Le interviste: Sergio Messina / Radiogladio |
a cura di
Cicalona
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La Cicalona ha realizzato per voi questa intervista l'11-11-2001, nello
studio Ambaradan di Milano...
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Domanda: Cosa ne pensa Sergio Messina di RadioGladio?
Risposta: Se l'idea è che una è la persona e l'altra è il personaggio pubblico - che
potrebbe essere un'interpretazione - ambedue si vogliono bene, pensano tutto
il bene possibile in un'ottica assolutamente buddista secondo la quale tutto
è uno.
Quindi cosa ne pensa RadioGladio di Sergio Messina è lo stesso..
Esatto: gran bene, gran armonia, anche perché quel tipo di persona pubblica
non c'è più da.. No, beh, cambiano le cose però no, di fatto quel modo di
essere pubblico, di fare spettacolo, di stare sul palco, eccetera eccetera,
non c'è più da un sacco di anni. C'è un po' di gente che se lo ricorda ma
non c'è più. Quindi diciamo che RadioGladio resta a questo punto una specie
di appendice a una cosa che invece esisteva ed era una specie di curiosa via
di mezzo tra un concerto rock e uno spettacolo comico in qualche modo, di
uno che parla. Però quello non c'è più adesso, ma va bene così.
Come hai iniziato ad occuparti di musica e di cosa ti stai occupando
attualmente?
Ho iniziato ad occuparmi di musica da bambino perché c'erano un sacco di
dischi in casa e arrivavano per via del fatto che mia mamma scriveva di un
po' di tutto, di "costume" sulla stampa settimanale, mensile, forse anche
quotidiana, e all'epoca - erano i favolosi anni '60 - c'era questa
sovrapposizione, quindi
arrivavano i dischi come elemento di un fenomeno di costume. Quindi
arrivavano pacchi di 45 a casa e io ci giocavo, cioè li
ascoltavo e li usavo anche come materiale da costruzione anche ma li ascoltavo
assai, ascoltavo molta musica. Quindi in realtà non c'è mai stato un momento
in cui ho iniziato ad occuparmi di musica; io ascoltavo i dischi, poi ho
cominciato a comprarli - sempre pochi ovviamente - poi ho cominciato a
lavorare nelle radio quando nascevano le radio private in Italia; io avevo
16 anni non ancora compiuti: quell'anno mi hanno bocciato, però
facevo due o tre
ore al giorno, cioè tanta radio da subito. Quindi diciamo che non
c'è stato proprio un momento in cui ho detto "io mi occupo di musica", è una
cosa che è avvenuta in maniera molto graduale e a un certo punto quando
tutti si chiedono "beh, ma io che faccio nella vita adesso?" io quel momento
là non ce l'ho avuto nel senso che ho sempre fatto quello. Quindi ho
semplicemente cambiato radio, poi ho cominciato a pigliare due lirette ed è
andata così. Poi ho cominciato a farla la musica ma anche
quello è avvenuto naturalmente; io ho sempre suonato: la chitarra e
un sacco di altra roba, sempre male, però anche quello è arrivato
nello stesso modo, cioè un'evoluzione del fatto di stare in mezzo
alla musica. Infatti io
faccio musica in una maniera molto bestiale, molto da deejay, proprio per
questo, perché in realtà io faccio musica per stare in mezzo alla musica.
Presuntuosamente ogni tanto dico anche che io faccio la musica che vorrei
sentire nei cd e che siccome non ce la trovo la faccio io, però questo è
molto presuntuoso nel senso che poi invece non è vero, nei cd ci trovo non
proprio tutto ma ci trovo un sacco di roba bella..
E adesso?
Adesso sto producendo l'album di Painé, che è un deejay milanese di
estrazione complessa e varia.. c'è un pezzo di Argentina nella sua
vita, quindi ha questo gusto molto di cuore per la melodia ma anche
per il ritmo e per la
musica in generale, ha un approccio molto passionale alla musica che fa e
quindi sto producendo il suo album. Ed è una dinamica molto divertente
perché si lavora in due, quindi è una situazione abbastanza piacevole;
intanto faccio musica per la televisione e insegno, dove per insegnare
diciamo è una versione un po' più seria del mio spettacolo, nel senso che
comunque c'è molto show business in queste lezioni che sto facendo. Fatto
sta che ne sto facendo sei alla Bocconi che è abbastanza divertente.. Così,
hanno preso me. E' molto istruttivo. Certamente è più istruttivo per
me che per i guaglioni.. No, è istruttivo anche per loro e soprattutto uno
cerca sempre di fare dei danni, e quindi lì puoi fare dei bei danni, no? E'
una bella cristalleria dove essere simpatici ippopotami alticci.
