Paladozza
5 maggio 2002

Elena
a cura di Elena

Dopo essersi sciolti a loro stessa insaputa, ecco di nuovo gli Elio e le Storie Tese uniti per il "concerto della reunion" del complesso.
Per la prima volta sperimentiamo il nuovo corso di concerti che vede accogliere le fave durante il sound check e non più nel back stage.
Appena entrate veniamo accolte da una composizione non conosciuta. Sono le note del nuovo pezzo in anteprima mondiale dal titolo Litfiba tornate insieme, come si apprende successivamente, durante il concerto, dalla viva voce del cantante Elio che dice appunto: "Adesso un brano dal titolo Litfiba tornate insieme".
Rendendoci pienamente conto dell'onore che il complessino ci riserva donandoci questa chicca, avvertiamo immediatamente il capofava Ducciopasqua; questi si rivela invidiosissimo e richiede dettagliata recensione che è proprio questa qui che state leggendo ora.
Intorno a noi, altre fave -che sono amiche e salutiamo- ascoltano attente queste nuove note, godendosi le espressioni che si vanno dipingendo sulle facce impegnate degli Elii.
C'è chi , visibilmente felicissimo per l'arrivo di Matteo Fasami (dice Elio: "Il piccolo si chiama Matteo. Fasami, però, con la M, non con la N. E' un tocco di originalità. Il papà gli ha cambiato una lettera del cognome, per renderlo un po'… con tutti questi nomi usuali, Chantal, Jessica, Jenny… invece lui no, Matteo, però Fasami. Questa è la vera originalità")… dicevamo: c'è chi trova difficile coreggiare e bassare contemporaneamente, chi chitarra rumorosamente per esercitarsi con le nuove note, chi tastierizza e cora all'unisono, chi batterizza con impegno, ma da un certo punto in poi lo fa piano perché è distrutto. C'è chi volge le terga al pubblico per puntare voce ed occhi sui vari strumenti e sullo spartito che lo accompagneranno.
In disparte, l'uomo immagine osserva, studia e parla al telefono, finché la presenza delle sottoscritte lo distrae dallo svolgimento delle prove.
Infatti:"Cos'è sta roba qua?" chiede Mangoni puntando il dito in direzione del palco.
"E' il formaggino" rispondiamo in etrusco,"ma te non ci vai?".
Mangoni spicca la corsa verso il palco giusto in tempo per dire: "L'hai messo l'antigelo, col freddo che fa?" e noi lo perdiamo per sempre.
Le prove si concludono con l'esecuzione definitiva di quella che inizialmente credevamo essere "Litfiba", un'allegra marcetta arricchita da colte citazioni musicali, cinematografiche e televisive. Attraverso diversi ritmi il brano racconta il travagliato scisma dei Litfiba e anche dei Beatles, incitandoli (i Litfiba) a rappacificarsi ("Dai Piero fai la pace con Renzulli, dai Ghigo fai la pace con Pelù") e i Beatles ad allontanare Yoko Ono (" Sarà capitato anche ai Beatles, Beatles Beatles, di avere un casino in famiglia, non è il padre che incula la figlia, bensì la famigerata Ono, Ono, oh no, di te il complesso ha paura, Ono, Ono, oh no, meritavi una doccia scura").
Nel dopocena ci viene offerto l'ascolto del concerto.
L'inizio è quello del vecchio tour, armonicista misterioso e Cassonetto differenziato per il frutto del peccato, ma subito Elio chiarisce che si tratta di brani totalmente riarrangiati.
Un simpatico Mangoni travestito da fatina della barzelletta muove il corpo dimagrito in armonia con le note de La vendetta del fantasma formaggino ma anche con quelle de Il vitello dai piedi di balsa (+ reprise) per le quali sfoggia un nuovo abitino.
Per l'occasione e tenendosi al passo con i tempi, la canzone punitiva del vitello diventa la Balalaika di Enrico Ruggeri, che nel reprise assume l'aspetto di "canzone Pasciascia" (il vitello dai piedi di balsa ha composto una canzone pasciascia…ci piace pensare che si scriva così).
Da questo momento in poi il fu chitarrista Cesareo viene sostituito dal promettente Pasciascia mentre, dietro di lui, il diciassettenne Carambola sfoggia la maglietta giubilare da perfetto Papaboy, ancora ignaro delle gioie del sesso. Precisa il cantante Elio che, al momento, gli hanno spiegato che i bambini nascono da un semino messo nella pipì delle donne.
Mangoni delizia ancora i nostri sguardi esponendo al pubblico il corpo scultoreo del Davide di Michelangelo, facilitato da un grembiulino-dono made in Etruria, rinnovato per l'occasione.
Per la prima volta, l'architetto delle meraviglie riesce ad abbottonare completamente la giacca sulla pancia ridotta, esibendosi in una versione personalizzata e molto coinvolgente de La visione, al termine della quale dà un prezioso consiglio al pubblico pagante: "E ricordate: per fare dei buoni tortellini, nel ripieno dovete metterci la sborra".
Ancora lui è il protagonista dell'applauso che Elio chiede al pubblico, "un applauso di consolazione per Mangoni. Posso solo immaginarmi la tristezza che ha invaso il cuore di un architetto che ha fatto un grattacielo altissimo che, nei servizi del tiggì non è stato incluso tra i palazzi più alti di Milano".
Per la prima volta Presidance viene simpaticamente "dedicata al portoghese il Giuliano Ferrara che guarda dal vetro".
La partecipazione di Mangoni rende ancora più bella l'esecuzione dance di Born to be Abramo. Elio, per protestare non si sa bene contro cosa, cerca di attirare l'attenzione cantando sdraiato sul palco e già che la cosa gli piace, ripete l'esperienza con Pinocchio (Burattino senza fichi), il brano successivo.
Per allontanare in modo discreto Mangoni dal palco, gli Elii eseguono una canzone per sognare, Uomini col borsello, anche se il pubblico, quasi unanime, avrebbe voluto una canzone per avere gli incubi.
Richiamato sul palco dall'euforia degli astanti, il protettore Mangoni si esibisce contro i matusa e le ingiustizie indossando gli abiti di SG (Silvio Gerlusconi).
Poi il solito bis di Tapparella e tutti a casa.

 

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