Le interviste: Sergio Volpini

Leesa Duccio
Cicalona Verdemela
a cura di Leesa, Duccio
Cicalona e Verdemela
Le Fave Romane hanno realizzato questa intervista il 5 Luglio 2001, al locale "Gusto" di Roma (vedi reperto!).

Domanda: Come e quando hai conosciuto gli Elio e le Storie Tese come musicisti e come e quando come corpi statuari?
Risposta: Come musicisti, correggetemi se sbaglio, nel lontanissimo… 1989?
Bravo!
…quando uscirono con il video dove erano tutti scemi sullo sfondo azzurro…insomma uscirono con un video che neanche Mediaset passava, lo passava tipo Italia 7, o roba del genere…
Abitudinario
Comunque tutto cominciò però penso ancora prima o addirittura in quel periodo lì, perché io c'avevo… anzi no… 14/13/88 può darsi? …Sta di fatto che nel terzo superiore, in terza media, noi non facevamo altro che alle lezioni di filosofia e italiano - perché letteratura italiana erano otto ore alla settimana, quindi erano un bel po' di ore - mettevamo gli auricolari, uno su un orecchio, uno sull'altro orecchio dell'altro, quindi uno a testa, con il walkman e sentivamo le mitiche canzoni: "Il vitello dai piedi di balsa", e poi ovviamente già da allora il mio gusto rocker veniva fuori quando ho sentito "Urna, urna, urna", quando sentivo "Urna" io mi esaltavo una cifra, nonché "Supergiovane". Quando però c'erano le canzoni tipo: "Atterri sul giardino di casa poi ti muovi sicura e fresca come in un giardino di primavera", quello lì era il momento di ilarità, quindi c'era il momento della professoressa che spiegava, noi che ridevamo e ovviamente in queste situazioni ti viene da ridere ancora di più e quindi la professoressa ci bastonava sempre perché ridevamo. Diverse note le ho prese a causa del loro disco…
C'erano le cassette pirata…pensa che la mia cassetta dove c'è quel disco lì, è una cassetta duplicata, non l'ho mai comprato. Lo comprerò adesso che ho fatto i soldi!
Poi li ho conosciuti ovviamente in maniera fisica a Radio Deejay quando uscii dalla trasmissione che feci con Paoletta "Collezione privata". Uscendo vidi nello studio rosso loro che facevano "Cordialmente" in diretta. Io da fuori gli facevo dei cenni, loro mi hanno riconosciuto e avendo loro un certo interesse nei miei confronti perché avevano capito che cantavo le loro canzoni dentro la casa, mi hanno fatto entrare subito in diretta e ho fatto il pezzo dove imito Rocco e Faso fa la parte di Marina che è andata in diretta, poi un sacco di gente l'ha ascoltata e si è messa a ridere. Lì, li ho conosciuti. Poi, vuoi per un caso, vuoi per un altro, ci siamo incontrati tantissime volte io e Elio all'aeroporto. Quindi ogni volta ridevamo e scherzavamo. Addirittura l'ho incontrato una volta che veniva da Roma, quando faceva la parte drammatica teatrale, voi lo sapevate? Ha fatto anche la parte drammatica seria.

D: Cosa hai provato quando hai saputo che la Gialappa's ti aveva ribattezzato "Ottusangolo"?