Hai collaborato con molti artisti; quali ti hanno dato particolari
soddisfazione e quali collaborazioni non rifaresti?
Particolare soddisfazione i Novenove, i Casino, gli LHP - che sono un gruppo
hip-hop che non c'è più, nel senso che ognuno poi fa le sue cose.. Però in
realtà tutte hanno avuto dei risvolti piacevoli e tutte sono state diciamo
utili e anche gratificanti. Tanto per non uscire dal seminato la
collaborazione con Elio e le Storie Tese, che è avvenuta con delle modalità
abbastanza differite, cioè non ci siamo mai trovati tutti a fare una cosa:
io ho usato dei materiali di Elio e le Storie Tese ed alcune persone per i
remix con loro. Poi in un caso invece c'è stata una vera e propria
collaborazione che è stata - al di là di tutto quello che è avvenuto dopo -
molto piacevole, che abbiamo sempre ricordato tutti e due con grande gioia,
che è stata la collaborazione con Feiez.
Con chi non mi piacerebbe rilavorare in studio è il produttore di Daniele
Silvestri, Enzo Miceli, con cui ho lavorato e non mi sono trovato molto
bene, nel senso che pur essendo una persona stimabile ha dei modi di
lavorare che non corrispondono ai miei. Però è stata un'esperienza isolata,
pur cenandoci - cioè ci vediamo e ci stiamo anche simpatici - non credo che
avrei voglia di rilavorare con lui, mentre invece ho voglia di rilavorare
con un sacco di gente. Con gli Avion Travel c'è stato questo curioso
rapporto anche lì differito però molto divertente; io ho fatto due remix per
loro, in tutte e due le occasioni mi sono molto divertito - molto più sul
primo che sul secondo - ma comunque c'è stata questa cosa che scatta ed è
fondamentale delle collaborazioni; cioè chi è impermeabile agli altri
veramente non sa che si perde.
Andiamo agli Elio e Le Storie Tese: come e quando li hai conosciuti,
personalmente e musicalmente?
Contemporaneamente.. nel '92.. No, avevo sentito l'album, però in maniera
distratta, non l'avevo capito. Questo va detto, è vero, non è che si possano
dire cazzate. Ascoltai il primo album, non attentamente, e.. così: non
l'avevo capito. C'è anche però purtroppo da dire che quello che viene preso
per un vezzo, cioè che gli Elii non si vogliono mescolare al mondo della
musica demenziale, secondo il mio modesto avviso è molto più di un vezzo,
nel senso che una delle ragioni per cui non sono rimasti nel mio orecchio è
che li avevo ingiustamente incasellati in quell'universo là. Quindi secondo
me è molto proprio il fatto che loro tendano a distinguersi in questi
universi tagliati con l'ascia, quando dicono "musica demenziale": musica
demenziale un par di palle, la musica demenziale è un'altra cosa. Dopodiché
ho riascoltato l'album dopo che ho conosciuto Marco Conforti, al primo
concerto milanese che ho fatto, per Radio Popolare in piazza Santo Stefano
nel '92. Lì ho conosciuto Marco, poco tempo dopo ho conosciuto gli Elii,
molto cordiali, nel senso che stava nascendo in quel periodo il primo
embrione della Casi Umani, ed io ero un artista che era lì, esattamente come
c'erano i Pitura Freska. Quindi così è andata, così ci siamo
conosciuti, ho ri-ascoltato il primo album, per bene, dopo aver incontrato
Marco che mi ha detto "Io sono il manager di Elio e le Storie Tese, lo
conosci il cd?" e io ho fatto un po' le sopracciglia lunghe e gli ho detto
"..Mah, sì, l'ho ascoltato..". Poi lui me ne ha procurata una copia, io me
lo sono riascoltato e poi diciamo che io sono un grande appassionato di
Frank Zappa, e quindi non si può,
essendo un appassionato di Frank Zappa,
non amare Elio e le Storie Tese, anche fosse solo per quello.
