai. Se anche ci stanno, come nei nostri teatrini, una volta perché non c'avevamo una lira, adesso lo scegliamo di andare nei teatri off, lo faremo a febbraio, però, se anche ci stanno 200 persone in sala, non è il "Filaforum", tu, per quelle 150 persone e per gli altri 4 tuoi compagni non puoi sbagliare, oppure se sbagli devi integrare, succedono delle cose così belle, senti proprio respirare la gente, la senti la vedi, poi nei teatrini dove lavoriamo noi, c'hai la gente qui, a questa distanza, la nostra, è chiaro che è un'emozione irripetibile.
Per te l'emozione... è questa quella più importante.
Come emozione sì. Però poi quando vedi un film che resta e che è bello, poi quando invece lavori e fai una cosa bella, oppure c'hai la possibilità... io quest'anno sono stata felicissima di andare a "Girotondo per la democrazia" con Roberto Vecchioni, sono stata felice, questa era una cosa... poi è andata in televisione, stavo nella piazza, perché stavo nella piazza? Perché avevo fatto la Moratti in televisione, quindi è tutta una cosa... quindi poi le emozioni ce l'hai. Però in altri momenti. L'unica emozione che hai in tempo reale ce l'hai a teatro.
Sei sempre la solita!
No! Nel senso che non lo posso dire. Cioè se tu mi dici: " un giorno cosa farai?" Io spero un giorno di scappare da una parte all'altra sempre, perché se uno si ferma e si fossilizza su una cosa... come dire: "questo è un bravo attore comico, questo è un bravo attore drammatico". Gli stai togliendo un sacco di roba. Poi ci sono gli attori che sono fortissimi su una cosa ma quello è un talento, però uno che si rispetti e che abbia studiato, cioè la normalità dovrebbe essere che uno si prepara a spaziare in varie cose, poi non è che tutti sono stracomici, magari uno esaurisce pure... magari io domani lascerò le cose comiche perché c'ho avuto 'sto periodo che mi piaceva e avevo qualcosa da dire poi quando è finito è finito, magari si esaurisce.

D: Secondo me ricordi la prima Loretta Goggi, ti ricordi quando faceva le imitazioni con Noschese, anche la Mina presentatrice e showgirl. Questi modelli li vedi come dei punti di riferimento oppure...
R: No, sono artiste, in questo caso, che stimo, che ammiro, che mi piacciono tanto. Imitare un modello è sbagliato, secondo me. I modelli sono in tutto il mondo, è Totò, è Anna Magnani, i modelli allora sono tanti, è Mastroianni, è Gassman , è Walter Chiari...
... ma femminili?
No, madonna, ma un sacco... la Vitti, ma la stessa Goggi faceva delle cose fortissime, Mina tante, io me la ricordo... la sento come una grandissima cantante poi la parte show, questi erano fortissimi. Loro contaminavano molto, loro lo facevano. Spaziavano, facevano vari mestieri, varie cose. Io, per esempio, non faccio la presentatrice perché non lo so fare...
A "Libero" comunque hai fatto un sacco di cose...
... non è che presentavo, giocavo, c'avevo la scusa di giocare. Se avessi dovuto dire: "Signore e signori... " me prendeva il panico e uscivo, infatti là c'era tutto un gioco, stavo al telefono, facevo le voci, stavo per le cose mie, ma c'avevo una strizza ogni sera da morire perché c'era gente vera, pubblico non pagato... e se non si divertono loro è finita e durava 4 ore "Libero" non un'ora. Un'ora andava in onda, ma noi 4 ore facevamo. Gli scherzi erano veri ma un sacco non riuscivano, quindi tutto materiale buttato e strabuttato. Poi quello che rimaneva, andava in onda.
Ma a parte modelli, idoli, a parte Mastroianni e questi personaggi del passato, anche personaggi attuali che ti piacciono, registi...
Boh, a me piacciono tutti, cioè io guardo tutto...

D: Con chi vorresti lavorare di irraggiungibile, o di difficile... non mi dire, che ne so, con la Gialappa's... qualche idolo, che ne so, Steven Spielberg...
R: Martin Scorsese. Martin Scorsese mi piace tanto.
Cantante invece?
Corey Glover mi piacerebbe e i Living Colour mi piacciono tanto.