R: Ah, una domanda proprio nuova! Però voglio darvi uno scoop. A voi sì! A tutti ho detto sempre che non ho provato fastidio, etc. etc. C'è un però, anzi un ma, anzi ancora c'è un perché. Perché dentro la casa avevo un terrore, io stavo uscendo e ho detto: "qui c'è il terrore", primo: che mi dicessero che ero froc.. che ero gay perché non c'avevo provato con nessuna, davanti alle telecamere… e qui fermiamoci; secondo: ero rimasto indifferente, io avevo paura dell'indifferenza perché ero conscio delle mie potenzialità televisive, ma sapevo benissimo che là dentro, in quella situazione, non ero riuscito per niente ad esprimerle. Perciò da un lato non vedevo l'ora di uscire per esprimerle, cosa che ho fatto, e dall'altro però avevo il timore che non avendole espresse dentro, non avrei più avuto la possibilità. E vi do sto scoop esagerato: perché Sergio andò dallo psicologo tre giorni prima di uscire? Per rivelargli questo dubbio esagerato. Appena sono uscito, c'era un amico mio che mi ha abbracciato e m'ha detto una cosa all'orecchio. Mi ha detto: "Sergio, ci sono cose molto pesanti per te, tieni duro e preparati!" Non vi dico! Il tempo tra là che avevo festeggiato e lo studio, c'era l'autore che mi diceva che il programma andava benissimo, a me non me ne fregava un cazzo! Io pensavo: " Tutta Italia dice che sono froc.. ehm, che sono gay o dice che sono un cazzone, che sono un buono a nulla". La tragedia proprio. Quando sono arrivato e questi mi hanno fatto vedere che ero diventato protagonista della trasmissione che io più amavo degli ultimi dieci anni e ho pensato: ""E' questa la cosa pesante? E' grandioso!!" La mia reazione negativa che tutti pensavano si è trasformata in una reazione positivissima. Io avevo paura dell'indifferenza quando invece il protagonismo era la miglior conseguenza. E' stato bellissimo.
Quando Daria mi ha fatto vedere la storia: "Ci hai provato con quella, hai detto questo e quell'altro, no? Mi veniva solo da dire: "Ma passa avanti, fammi sentire 'sta cosa pesante che m'ha detto l'amico mio". Quando lei mi ha detto: "Adesso ti faccio vedere una cosa che vediamo come la prendi…", mi sono gelato e ho sperato. Quando ho visto la Gialappa's io ho detto: "Evvai! Grandioso! Straordinario!" E questo è come è nata la sensazione positiva, se no tutti non capiscono come ho fatto a reagire bene, primo; e secondo, cosa che non tutti capiscono, che tutti cercano di dare ad "Ottusangolo" che è una parola assolutamente nuova del vocabolario italiano, perché, parliamoci chiaro, è nata anche con me, una connotazione piuttosto negativa, quasi come a dare un sinonimo da scemo, non si sa esprimere con le parole, etc. Quando invece è una condizione forzata questa, una connotazione forzata, perché la Gialappa's nella sua trasmissione non ha fatto altro che isolare una parte di me che è quella ironica e lasciare le parti che a loro non interessavano, quella filosofica, quella profonda, etc. Non solo, i primi ad essere consci e consapevoli di tutte le mie caratteristiche sono proprio loro, e sono proprio loro ad aver isolato una delle caratteristiche. Solo che i giornalisti, siccome non sanno mai che cazzo dire, si attaccano sempre a questa cosa dell'Ottusangolo e la trattano in maniera negativa e si stupiscono quando io rispondo loro in maniera seria e coerente.
Ma quindi ti diverte questa cosa alla fine…
Mi diverte da un lato, da un lato tra un po' mi stuferà e secondo me, un conto è dire che sei ironico, un conto è dire che tutti ormai ti identificano con questa cosa dell'Ottusangolo in maniera negativa. Io c'ho fatto una pubblicità, avete visto? Perché l'ho sempre vista in condizione mia e la pubblicità non è per niente offensiva, anzi è molto mia, cioè sono io che mi esprimo e va a finire con l'Ottusangolo…
Ti è servita anche come riscatto…
Sì, però diciamo una cosa, avrei raggiunto, al di là dell'Ottusangolo, un tale successo, rispetto anche agli altri, se non ci fosse stato l'Ottusangolo? O se non ci fosse stata la Gialappa's che avesse detto: "Ottusangolo"? Non si sa. Molto probabilmente no! Non avrei potuto esprimere quello che invece volevo esprimere. Adesso invece mi trovo in una situazione che posso esprimere, come dicevamo prima, tutto quello che voglio. Voglio fare le canzoni, le faccio e non c'è problema, voglio fare l'attore e faccio l'attore. L'Ottusangolo mi è servito come lancio, perché ho sempre poi dimostrato che questa cosa della connotazione negativa non è poi così fondata, perché in tutte le altre trasmissioni ho sempre detto la mia in maniera molto più chiara degli altri, ho detto sempre le cose in maniera molto più normale e anche un po' più incisiva degli altri ed è questo che ha creato poi il personaggio finale. Ho unito l'Ottusangolo che già c'era a quello che avevo da mettere e ancora ho molto da mettere. E poi, ragazzi, non trascuriamo anche il lato economico, eh? In questo campo, successo equivale a conto in banca, quindi…Adesso vado in Sardegna a fare il surf, prima ci stavo due mesi perché dovevo ammortizzare il viaggio di andata, adesso ci vado una volta, poi ci ritorno tra tre mesi…A parte che l'attrezzatura, pensate che bello, prima me la davano perché ero un atleta, adesso me la danno perché sono famoso, è bellissimo! Non ho mai pagato l'attrezzatura, in poche parole.