Parlaci della collaborazione con Feiez.
Ehm.. C'era la BMG che stava cercando di riscaldare un pezzo del suo
repertorio, cosa che gli editori ogni tanto fanno, perché se si registrano
canzoni di cui loro sono editori, questo li rende più facoltosi. In realtà
l'idea era più nobile di così, perché era quella di fare una compilation -
che poi uscì col curioso titolo di "Fatti e rifatti", incredibile, non si
sa come è stata questa cosa, poi questi "fatti", che sembrano "fatti"...
entrava Muccioli sullo sfondo... è terribile... - con però un budget
semi-realistico per produrre versioni nuove di pezzi vecchi dalla
BMG. Io era un po' che avevo in mente
l'idea che una canzone come "Il motore del 2000", anche solo quella strofa
che veniva utilizzata per lo spot pubblicitario, contraddiceva
palesemente la mia esperienza quotidiana di abitante delle città del
2000. Insomma sto cazzo di 2000 si avvicinava e la puzza non tendeva
a diminuire, quindi mi sembrava giusto e proprio sottolineare la
discrepanza tra lo spot (e la canzone) e la realta' usando un sistema
che poi ho abbandonato (questo va detto): è stato pensato come una
sorta di film sonoro, con un'introduzione, una parte centrale ed una
parte finale: una specie di piccolo cartone animato per effetti
sonori.. Non lo so se funziona tanto, io ogni tanto lo riascolto e mi
chiedo se funziona, però insomma, l'idea all'epoca mi pareva
interessante. Quindi "Il motore del 2000" in una versione tra l'altro
non autorizzata perché non esattamente identica a quella che canta
Dalla, anche se il pezzo dove si parla del ragazzo del 2000 Dalla ce
l'aveva messa dentro, non immaginando evidentemente, quando ha
scritto il pezzo, che "il ragazzo del 2000" è, nella migliore delle
ipotesi, Erika e Omar. "Dove sarà, cosa farà il ragazzo del 2000?"
Lucio, c'è andata male..
E beh, ovviamente se ti serve un cantante e hai per le mani uno che è
sublime in
maniera (è un'espressione brutta, non vorrei essere frainteso) "sublime a
gettone", cioè tu lo chiamavi e gli dicevi "Feiez, sii sublime", e lui era
sublime. Esiste questa categoria nel mondo dei musicisti: c'è gente che è in
grado di essere sublime "on-demand", non che oggi magari è in giornata no e
non è sublime; cioè magari poi gli succedeva anche, però non avevi questa
percezione. La percezione che avevi era che lui era perfetto, e infatti
quando arrivammo in studio la tonalità era sbagliata, però tutto il pezzo era
fatto su campionamenti, quindi non si poteva cambiare tonalità, e
infatti poi abbiamo usato il trucco di registrare a un pitch più basso e poi
alzare meccanicamente la voce, fino a farla diventare una voce di angelo. E
lui aveva questa cosa, questa qualità: era in grado di fare una cosa subito
bene, cogliendone l'essenza, lo zen. Forse nemmeno rendendosene
completamente conto, cioè non sono sicuro che fosse un procedimento
intellettuale, secondo me era un procedimento che aveva più a che vedere col
fatto che lui aveva delle orecchie che funzionavano in una maniera
proprio stratosferica, tant'è che mixava anche. Io non avevo tanti soldi,
quindi poter pagare una singola persona per una doppia prestazione era
un'altra attrattiva evidentemente. E poi lo volevo fare in Psycho perché
avevo bisogno di un grande mixer con un sacco di effetti, e Feiez conosceva
bene quello studio. Come è andata, è stata una cosa che, al di là della
qualità del risultato, è meno interessante il posto dove siamo arrivati del
percorso, nel senso che ci volevamo molto bene, questa è stata l'occasione
per fare una cosa insieme, fare l'alba dentro a un posto e dire "sì,
finalmente suona, adesso lo mixiamo". E' un'occasione che abbiamo sempre
ricordato con grande affetto, però non l'oggetto finale, non so come dire,
il percorso, cioè il fatto di farlo insieme. Quindi è stata una cosa
sensata, una scelta sensata, un'operazione sensata, perfino se il risultato
finale poi potrebbe essere migliore, peggiore, diverso, non so, certamente
non dipende da lui.
Una bella esperienza, insomma.