D: Come studi invece i tuoi personaggi? Come ci lavori? Come nascono?
R: Dipende da come escono.
Cioè come scegli di dire: "adesso imito la D'Eusanio", cioè la vedi in Tv, vedi che puoi... o te lo dicono, per esempio per "Mai dire Gol", la Gialappa's...
Quando mi è venuta in mente, per esempio, la Bignardi, per dire, avevo visto... prima edizione importante del "Grande Fratello", vedevo che lei faceva... parlava... dopo un po' ho pensato che aveva la cantilena, parla in un modo strano, l'ho detto a loro mentre cazzeggiavamo: "Ma hai visto come fa? Questa tiene la mano così... " E c'è venuto... "Ma facciamolo!" E l'abbiamo fatta. Però dipende dal caso, quello che vedo... non è che so fare tutto, quello che vedo e che magari mi riesce, vedo che, cazzeggiando, viene fuori qualcosa di interessante o di simile, dove comunque puoi cogliere delle cose. La Moratti me la sono imposta. Io non faccio una buona imitazione vocale o fisicamente della Moratti, però là c'è un motivo. Là vuoi parlare di una cosa e la fai, la fai in ogni caso. Quindi ho visto che parlava in un modo, fa delle cose simili ma insomma... zero, proprio da andarle a cercare con il lanternino, per dire...
Di questi personaggi tu scrivi anche i testi... no, "Mai dire Gol" tu non scrivevi i testi, tu lavoravi soltanto...
"Mai dire Gol", io partecipo sempre a tutti i testi che scrivono...
Però non vieni messa nei credits...
No, nei credits ci sono, diciamo, gli autori quelli storici o gli autori che fanno solo gli autori. Però certi personaggi, per esempio la Moratti o Magica Trippy li scrivevo sempre con e soprattutto lui, perché lui è un grande, con Walter Fontana, lui è grandissimo, uno dei più grandi autori proprio degli ultimi tempi in tv, secondo me. Poi tutte le cose che faccio le scrivo, cioè le scriviamo insieme. Io non sono tanto capace di leggere una cosa e ripeterla così com'è. Walter, devo dire, che scrive come nessun altro. Silvana la scriviamo insieme in coppia con Furio Andreotti. Poi non potrei scriverla né da sola né con qualcun altro. Insieme nascono delle cose. Con quel tipo di persona nascono... c'è feeling per fare un certo tipo di lavoro.

D: Invece puoi dire un aggettivo per Boncompagni, la Guzzanti, la Dandini, oppure che esperienza ti hanno lasciato...
R: Ma un aggettivo... sono proprio negata però... ah la Guzzanti mi ero dimenticata, "La posta del cuore", prima di Serena. Mah, che aggetivi... non lo so. Gli aggettivi non ce la faccio. Diciamo: Vaime vate...
Cioè comunque un giudizio positivo o negativo, cioè, Boncompagni poi è questo grande professionista che sembra...
Boncompagni guarda che c'ha una capoccia, Boncompagni c'ha veramente la capoccia che gli fischia! La Guzzanti pure, lei grande talento, proprio grande grande. Lei faceva le prove con la stessa carica che avrebbe poi usato quando poi andavamo in... non era diretta però insomma era una specie di differita.
E la Dandini?
La Dandini pure lei è una grande, è bravissima, è una che ti insegna tutto. Guarda, secondo me, le migliori spalle che puoi avere in Italia... cioè la migliore in assoluto è Serena Dandini, la Gialappa's, secondo me, è ancora di più, però la Gialappa's è già come se fosse un altro comico, non è una spalla, è una spalla atipica, è una spalla che interagisce tanto perché ti cambia il percorso. Tu puoi anche scrivere una cosa. La Moratti era molto scritta perché c'avevo delle cose da dire, quando facevo, che ne so, Mapi oppure le altre cazzate, andavo lì, sparavamo cazzate, cioè più o meno hai un canovaccio e poi loro sparavano cazzate. Loro però ti cambiano il percorso. Loro improvvisano, infatti se ne fanno... non se ne fanno tante, a parte a me non piace, secondo dopo un po' si stancano anche loro, non dicono la stessa cosa sempre, quindi se ce n'è una fortunata, ci teniamo quella fortunata, in quello il lavoro è bello. Con Serena, tu scrivi le cose, e Serena se tu, che ne so, ti sbagli, con Serena era praticamente diretta differita, ti sbagli Serena ti riacchiappa e ti riporta lì, in questo è proprio naturalissima, nella maniera più naturale possibile, lei invece segue al millimetro tutto. Sembra che sia casuale, invece lei è proprio precisissima e ti... assolutamente esalta proprio tutto esalta... la minima cazzata lei la esalta. Però gli amici, quelli che amo di più, quelli a cui voglio un bene, un affetto incondizionato sono i Gialappi, Fabio, Forrest quest'anno... quella è bella gente... proprio umanamente.