D: Dicci qual è la tua canzone preferita di Elio e le Storie Tese e qual è il tuo album preferito.
R: Sicuramente la mia canzone preferita, per il mio lato rock è "Urna" e poi è anche la più cult, voglio dire, ha questo messaggio particolare, il modo di trattare questo tema orribile in maniera totalmente diversa da come lo trattano gli altri, quindi anche lì loro sono più avanti degli altri. Poi mi piace moltissimo "Cinque giorni di tristezza e poi corri incontro alla vita" [canta, ndL], quello è un capolavoro. Non è la mia canzone preferita, però una di quelle che amo tantissimo è "Discomusic" sempre per il solito discorso che loro con una canzone ironicissima, bellissima, dal lato musicale molto frizzante, riescono a prendere per il culo tutti quelli che vanno in discoteca in un determinato modo. Quando dice: "Prendiamo le pasticche e poi…" [canta e ride, ndL], è bellissimo, genialata. E poi insomma, non è loro, però questo ingresso di Giorgio Bracardi, "io sono stronzo, testa di cazzo" [canta, ndL] quello è bellissimo, pensate che c'ho fatto un video con un amico mio un anno fa mentre andavamo per la Sardegna, tra i tornanti tra Cagliari e Villasimius, ho messo la cinepresa e ho messo la canzone sotto, proprio l'idea del viaggio, no? "Io vado a zonzo come 'no stronzo" [canta, ndL].
Il mio album preferito purtroppo… purtroppo per loro perché chiaramente non gli dà… comunque, quello là, il primo che non mi ricordo manco più come si chiama, quello dove c'è "Urna"
Il secondo! Quello è il preferito quasi di tutti…
Quello è un capolavoro, ragazzi. E' un po' come i Nirvana con "Nevermind". E poi l'ultimo, "Craccracriccrecr" che mi piace una cifra. Io devo dire che tra quello là [Rum Casusu, ndL] e "Craccracriccrecr", c'ho avuto un calo io personalmente, quando ho risentito "Craccracriccrecr", ho detto: "No, sono tornati!" Ogni canzone è bella, poi c'è quella del "Farmacista", non mi togliete quella, per il solito discorso che c'è la fase lenta e poi fa: "Farmacista tuuuu…" e quello è molto punk.
L'hai mai vista dal vivo?
No. Pensate che stavo per andare vicino Milano, in una specie di teatro l'anno scorso.
Ho telefonato a Silvia per dirglielo quando ancora non ero famoso…
"Craccracriccrecr" l'ho comprato, questo l'ho comprato! Eravamo in Sardegna, l'ho comprato quando ho sentito "La canzone di una volta" che ci è piaciuta, qui c'è qualcosa di… qui c'è. Poi ho sentito "Il Rock and Roll", "Caro 2000" e che poi è anche quella più commerciale, poi "Discomusic" insomma è clamoroso.
Insomma tu non li hai mai visti dal vivo?
No, perché io volevo andare in quella volta, poi non sono andato, poi sono diventato famoso e non ci sono più potuto andare. Adesso voglio assolutamente venire.