Assolutamente, ma.. Era un po' difficile fare delle brutte esperienze con il
maestro Panigada. Una delle regole che non si trasgrediscono a casa mia è di
bussare e arrivare, si telefona, e lui in un paio di occasioni ha
trasgredito questa regola, perché abitavo vicino lo Psycho in quel periodo,
e si è presentato e ha citofonato, e io nemmeno quel momento di... Ti chiedi
"chi cazzo è", poi alzi il citofono: "Sono Paolo, vieniti a pigliare un
caffè" "Yes", tac, giacca, non so come dire, quelle cose così. Ogni tanto lo
fa anche qualcun altro, ma non molta gente diciamo. E' una di quelle curiose
situazioni che ci sono nella vita, in cui non siamo mai usciti insieme
"andiamo a fare questa cosa qua"; ci è capitato di passare molto tempo
insieme in quelle situazioni tipo: passi al sound-check, hanno appena
finito, tu non hai un cazzo da fare, ti fermi tre ore, quel mondo là.. E
però poi ti restano appiccicate, te ne accorgi quando se ne vanno. Infatti
una delle lezioni è di non avere nessuna sciatteria nei rapporti, anche e
soprattutto con persone che ti starebbero simpatiche ma non hai tempo, che
ti sembra che valga la pena approfondire ma poi non succede. Il
grande rimpianto, ovvio ma implacabile, è che Feiez non c'è piu':
inqualificabilmente brutto, questo fatto.
Qual è il pezzo degli Elii che preferisci oppure cos'è che ti piace più di
loro?
Il pezzo degli Elii che preferisco, di cuore, da quando è morto Feiez - e
questa è una risposta che forse però avrei dato anche prima - è
Tapparella e poi, per una ragione molto più personale, Caro 2000, che
è un pezzo che per
almeno tre ragioni diverse è possibile in qualche modo ricondurre a
Feiez (qualcuna nota, qualcuna meno nota, qualcun'altra personale).
Continuo ad ascoltare con felicità T.V.U.M.D.B. che secondo me ha proprio
una scrittura molto solida. E non so, ci sono pezzi "strani" loro che mi
piacciono.. No, ma in realtà mi fermo qua, nel senso che secondo me qui c'è
già un pezzo della storia, io non sono un grande fan dei primi Elio e le
Storie Tese, proprio perché non ho avuto questo remix di: adolescenza + cara
ti amo. Sono arrivati molto dopo, avevo 30 anni quando ho sentito Elio e le
Storie Tese, quindi passo attraverso altre cose: Mio Cuggino secondo me è un
pezzo molto ben riuscito. Sì, forse in generale mi piacciono di più i pezzi
in stile di Elio e le Storie Tese, pezzi tipo T.V.U.M.D.B. che è un pezzo
degli Earth Wind and Fire, filtrato attraverso Elio e le Storie
Tese, e questo è secondo me molto divertente, fino al sublime La terra dei
Cachi, che è l'Italia filtrata attraverso di loro, un'operazione proprio
ultra-raffinata. Quindi mi piacciono molto le cose concettose, però poi mi
piaceva per esempio un casino Uomini col Borsello, ma proprio da accendino,
e ho avuto un brivido forte quando ho scoperto che era nel repertorio di
Fogli, e questa è una cosa che mi ha sconvolto perché lui si rivolge a
uomini col borsello, mentre chi ascolta Elio e le Storie Tese
fondamentalmente ride degli uomini col borsello; Fogli si rivolge a loro,
quindi creando un corto circuito assolutamente perfetto. Mi
piacerebbe andare ai concerti di Fogli dove esegue Uomini col
borsello a degli uomini col borsello.
Quale pensi che sia la differenza tra gli Elio e le Storie Tese e gli altri
gruppi italiani contemporanei?
Diciamo che tenendo conto della questione musicale, ma tenendo allo stesso
tempo conto del fatto di come loro si comportano all'interno del mondo dello
show-business e di come sono loro nei rapporti umani, credo che sia più
semplice porre la domanda al contrario: quali cose in comune hanno EelST con
gli altri musicisti che ci sono in Italia, con gli altri gruppi e/o artisti.