D: E la Gialappa's? Mi definisci un po' Santin, Gherarducci e Taranto? Sono molto diversi tra loro, immagino.
R: Sì. Giorgio è più sornione così e poi tira fuori delle bombe che tu scappi via... fa delle cose gravissime, proprio entra male, in scivolata, malissimo proprio. Fa delle cose che tu dici: "ci arrestano". Marco: cazzeggio puro, dall'inizio, alle prove fino alla fine così. Carlo è una sicurezza, se vuoi portare a casa un lavoro devi contare su Carlo. Carlo ti ripiglia il discorso, sai che ad un certo punto, da una cosa scritta con loro che cazzeggiano, devi finì 'sto pezzo, chi ti dice la parolina giusta che li riconduce poi al discorso principale, per dire: "Ciao a tutti, è finito il pezzo" è Carlo, se no, loro continuano a chiacchierare.
Ma tu pensi che loro comunque adesso siano arrivati ad un certo punto, alla fine di quello che possono dare alla tv, nel senso secondo te loro possono dare ancora qualcosa di nuovo?
Qualcosa di nuovo l'hanno data quando sono nati...
Secondo me però, negli ultimi anni "Mai dire Gol" è un po' calato. Forse l'anno scorso con te e con De Luigi ci sono stati dei nuovi stimoli...
Ma i "Mai dire Gol" storici sono stati quelli con Aldo, Giovanni e Giacomo, anche i primi primi.
Secondo me adesso sono arrivati un po' anche con "Mai dire domenica" e "Mai dire Maik" che sono un po'... pensi che loro possono dare ancora qualcosa oppure...
Secondo me sì perché loro c'hanno... certo che questa formula è una sicurezza sia per loro che per chi ci lavora e funziona sempre molto bene e quindi... io non lo so, so che loro sono un po' una fucina di idee, di iniziative, di cose, quindi secondo me possono proprio inventarsi... questo modo è solo loro e comunque l'hanno inventato solo loro, questo stile qui. Secondo me, possono assolutamente dare delle cose nuove, quando magari loro... loro magari arriverà un momento in cui avranno voglia di cambiare, non credo che ancora sia arrivato questo momento.
Adesso non lavorerai con loro, giusto?
Io adesso no. Tento una nuova esperienza.
Pensi di ritornare a lavorare con loro?
Ma sicuramente.

D: Parliamo invece degli Elii. Il tuo approccio di ascoltatrice, da fan.
R: "Cara ti amo", su una cassettina che mi ha preparato... ah, no! Sì. "Cara ti amo" ma in un cd, ascoltato in casa di un amico toscano di mia sorella, io avevo... ero piccola, ero adolescente... ho pensato: "Ooooh, bello questo!"
Ti sei subito comprata gli album...
E poi mi sono comprata gli album e me li cantavo. Certi li so a memoria, certi li ignoro, cioè, alcune cose le ignoro.

D: Qual è l'album o la canzone che preferisci?
R: Ce ne stanno tante...
Un album, dai.
"Elio samaga" è bellissimo, "Eat the phikis" è bellissimo. Uno bellissimo è quello con "La saga di Addolorato"... "Esco dal mio corpo e ho molta paura".
Qualche canzone in particolare di questi album?
A me "Tapparella" mi fa impazzire, "Tapparella" è proprio uno scorcio di vita. "Tapparella", poi ne sento un'altra e dico un'altra. Diciamo "Tapparella".

D: Invece l'album che ti ha deluso, che non ti è piaciuto molto, che ti aspettavi molto e invece ti ha deluso?
R: Non lo so. Perché c'è stato un momento che ho un po' mollato... io, tipo, "Craccracriccrecr" l'ho sentito adesso. Prima sapevo le canzoni quelle che poi fanno in concerto e quelle che ho sentito, però tutto l'album bene l'ho sentito soltanto adesso. Mi è piaciuto, però, preferisco "Eat the phikis".