Magari canti pure qualcosa…
[ride] Potrei introdurre il concerto di Elio e le Storie Tese con il mio gruppo [ride], straordinario…
Ma lo sai chi è stato gruppo di spalla EelST? Gli Ossi Duri, un gruppo di ragazzi che fanno le cover di F. Zappa che sono in tour con Ike Willis alla voce, proprio rockettoni seri, hanno fatto da spalla a Elio.
Proponiamolo, dai! Allora, aspetto di proporlo alla tv, a settembre lanciamolo. Se un giorno volessi lanciarla non la voglio lanciare nella maniera più commerciale del mondo, cioè Grande Fratello Tour, ma la voglio lanciare in una maniera CULT, quale occasione migliore del concerto di Elio, fantastico, anzi sarei quasi emozionato.
L'ultimo concerto che hanno fatto a Milano, all'Arco della Pace, è andato in diretta su Internet…
Addirittura ne ho sentito in diretta un pezzo con Paola Cortellesi
A "Libero"
Dov'era in Sicilia?
No, da Roma, dall'auditorium di Santa Cecilia
Io ero in trasmissione!
E' vero! E poi hai parlato per telefono col ragazzo della tipa delle Lollipop…
E' stato fichissimo…che poi non lo hanno mandato in onda tutto. Non hanno mandato in onda il pezzo migliore. C'è un momento che mi passano Greco, quello di "Furore", e gli dice: "C'è Volpini in linea" e lui: "Ma chi è Volpini?" "E' Sergio del Grande Fratello!" Appena sento così gli faccio: "Greco! Furore, Furore, Furore na na na na!" [canta] Tutta la gente che applaude e non l'hanno mandato in onda quello. Io spero che lo mandino in onda negli inediti, perché era un pezzo clamoroso, lui rimane di merda proprio.

D: Ce lo puoi raccontare un aneddoto inedito che è successo dentro la casa del Grande Fratello?
R: Come no? Quando stavo con Maria Antonietta ad un certo punto…stop. :)
Tutto qua?
Una cosa bruttissima che non hanno mai mandato in onda…io facevo questi duetti con Pietro, lui cantava: "E questa è casa mia e qui comando io" che è tipica abruzzese e io cantavo: "Io sono stronzo, testa di cazzo, oh oh oh oh, oh oh oh oh", perché non sapevamo cosa fare e non l'hanno mai mandato in onda. Poi non hanno mai mandato in onda che io ho insegnato praticamente a tutto il gruppo a pogare, a tal punto che le ragazze, ad un certo punto quando io facevo [qui schiocca le dita] così, e chiedevo per animare la serata al Grande Fratello di mandarci "Du Hast" dei Rammstein che è la tipica canzone per pogare, ce la mandava e le ragazze si prevenivamo mettendosi il cuscino in spalla e pogavano anche loro. Ma tutta 'sta cosa in maniera terribile non è andata mai in onda e dire che avremmo pogato almeno cinque o sei volte.
Secondo te perché l'hanno tagliato?
Perché bisognava mandare in onda il pianto, la tragedia, la sofferenza, l'amore che non va. Sergio che insegna a tutti quanti a pogare probabilmente non fa audience. Oppure diranno: "Ma questo che scemo, che deficiente!" Comunque…
Senza fare polemiche…
No, no! Facciamola, facciamola! Voglio dire, non solo questo non hanno mandato in onda. Diciamo che non hanno mandato in onda i momenti dove mi sono divertito di più, quindi praticamente io stavo sempre zitto e quindi o dicevo una cazzata o…se voi calcolate, se non ci fosse stata la Gialappa's, io sarei andato in onda solo quando mi sono fatto la ceretta e pochissime altre volte, quindi…perché da me, anche se non me lo hanno detto, da me volevano che me le scopassi tutte, che facessi il galletto della situazione. Però mi potevano mettere qualche figa in più, no?
Ma non c'era competizione tra te e Pietro?