E in comune hanno il fatto che usano degli strumenti musicali per esprimere
la loro musica. Eh sì, nel senso che è molto raro trovare delle persone così
spontaneamente "signori", veramente molto raro. Non è solo il fatto di non
menarsela, non è solamente il fatto di non sentirsi sto cazzo, è una
questione molto più soave, molto più sottile: per esempio l'altro giorno
sono passato in Casi Umani, dovevo vedere Marco. Marco era occupato, c'era
Elio nell'ufficio della Hukapan; stava là con un apparecchio per misurare la
pressione e a un certo punto mi fa: "E tu quanto c'hai di pressione?"
Io l'ho guardato e gli ho detto "Elio non lo so, non me la sono mai
misurata" "Come non ti sei mai misurato la pressione? Adesso ti misuro
subito la pressione" e io ho avuto questo momento della giornata in cui Elio
mi ha misurato la pressione... E questa cosa qui poi fa il paio con
altre: Elio è uno che prende la metropolitana. Conosco gente che
vende - vendeva, poi fortunatamente ha smesso - tremila copie e non
pigliava la metropolitana perché aveva paura di essere riconosciuta,
mentre ricordo ancora al primo baseball-day Elio con la penna in mano
alla fine di tutto che continuava a girare al centro del campo da
baseball con questa penna in mano chiedendosi se aveva firmato tutto
quello che poteva firmare. Infatti l'ho guardato e gli ho detto
"Minchia, li hai firmati proprio tutti, questa sera" e lui mi guarda
e mi fa "Sì, io ho questa tattica qua, li esaurisco!". Non ce n'è
tanta di gente così.
Come mai, su Craccraccriccreccr, sei il garante per l'ipotesi Y2K?
Perché c'era un'imprecisione sul testo originale, un'imprecisione di quelle
che appunto uno diventa garante ipotesi.. Dunque la canzone dice.. - te la
dico esatta, che voi siete filologici.. Il problema era di quello che
sarebbe successo l'1/1/2000. Il testo originariamente diceva "Lui ti
giudica uno zero e invece sei duemila"; io ho semplicemente ascoltato
il
provino e ho detto "Ah, non è 0, perché il problema non è che lui
crede che sia 0 ma , essendoci solo due numeri, che sia 1900". Sai
com'è,
ti fanno sentire un provino e tu dici "Ah, no, eccetera eccetera", loro
hanno recepito la mia variazione e eletto garante ipotesi Y2K.
Dicci un pregio e un difetto per ognuno degli Elii.
Urka.. Allora...Christian Meyer è diciamo splendidamente jazzoso e secondo
me troppo bravo...
..come difetto?
Sì, anche se sta piacevolmente imbarbarendosi. Questo è lo stesso
difetto che ha Faso, il cui pregio
è che sa sparire, e questo è un grandissimo pregio per un bassista. Sa
sparire, evidentemente essendoci - e che "essendoci". Elio non ha
difetti. Elio è una divinità minore, secondo me, quindi è al di là di
tutta una serie di parametri umani, tra cui il concetto di pregi o
difetti. Elio pare come, nella mitologia greca, il figlio di una
divinità e un essere umano. Sergino è,
diciamo un campionatore umano fantastico, forse il più grande campionatore
umano che abbia mai sentito e ha troppa testa secondo me, questo è il suo
difetto: la usa troppo - come me. Civas è sublimissimo, però
accompagna poco, nel senso che quando fa quelle cose là che fa lui è
proprio la cartolina perfetta; quando invece è obbligato a fare
qualcos'altro pare che si diverta di meno. Di Jantoman non si può
parlare male, perché lui è un altro che sa sparire; Janto è proprio
"The Invisible Man" e fa un lavoro pazzesco, questo è il suo pregio,
il suo difetto è di non essere donna; se fosse donna sarebbe
perfetto, sarebbe proprio un essere umano superiore. Tu pensa a una
donna dentro a EelST che suona in quel modo, che canta in quel modo,
ma veramente chi cazzo sei?
... E Marco?
Conforti? Eh, Marco è uno che si sa immaginare della roba che non c'è, e
questo è un pregio gigantesco.. E' uno che è in grado di sognare, di
immaginare delle cose, di far succedere dentro quella testa delle cose, e
non c'è dubbio che uno quelli che ha avuto questa visione è stato anche lui,
nel senso che non è facile trovare un manager che sia in grado di lavorare
su una band che per i primi anni di vita non va in tv, e poi la
volta che ci va fa Sabbiature. E non solo lavorarci, ma essere in
totale sintonia con questo. Secondo me ha capito un sacco di roba perché se
l'è immaginata prima, e nel suo mestiere questa è una dote molto rara cioè
era forse l'unico che poteva fare una cosa del genere. Il suo difetto è che
è mortalmente mitteleuropeo.