D: Ma tu andavi anche ai concerti?
R: Guarda, non ho fatto mai in tempo. E' stato un po' tipo "French Kiss", lei che sta a Parigi e non vede mai la Torre Eiffel... passa il pullman davanti, no? Quando loro erano a Roma, io non è che girassi tanto. Quando loro erano a Roma magari io non facevo in tempo a prendere i biglietti, oppure io lavoricchiavo sempre, dai quindici anni, facendo i compiti, finendo tutto ma ho sempre lavorato. Io, il sabato sera ce l'avevo impegnato a lavorare col gruppo e le altre serate magari a studiare, ad andare a letto presto. Vita regolarissima, anche troppo.
Ti stai rifacendo adesso, praticamente, ne stai seguendo una marea adesso. Non ce la fai più!
No. Infatti proprio era un sogno per me cantare con loro. Io ero fan, mi piacevano tanto, non ero "fava", né un interesse del genere. Non ho mai avuto un interesse nel praticare la "faverìa", però non la "faverìa" in quanto "faverìa" ma in quanto fan, però quando abbiamo cantato insieme a... cioè le prime volte, i miei ragazzi mi hanno detto: "Quest'anno ci stanno Elio e le Storie Tese, cantate insieme!" Io ho detto: "Ma, scherzi? Ooh!" E il momento più bello di "Mai dire Gol" 2001, i momenti più belli in assoluto, li ho passati in sala prove con loro. Non è stato un "Mai dire Gol" fortunato, per me sì, perché ho fatto un sacco di cose belle, che mi sono piaciute e sono piaciute, che ne so, chi mi ha poi premiato per quella cosa là. Però i momenti più belli di "Mai dire Gol" 2001, erano in sala prove con loro.

D: Cosa hai pensato appena l'hai visti per la prima volta?
R: Ero contentissima e un po' emozionata perché la cosa è partita dalla finale di "Mai dire Maik", dovevamo cantare "TVUMDB" insieme e io facevo Mapi, e invece la puntatona finale di "Mai dire Maik" che era di due ore quindi c'ero anch'io, abbiamo provato il pezzo, ci siamo trovati bene, è stato bello così, dopo non l'abbiamo più fatto per questioni di tempo, ed ero contentissima di non averlo fatto perché mi prendeva l'ansia. Poi l'anno dopo abbiamo fatto un sacco di roba insieme, ci siamo conosciuti e là... cambiano i rapporti, è diventata amicizia e ...
E adesso cosa pensi di loro?
E adesso penso... cosa penso? Caro il mio stronzo...

D: Un pregio e un difetto per ognuno di loro? Te li dico io: Faso.
R: Faso... non ce la posso fare...
Ti faccio un'altra domanda: Faso come padre, come lo vedi? Lo sai che è padre?
Bene!
Non sembra strano?
Nooo! Però non lo so, non vorrei dire cazzate.
E Mangoni?
Mangoni è l'uomo della mia vita! Mangoni forever!

D: Come li vedi tra trent'anni gli Elii?
R: Molto più anziani.

D: Come ti vedi tra trent'anni?
R: Moderatamente più anziana.
E tra trenta minuti?
Leggermente più anziana.

D: I tuoi gusti musicali invece?
R: I gusti musicali vanno da Living Colour, Harry Connick Jr, ma anche Craig Armstrong ma soprattutto Jeff Buckley su tutti, ma anche David Sylvian però anche... quelli che mi hanno accompagnato... quando ero piccola David Sylvian, quando ero più piccola perché ero pensierosa... poi quando ho scoperto Jeff Buckley proprio Jeff Buckley tutta la vita. I Living Colour però pure mi piacevano. Quando ero piccola io ho ascoltato tantissimo insieme, un po' prima dei Living Colour, li ho scoperti tardi, l'album "17 re" dei Litfiba che poi non mi sono mai più piaciuti, da "Viva Cangaceiro" in poi, ma l'album "17 re" mi piaceva da morire, era bellissimo.
Ma Duran Duran o Spandau Ballet?
Duran Duran. Il mio primo concerto Duran Duran.
E per chi spasimavi?
John Taylor... secondo voi c'è della merda qua intorno?
Potrebbe essere il dopobarba di Duccio... Invece di italiani?
De Gregori tanto mi piace... italiani... chi mi piace...
Paola & Chiara?
Tantissimo. Carmen Consoli è brava, mi piace. Mi piace Ivano Fossati, mi piace solo "Nero a metà" di Pino Daniele. Italiani... i primi dischi di Bennato. Mi piacevano tanto i Queen, mi piacevano... quando ero piccola io ascoltavo i Queen, i Dire Straits, Fabrizio De Andrè, perché mio fratello di otto anni e mezzo più grande di me mi educava. Da una parte c'era la fazione "Baglioni" ovvero mia sorella, un anno più piccola di lui, assolutamente contrastata da mio fratello che mi diceva: "Vieni qua, vieni qua" e mi faceva sentire... sono cresciuta io a otto anni cantavo Bicycle, bicycle... (canta, ndL) MI ha fatto sentire 'sta roba qua quando ero piccola. Allora per quello dico Bennato, "Burattino senza fili", De Andrè... quando mai una ragazzina De Andrè, infatti De Andrè da piccola non mi piaceva... è difficile, una ragazzina... però lui diceva:" Vieni qua... " I Dire Straits li sentivo tanto perché a lui piacevano. Sentivo tanto loro e anche coso... come si chiama lui, lo sentiva moltissimo mio fratello... dai, coso lui... è come dire...
Una canzone?
Honesty (canta, ndL)
Billy Joel.
Billy Joel, ecco. Mio fratello era pazzo di Billy Joel e sentiva Billy Joel sempre sempre. La musica mi piace tanto, però tutta quanta, cioè non c'è una cosa. Ci sono parecchie cose che mi fanno schifo, però mi piace... varia, diversa, non è che mi fisso su un genere.