No, pensate che degli uomini era l'unico con cui andavo d'accordo! La cosa straordinaria è che loro ci hanno messi dentro convinti che io e lui, prima o poi, ci saremmo picchiati, e invece appena entrati dentro eravamo gli unici che andavano d'accordo. Pensate che il primo giorno eravamo seduti uno da una parte uno a capotavola dall'altra. Ad un certo punto, presi dall'imbarazzo di quelli che avevamo intorno, ci guardavamo come per dire: "Adesso io e te cosa facciamo?" E poi il lato sportivo, comunque lo sport è una scuola che aiuta molto, che accomuna molto.
Quindi non c'è stata proprio rivalità…
Per niente. Se qualcuno, ogni tanto, gli dice che io sono più bello di lui allora va un attimo in crisi ma è lui, siamo sempre amici. Calcolate che, adesso come adesso, Pietro l'unico con cui si sente volentieri sono io.
Infatti non è rimasto in contatto con gli altri…
No. Solo con me. Poi, pensate…vi do' un altro aneddoto. Sta girando una fiction dove c'è un punto in cui lui deve fare, c'è un amico suo Matteo che è morto per terra, lo guarda e rivolgendosi agli altri deve fare: "Matteo è morto!" Però gli viene sempre da ridere in questa scena e l'ha fatta cinquanta volte. Ogni volta allora che me la racconta 'sta scena, ogni volta che ci mandiamo i messaggini SMS, io finisco la frase, lui pure con "Matteo è morto". Ormai è diventato un tormentone.

D: Raccontaci con tutto te stesso la filosofia che ispira il tuo brano.
R: Quale brano?
Ma come? "La Treebù"!
Ma come fate ad aver scritto questa frase che ne abbiamo parlato stasera?
Ma noi le avevamo scritte prima le domande! Prima abbiamo chiacchierato amichevolmente, questa è un'intervista!
Calcola che la filosofia della "treebù" l'ho fissata nero su bianco tipo cinque notti fa, una settimana fa. Io direi così, invece di dilungarmi in parole, potrei…no, dopo però la frase la commercializzo, no…anzi vi prego di… quello è diritto d'autore, no?
Stai tranquillo, noi scriviamo quello che vuoi tu
La filosofia in breve è questa. Tutto è nato da me e i miei amici, dal mio gruppetto, praticamente abbiamo notato che, nonostante magari molti tra di noi potessero raggiungere gli stessi risultati lavorativi, amorosi e via dicendo, comunque il modo di affrontare, di ragionare comunque anche le conseguenze mentali che questi eventi ci portano sono molto differenti uno con l'altro e soprattutto ci sono dei modi che si possono ritenere più maturi e di uno spessore maggiore rispetto ad altri, sempre riferito a questo modo di affrontare mentalmente a livello proprio di sensazioni, di emozioni, di riflessioni magari lo stesso tipo di fine raggiunto, parliamo ad esempio, no? Allora, uno è direttore, l'altro è direttore, faccio un esempio. I due direttori, sono tutti e due direttori di un ufficio, però il loro modo di riflettere, di godersi questo loro traguardo è totalmente diverso però c'è un metro per cui potremmo dire che uno è più giusto, ma più che giusto più profondo dell'altro e che fa godere in maniera più realistica e intensa l'uno rispetto all'altro il momento e la finalità raggiunta. Questo in breve, è molto più lungo il discorso però in sostanza, in breve… e so che questi ragionamenti in breve sembrano delle stronzate però detti in breve…La "Treebù" non è altro che tutta quella serie di giovani che non si identificano nella generazione che danno tutti i media. C'è una sorte di generazione moderna che identificano i media, e invece noi non ci identifichiamo in quella e pensiamo che molti ragazzi non si identifichino in quella generazione, bensì in una generazione che ama sì Internet e tutto quanto, però ha un modo di affrontarlo totalmente più romantico, profondo e spirituale e se vogliamo, tra virgolette, anche egoistico, ma egoistico non nel senso commerciale del termine, ma nel senso, ritornando ai vecchi discorsi filosofici, Socrate diceva: "Conosci te stesso", no? Voglio dire Socrate è tremila anni fa, no? Però noi partiamo proprio da lì, prima conosci te stesso e poi dopo sarai in grado di darti agli altri, ma è inutile parlare di altruismo se prima non sei capace di darti a te stesso. Fine.