In che senso?
In quel senso là. Si fa troppi muesli.. lui lo sa benissimo, troppi
muesli e troppe birkenstock.
Ci siamo dimenticati qualcuno.. Mangoni!
Diciamo che è sicuramente il più professionale ed efficiente di
tutti. Purtroppo il suo difetto è che non sa resistere agli eccessi e
alla depravazione del rock'n'roll.. Pur essendo molto professionale,
quando non è sul palco, quando non sta lì - per esempio dopo il
concerto, o prima del concerto - incarna in maniera troppo realistica
l'anima della rock star dissoluta e per questo ne andrà della sua
salute prima o poi, non è di buon esempio per i giovani.
Adesso dicci un pregio e un difetto tuoi.
Sono molto sveglio, questo è il mio pregio. Generalmente troppo, e questo è
il mio difetto, dovrei essere meno sveglio e starei assai piu'
tranquillo; però mi produco del reddito essendo sveglio, quindi
questa è la mia croce e la mia delizia. Diciamo che mi guadagno da
vivere essendo sveglio, fino a oggi è stato così, tutto quello che ho
fatto l'ho fatto per questo, cioè per via del fatto che ero lì ed ero
sveglio quando succedevano le cose. Però con il mio amico Sergino
condivido la troppa testa, l'essere troppo svegli;'essere un po' meno
svegli ci starebbe tutta. Perché l'ignoranza paga, il mio messaggio
ai giovani è "disimparate".
Cosa rappresenta per te la musica e come credi che si evolverà nei prossimi
anni?
Per me personalmente la musica è una cosa assimilabile a quello che per un
sacco di gente è l'arte figurativa, cioè, se stai davanti un quadro, non
puoi che guardare quel quadro e, quando hai finito di guardare quel quadro,
ti giri e guardi un'altra cosa; questo un po' per via di come sono i musei,
però anche un po' per il fatto che è una cosa talmente possente, che tu se
ci stai vicino la guardi, se no guardi da un'altra parte. Io ho questo
stesso rapporto con la musica, nel senso che, per esempio, oggi pomeriggio
non stiamo ascoltando musica; non è solamente perché stiamo registrando
un'intervista, ma perché non capita spesso che io ascolti musica "di
sottofondo", perché mi distrae molto. Quindi per me la musica è una cosa che
mi prende, prima ancora che la testa, tutta l'attenzione e infatti quando
guidavo ascoltavo la musica in macchina, proprio perché in macchina è un
posto perfetto per ascoltare, non tanto da un punto di vista acustico quanto
dal punto di vista che nessuno ti rompe il cazzo, stai da solo, nessuno ti
parla. Quindi per me la musica è una cosa molto forte, fin troppo forte.
Infatti, prima producevo un sacco di musica, adesso ne produco molta meno e
ne ascolto molta di più, ho avuto un periodo in cui ho smesso di ascoltare
musica. E' difficile dire cos'è la musica, nel senso che.. certamente non è
la colonna sonora, cioè il sottofondo della mia vita, ma diciamo che tra le
arti che si sviluppano nel tempo la musica è la più pura di queste arti,
perché si sviluppa solo nel tempo, mentre il cinema si sviluppa nel tempo,
ma ha uno sviluppo assolutamente spaziale. Forse la letteratura è come la
musica da questo punto di vista, però la letteratura poi ha da un altro lato
ha questo tempo variabile di durata, perché un racconto lo puoi far durare
tre mesi oppure 24 ore, se stai infoiato e non riesci a smettere e la
musica, come la letteratura, è la vera realtà virtuale. Quando ci hanno
detto che avevano inventato la realtà virtuale, circa una quindicina di anni
fa, in realtà ci hanno dato una fregatura, perche' la musica è la vera realtà
virtuale ed è sempre esistita dall'inizio. Per me la musica è un altro
mondo, è la possibilità di creare dei mondi e dentro questi mondi hai la
possibilità di metterci il tempo che vuoi, il tempo atmosferico che vuoi, la
luce che vuoi, il paesaggio che vuoi, la stagione che vuoi, non so come
dire, no? Per me la musica è quello, diciamo che è un posto, è la
possibilità di creare dei posti. Infatti quando ho smesso di fare musica
di protesta, ho fatto dei dischi molto paciosi; il disco dei BuddhaStick è
uno dei dischi più paciosi che io conosca, anche se ci sono alcuni
posti in quel
disco che sono assolutamente angosciosi e infidi dove è difficile proprio
pensare di stare, e invece ci sono dei posti nello stesso disco, dove
proprio si sta al calduccio, bene. Per me è quello ed è uno strumento molto
potente di magia, molto potente. Però poi da un altro lato esiste tutto un
altro genere di musica, che è non meno nobile, per carità, anzi è una musica
che ascolto sempre con grande piacere: sono un grande fan di
Frank Zappa,
che non è uno che fa questo genere di operazione. Wagner fa questo tipo di
operazione, non so, Debussy fa questo tipo di operazione che dico io, gli
Elii invece no - e poi non è vera sempre questa cosa qua - però loro partono
da tutto un altro approccio. Questo è il mio approccio, quello che la musica
è per me in questo momento è quello, però non è un approccio migliore di
altri.