D: Quanti sogni hai nel cassetto?
R: Ma guarda sogni nel cassetto...
Accanto ai calzini...
Accanto ai calzini, diciamo

D: Sei soddisfatta di te stessa?
R: Non sempre però, sì.
Cosa cambieresti di te?
Un sacco di cose.
Fisicamente, di carattere?
Le cose fisiche tutti le cambierebbero, perché uno non è mai soddisfatto, non è una questione di bellezza... io mi sento, per esempio... io vorrei essere un po' più bassa, non minuscola ma di essere un po' più bassa. E' una fissa scema per chi magari è bassino e dice: "Ma no, sei fortunata". Mi trovo male in questo corpo, per esempio, perché mi sento goffa, mi muovo male perché nella mia testa sono otto cm più piccola. E' una questione di testa, sono stronzate e basta.
E invece caratterialmente?
Un po' più di calma, un po' più di... perché sono... sono cortese e ben educata però io sono molto nervosa, vado nel panico per qualsiasi cosa.

D: Il fatto che il 98% degli uomini che ti incontrano, si innamorano di te...
R: Questo chi l'ha stabilito?
E' una nostra statistica. Ti crea problemi? Come lo vivi questo fardello?
Ah, guarda, non ne sapevo niente, me lo stai dicendo tu adesso. Riguardatemi negli occhi... è la verità?
Prendi atto che è così.
Lo so che c'è gente che mi ammira e mi fa piacere...

D: Questa invece è una chicca che ho scovato: un sondaggio di "Tv, Sorrisi & Canzoni" dice che tu sei la terza testimonial ideale per sponsorizzare i pandori.
R: I pandori?
Al primo posto c'è tipo Lorella Cuccarini, al secondo non lo so... ecco, questa responsabilità come la vivi?
Ragazzi, vi posso dire solo questo: è un duro lavoro, qualcuno dovrà pur farlo.
E' uno sporco lavoro...
E' uno sporchissimo lavoro!

D: Tu hai vissuto molto a Milano. Cosa pensi di Milano e dei milanesi?
R: I milanesi, quelli che frequento sono amici miei, li adoro, quindi... io non sono tanto legata alla città di Milano per i soliti luoghi comuni e cioè clima e paesaggio. Io amo tanto Roma perciò è chiaro che quando sto tanto a Milano mi manca soprattutto il clima della mia città. Io, questo... non me ne libererò mai credo. Poi Milano è bella perché è legata alle persone che amo, ai miei amici, ormai cioè, ho veramente tanti, tanti amici qua, quindi che devo fare, Milano la amo perché la associo a qualcosa di buono.
Ci vivi bene?
Ci vivo bene, però Roma non si può sostituire.
Visto che la ami tanto Roma, cosa detesti di Roma?
Questo stronzo che mi sta intervistando! Certe volte, un certo tipo di... cioè, stando molto a Milano ho visto che, per esempio, se qualcuno mi fa i complimenti, magari, a Milano è nella media un pochino più cortese di una persona di Roma, nel senso che spesso nel carattere dei romani, che poi a me non fa nessun effetto perché ci sono nata, nel carattere dei romani c'è un po' di arroganza, un pochino troppa confidenza. Sono un po' strafottenti e quindi magari certe volte possono essere... io, per fortuna, sono stata fortunata finora, non ho mai trovato uno stronzo, a parte te. Per ora è andata bene, però c'hanno questo carattere qua. Poi il casino, ma quello c'è pure a Milano. Però Roma io ce l'ho proprio nel cuore.

