L'angolo del Linguista pt. 4

Kranpo
a cura di Kranpo

22.2.2001

Ben ritrovati, mi ha scritto, a fine dicembre (e mi scuso per il ritardo…), Riccardo Clerici, ancora una volta sul termine “magutti”, vocabolo davvero controverso, che ha attirato molto la vostra attenzione, sul quale speriamo di gettare una luce definitiva. Scrive:

I Magutti (dialetto: Magutt, almeno qui in provincia di Novara) non sono propriamente i muratori. I magutti rappresentano infatti il primo stadio della gerarchia di un'impresa edile, che si articola appunto in Magutti, Manovali, Muratori e Capomastri. Il compito svolto dal magutto si traduce in un lavoro di pura fatica, quale il trasporto di sacchi di cemento, mattoni, ecc. e non usa la cazzuola e il frattazzo (simbolo, questi, del vero e proprio muratore). Dopo un certo periodo di apprendistato, il magutto passa manovale. Bisogna dire che la maggior parte degli operai edili è composta da manovali. I muratori veri e propri sono quasi una casta chiusa. Quindi, in definitiva, i magutti sono elementi molto giovani che svolgono il lavoro più duro. Magutto deriverebbe dal latino "Magister aiutum" (o simile, sto citando a mente e non ricordo bene), cioè propriamente aiuto del maestro, il quale è il mastro muratore. Saluti Riccardo

Davvero esauriente come contributo, credo proprio che possiamo essere soddisfatti di come sia stato sviscerato questo termine. Vorrei che anche gli altri fin qui esposti, fossero esaminati nel loro contesto dialettale e regionale; bè, se avete qualcosa da dire in proposito, ditelo!
Ora passiamo all’analisi di altri vocaboli.

FENDEREII: [s.m.]
termine diffuso soprattutto nell’Italia del nord-est, di origine recente, riferito agli smodati adoratori della chitarra Fender. I soggetti affetti da tale patologia umanizzano lo strumento dei loro sogni, a tal punto da considerarlo una persona in carne e ossa, fino quasi a farla coincidere con la figura paterna; alcuni lo ricoprono di attenzioni amorevoli e ascoltano ogni suo consiglio; altri si ribellano alla sua autorità ed escono ugualmente la sera, appena lui si addormenta davanti alla tv… ma in fondo gli vogliono bene… l’aspetto più estremo di questa patologia sfocia nel “complesso di Edipo”, che non è una band pop-rock degli anni ’80 di ispirazione ellenica, bensì il fenomeno per il quale il soggetto, volendo copulare con la propria genitrice e vedendo nella chitarra Fender un ostacolo e un concorrente, la distrugge, spesso subendo un trauma (a volte anche irreversibile purtroppo...), che lo porta a parlare come Cesare Cremonini. Sintomi che denotano la condizione del fendereo possono essere i seguenti:
- in una 1° fase il soggetto crede di essere il primogenito di Britney Spears e Justin Timberlake;
- sostiene che la “Red Special” di Brian May sia una birra inglese doppio malto, di pessima qualità;
- caga plettri autografati.
Attenzione! Se un fendereo, nel bel mezzo di una festa, ascolta “Amoremidai” di Paola & Chiara, perde totalmente il controllo; in tal caso si consiglia la massima cautela.

 
POSAPIANO: [s.m.]
si dice di persona lenta e placida. Eh, cosa vi aspettavate?!

 
SAMANETTATI: [p.m.]
parola antichissima che denota i seguaci di un profeta musulmano: Sah-Man-Ett.
Antagonista e contemporaneo di Maometto, nella sua breve vita (morì all’età di 4 anni, in un incidente automobilistico) compì prodigiosi miracoli, tra i quali dare un compagno al Commissario Basettoni, cacciare George W. Bush in America (pensava non ci fosse nulla oltre l’Oceano Atlantico, e invece…), trasformare cani in gatti e gatti in cani, moltiplicare i Baldwin e dare vita alla 1° versione dei Digimon. Ma la profezia più grande la fece in punto di morte: anticipò la venuta al mondo, alla fine del 2° millennio, di un idiota chiamato Nek che avrebbe ammorbato il panorama musicale e così, in nome dell’autorità conferitagli, lo bandì dal pianeta Terra. Soprattutto per questa illuminazione e per fare il suo volere, i samanettati aumentano di giorno in giorno; ma hanno un grave difetto che inficia la stima per il lodevole progetto nei riguardi di Nek: venerano un nuovo Messia, da loro tanto atteso, che riconoscono nell’orrido Amadeus. Tanta scelleratezza li ha però portati nelle grazie di Claudio Cecchetto.
Si vestono con giacche e cravatte di dubbio gusto, ma comunque secondo la moda corrente; non praticano alcun rito particolare, tranne uno: ritrovarsi la domenica ed assistere, alternativamente, a “Domenica In” e “Buona Domenica”.
Il loro testo sacro di riferimento è: “Le defecationi oniriche di Castrolabio Stralunazzi” di Anonimo.

 

E’ tutto!


  (continua... >>)

 

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