Come pensi che evolverà prossimamente?
La mia sarà sempre di più "posti". Penso che finalmente si stanno
cominciando a digerire le novità della musica elettronica, in termini di
possibilità, in termini di suoni, e credo che ci sarà una utile interessante
integrazione tra due mondi, che si guardano abbastanza male al momento, che
sono da un lato quello dei musicisti che suonano e dall'altro quello di chi
fa musica elettronica, sulla base del fatto che si fanno due mestieri
complementari. Un disco di sola musica elettronica è meno ricco
tendenzialmente di un disco
che ha invece al suo interno della musica suonata. La musica suonata,
invece, da parte sua, avrebbe grandi vantaggi ad utilizzare non solo delle
parti di musica elettronica, ma anche la mentalità della musica
elettronica - che d'altronde è la mentalità dei grandi compositori di
musica - che è quella che più levi, più riesci a levare (cioè meno note fai
per dire la stessa cosa) e più questa cosa è bella. E questo purtroppo non è
dei musicisti che suonano, musicisti anche di jazz per esempio, c'è spesso
quest'idea che più note fai più ti stai esprimendo. Ovviamente poi invece ci
sono quelli bravi che sono anche in grado di levare.
Perché come artista "single" hai realizzato così poche produzioni tue?
Da un lato, perché in Italia è molto difficile far uscire dischi, cercando
di metterci dentro delle cose nuove. Quindi, una prima uscita che ho fatto è
stata con un distributore un po' così, uno con cui non era semplicissimo
lavorare, e fu un uscita abbastanza dolorosa, molti mesi tra la fine
dell'album e l'uscita, e infatti poi il secondo, che è quello dei
BuddhaStick, l'ho fatto, diciamo, mandando tutti quanti a fare in culo,
dicendo: "Adesso faccio una cosa io, poi lo finisco, e quando l'ho finito
vediamo". E poi ho scelto la strada più semplice: l'ho dato ai 99posse, i
quali, signorilmente, l'hanno preso; abbiamo fatto due conti due, e abbiamo
fatto questa cosa qua: duemila copie, vendute tutte e duemila. Ci abbiamo
certamente guadagnato sia io che i 99posse, poco, ma il senso della vita è
anche tanti pochi piuttosto che un tanto. E questa è metà della storia.