Bello. Siamo senza parole
Così capite perché il mio gruppo si ispira a me come fulcro di tutto.

D: Per la Gialappa's hai spiegato conquistare una ragazza, fallo anche per noi.
R: L'altro giorno mi è arrivata una e-mail tenerissima da un ragazzo di diciotto anni. In poche parole, lo so che la frase è terribile però una frase sola è così: bisogna trattarle male [le donne, ndL]
[Perplessità delle giovani favesse]
No, aspettate, lo so, il pubblico femminile. Però scusate, a voi un uomo che arriva lì, e vi fa la corte vi corteggia e vi dice quanto siete carine, voi dite la verità, guardatemi in faccia, non ve lo cagate! Non ve lo cagate! Se invece vedete uno da lontano che si fa i cazzi suoi, poi basta uno sguardino, che magari voi…allora, fate questo, l'importante non è conquistare. Allora il fatto è questo: che bisogna farsi conquistare. Una volta che si è certi che si ha l'interesse di una donna, farle il favore di farle credere che sei tu che ci provi, ma alla fine è lei che ti ha fatto capire che già è tutto a posto. Perché tutti ce l'hanno con questa storia, le tecniche di Volpini, le tecniche di Volpini, perché tutti i miei amici sanno che sono anni che non fallisco. Non fallisco mai. E' matematico.
(Leesa) Dipende pure dal fatto che tu sei un bel ragazzo. Immagina un ragazzo bruttino che dà l'occhiatina da lontano, la donna non lo caga
Ed è nella frase di questa ragazza che si dimostra ancora di più la certezza delle mie teorie. Guarda caso, la ragazza non va a guardare subito il lato intellettuale del ragazzo, guarda il lato estetico…
Ma non è possibile. Come fai?
…e quindi, sapendo dal principio che cosa va a vedere una ragazza, prima le do l'estetica misteriosa, poi la faccio arrivare vicina, le do la possibilità di parlare con me e quindi in quel momento c'è già una sorta di sudditanza, a quel punto lì mi faccio conoscere, quando praticamente si è quasi invaghita, comincio a tirare fuori me stesso, a quel punto ciao.
(Leesa) Quello che dicevo è che la tua teoria può andare bene per te ma può non andare bene per tutto il resto delle persone perché uno bruttino che ti dà l'occhiata, fa il misterioso e poi va via non te lo cagherai mai. Però se magari si avvicina e ti parla, scopri che è simpatico…
Ma per favore, ma quando mai! Un ragazzo bruttino per farsi attirare, cosa succede, deve essere che qualcuno ti dice: "Guarda che quello là è un personaggione" e te fai: "Uhm…" oppure lo conosci… io sto parlando di statistiche, percentuali.
(Leesa) Per te, però!
No. Anche il bruttino…io ti sto parlando di un approccio da bar, ma se non parliamo di un approccio da bar, un giorno uno ti viene a conoscere, ma se appena ti conosce comincia a tirare fuori tutto se stesso: "Sei carina, sei bona, ti voglio sposare, sono innamorato di te", lo lasci perdere subito.
(Leesa) Io non ho detto questo. Uno che non può sfruttare tanto l'aspetto fisico…
Cosa sfrutta? Deve andarci comunque piano.
Ma certo che ci va piano, non è che deve subito…
La ragazza qui non ha capito. Leesa non ha capito e rispiego, vuol dire che è venuto il momento di rispiegare.