D: Hai del tempo libero?
R: Poco.
Come lo passi? Hai delle passioni diverse da quello che fai? Quando sei proprio in relax...
In relax, in vacanza? Guardo zero televisione e mi faccio una scorpacciata di libri, però penso che sia normale. Non leggo una cifra. Leggo una cifra quando sto in vacanza, negli altri momenti leggo proprio poco. Leggo sempre, ogni giorno, però certe volte leggo una pagina e poi crollo. Se veramente ti gusti una cosa, un bel libro, te la gusti in vacanza. Posso consigliare un libro? E' di Erri De Luca e si chiama "Tre cavalli".

D: Ultimo film visto, ultimo cd acquistato, ultimo libro letto.
R: L'ultimo film visto è "L'ora di religione" di Bellocchio...
Piaciuto?
Sì. Però ci devi entrare nel film. L'ultimo cd acquistato, l'ho acquistato l'altro giorno, l'ultimo di Craig Armstrong. L'ho già sentito, è bello.
L'ultimo libro è questo qua di Erri De Luca?
L'ultimo libro letto Erri De Luca, però ne ho una sfilza, se volete.

D: Progetti per il futuro? Sappiamo che fai il programma di Morandi...
R: Il programma di Morandi... con la Cuccarini.
A te paice la Cuccarini?
Da morire. Mi piacciono, e in questo sono proprio una signorina borghese o che...
E poi i pandori come te...
Io e lei ce la battiamo sui pandori, calcola sempre questo... mi piacciono le persone serie. Lorella è seria seria ed è proprio adorabile, è proprio una persona che le vuoi bene subito.
Ci vuoi dire cosa farai più o meno in questo programma?
Ancora no.
farai: "Comprate 'sto biglietto" oppure no...
No. Quella è una parte istituzionale che fa Lorella che è una brava presentatrice e questo lo fa seriamente, è una in gamba. Poi Morandi è la storia della musica, sta lì, canterà e farà quello. Io farò delle cose musicali con lui, delle cose mie, magari divertenti. Insomma non è che farò sbellicare, sicuramente saranno cose più...
Cambi un po' il tiro...
Certo. Il massimo che si possa fare a "Mai dire Gol" si è fatto... cioè tipo, a "Mai dire Gol" si fa "Mai dire Gol", se cambi, vai da un'altra parte, giochi su altre corde, sicuramente cose più musicali, magari sempre divertenti, che ne so, però cose più musicali...
Con la Cuccarini nel canto le dai una pista... (Krnp)
Io questo non lo so...
Adesso perché devi creare queste cose... perché sei stronzo! (Leez)
Perché sei uno stronzo!

D: Fatti una domanda e datti una risposta.
R: Veramente mi hai chiesto questa cosa? Ti rispondo citando la Guzzanti: "Fatto".

D: Facci una domanda e ti daremo una risposta.
R: Vi ripeto secondo voi c'è della merda qui intorno?
E' il dopobarba di Duccio. (Krnp)
Ma no, non si può scrivere questo! (Dux)
Tu censuri e io lo scrivo ugualmente! (Krnp)

D: Qual è stata l'esperienza lavorativa che ti ha dato di più e quella che ti ha dato di meno?
R: Qua devo dividere teatro, televisione e cinema. Teatro: lo spettacolo che ho fatto con la mia compagnia che è "L'ira Diddio" che è uno spettacolo che mi ha dato tanto. In televisione assolutamente la Gialappa's, "Mai dire Gol", non ci piove. Cinema, Carlo Mazzacurati per ora, dico nella lavorazione Mazzacurati, per ora "Se fossi in te", il film di Giulio Manfredonia, perché per ora è così. Poi ho visto il film di Carlo e mi è piaciuto tanto nella lavorazione è stato bello. No, pure "Se fossi in te", là non saprei scegliere perché uno ancora dobbiamo maturarlo.
Invece quello che ti ha dato di meno?
Il film. "Un altr'anno e poi cresco".

D: Hai detto molte bugie durante questa intervista?
R: No, credo... nemmeno una. Semmai mi sono astenuta.

Un ringraziamento particolare alla nostra beniamina Paola Cortellesi, sperando di avere presto occasione di rivederla!

L'intervista a Paola Cortellesi

(l'intervista a Paola Cortellesi)

 

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