(Cica) No, perché è difficile, è un argomento comunque tosto
Adesso vi illumino perché ho capito qual è il pacco che c'è in questo mio discorso. Sia il brutto che il bello, chiaramente il bello parte da un vantaggio che è…vantaggio… però quando uno è bruttino, anche se entra nella fase conoscitiva con una certa simpatia, l'importante, ma quella è la regola basilare assoluta, che nonostante dimostri un'estrema simpatia, un'estrema cordialità e si dimostri anche un ragazzo intelligente, non lo faccia diretto a lei, ma si ritrovi in un momento di gruppo dove la sua simpatia sia rivolta a tutto il gruppo, in modo che la ragazza viene colpita dalla simpatia in modo che dice: "Quanto è simpatico questo" ma comunque la finalità è dire: "Questo per quanto simpatico sia, brutto quanto te pare, non mi caga".
(Leesa) Ma quello che ti dicevo era questo…sono d'accordo con te.
Brava, allora scusa mi sono spiegato male… per questo è partito tutto dal "devi trattarla male" e voi avete fatto: "Uhm…"
Effettivamente è una frase un po'…
Per riassumere, no?
(Cica) Comunque devi creare prima il personaggio e poi…
Certo. Se tu ti presenti in un gruppo dove c'è la ragazza che ti interessa e non la guardi mai negli occhi e fai il simpaticone, il bravone con tutti e magari anche con tutte, dopo un po', quando il tempo passa, la tua preda premeditata è garantita. C'è un 90% di possibilità che riesca. Non mi puoi dire che è sbagliato.
(Leesa) Dico che hai generalizzato un po' troppo
Ma non è questione di generalizzare. Io faccio un mio caso che però tu mi hai fatto riflettere, parto da un momento diverso…Ma tutto questo perché? Come faccio io a sapere tutte queste cose? Voi non ve lo siete mai chieste?
(CicaMelaLeesa) Per esperienza.
Uhm, sì. Vediamo se qualcuna indovina le pago da bere. Come fa Sergio ad avere acquisito e costruito una tattica praticamente perfetta di conquista della donna a livello tattico, come fa Sergio ad aver costruito questa serie di teorie che gli editori gli avevano detto di farci un libro, dimostrate e infallibili però generalizzate per tutti, non solo per i belli?
(Leesa) Hai preso tante batoste e ti sei creato una specie di corazza…
Sei quasi vicina…devi andare indietro nel tempo…
(Mela) Eri sfigato quando eri piccolo.
Bravissima! Perché se io fossi nato bello, avessi sempre utilizzato la bellezza per conquistare una donna, cioè il lato più superficiale, quello che avete tutte quante a quattordici - sedici anni, no? Tutte guardate il lato…quello col capello, col tuareg, quello con la chitarra, col capello lungo…
(CicaBis) Hai una bella considerazione…
…il tuareg per me una volta era un po' l'emblema…un po' come Pietro adesso, la porsche con le minigonne, con l'alettone e le prese d'aria…Io invece a sedici anni…non ho mai giocato a pallone, io facevo tutti gli sport meno pallone. Tutti giocavano a calcio, io niente, perché non sopporto i giochi di squadra. Io sono individualista. Giocavo a tennis, facevo le gare in Bmx, il surf, il nuoto. Comunque vi ho spiegato la teoria, la teoria è perfetta perché, essendo stato bruttino, o comunque non nel canone classico del tempo, pur avendo una forte spiritualità, quelle che mi volevo scopare mi dicevano: "Sergio, ti voglio confidare una cosa…" e con me si confidavano, si confidavano…e cosa ti confidi? Io a quattordici anni volevo scopare. Alla fine mi appoggiavo e facevo quello che volevo veramente, davo il consiglio giusto, etc. Poi dopo ho capito cosa volevano, a quel punto ho detto: "Adesso ti faccio vedere io!" Ho cominciato a fare il surf, a quindici anni, l'età dello sviluppo, nel giro di un anno, due spalle così e tutte quelle lì…e a quel punto ho detto: "No, adesso, prima volevi…adesso soffri, troia!"
Una conclusione perfetta.

Un grazie a Sergio "il gurhu" per la simpaticissima e illuminante intervista! Speriamo di vederlo presto esibirsi con la sua Treebu! :)

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(da sx: Leesa, verdemela, Duccio, Sergio, Cicalona)

 

 

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