L'altra metà è che faccio un sacco di altra roba, non meno divertente, tipo
insegnare, tipo lavorare su progetti di rete, fare un po' di consulenze per
il sito internet che decide per esempio di mettere una sezione multimediale
e vuole capire come organizzarla, etc. etc. Queste sono piacevoli
occupazioni per quanto mi riguarda, molto produttive e certamente, in una
forma e in una misura molto diversa, contengono elementi che tornano
all'interno del mio lavoro. Per esempio tutto il lavoro che faccio su
internet è molto politico, molto legato al concetto di accesso: in che modo
il pubblico dovrebbe poter accedere a dei materiali, la differenza tra
streaming e downloading, il discorso della simmetria, cioè il
fatto che se tu hai una connessione internet ADSL, hai tanta banda in
ingresso, ma poca banda in uscita. Il che vuol dire che tu puoi scaricare un
sacco di pagine, però se vuoi fare streaming, se vuoi emettere qualcosa dal
tuo computer verso la rete, cioè in qualche modo vuoi alimentare internet,
questo non è altrettanto incoraggiato, fino a dei livelli parossistici, tipo
offerte di internet via satellite, velocissimo in ingresso, ma inesistente
in uscita: per cliccare devi collegarti con il telefono al modem. Quindi
questa idea che i dati che escono dal tuo computer e vanno verso la rete
siano meno interessanti dei dati che dalla rete vengono verso il tuo
computer. Internet non è mai stata così, è sempre stata basata sulla
simmetria, e ci sono ancora dei piccoli rimasugli di quest'etica: quando tu
scegli un provider, questo ti da anche un certo quantitativo di spazio su
disco, su internet (di solito il nome del provider web/tuonome), e quello è
un rimasuglio di com'era internet, cioè "tutti siamo su internet, tutti
prendiamo da internet, tutti mettiamo su internet". Dice "ma io metto la
pagina col mio cane" chissenefrega, hai messo una cosa su internet, cioè sei
come un'azienda, il bello della rete è questo. Poi l'indirizzo più semplice
se lo compra la cocacola, però siamo tutti on-line. Questo sta cambiando,
quindi fare conferenze e parlare di questo e spiegare come una connessione
internet asimmetrica, cioè 640 in ingresso ma 128 in uscita, sia come la tv,
su cui puoi solo cambiare canale, e barattare la simmetria con l'asimmetria
significa avere pochi canali che trasmettono invece che un numero infinito,
perché se hai una connessione simmetrica, puoi sì vedere video ad alta
qualità, ma puoi anche trasmettere video ad alta qualità. Allora io posso
decidere se stasera guardare Pippo Baudo, Bonolis, oppure la Cicalona, non
so come dire. Questo con una connessione asimmetrica non accade. Quindi
questa è una questione politica, il mio lavoro è sempre stato legato a
questo genere di cose, quindi io vado facendo conferenze su questo e questo
è uguale, cioè assolve ad una certa funzione; forse se non facessi questo
tipo di cose, mi rimetterei a fare spettacoli.
..e comunque fai la stessa cosa..
Sempre. Io aspiro a una briciola di questo effetto, ma i veri grandi
dipingono sempre lo stesso quadro, cantano sempre la stessa canzone. Quelli
davvero sublimi, in una maniera quasi trascendentale, tipo James Brown... Se
tu pensi a James Brown, ha cantato sempre la stessa canzone, con alcune
variazioni, ma sostanzialmente lui ha fatto un pezzo nella sua vita.. E
questo è vero dei Ramones, per esempio: in 30 anni di carriera, loro hanno
sostanzialmente cantato sempre lo stesso pezzo. Nella pittura è molto
visibile questo effetto. Lo stile quando raggiunge livelli sublimi.. persino
di Zappa si potrebbe dire questo,
cioè che alla fine ha cantato sempre sette
canzoni - per lui sono più di una - però anche lui ha questo tipo di
impronta, e questo è vero per un sacco di grandi musicisti, pittori,
scultori... Quindi io diciamo che non ho mai pensato a questa cosa qua, però
ci può essere una briciola di questo, che poi alla fine mi interessano delle
cose. Poi come queste cose qua le sviluppi, in questo è molto diverso da un
lavoro di questi grandi artisti, nel senso che io faccio cose diverse,
imparo cose diverse, proprio per continuare a sviluppare questo tipo di
idea. Secondo me è molto importante che gli artisti assumano in maniera
implicita o esplicita una posizione etica, sono accettabili entrambe le vie
e sono ambedue dignitose e producenti, però secondo me è importante che
questa cosa qui accada..
Domande "gossip": ultimo film visto, ultimo libro letto.
L'ultimo film che ho visto e' "omicidio in diretta" di De Palma: beh,
ce ne fossero di piu' di film cosi'! E poi ultimo libro? Ho questo
strano rapporto coi libri, nel senso che sto
ri-leggendo un sacco di cose; l'ultimo libro che ho ri-letto è "Introduzione
alla poesia orale", di un tizio che si chiama Zumthor, che è un libro
di poesia in cui si racconta come funziona la poesia orale, come nei vari
paesi si trasmette, si compone, il concetto di autore nella poesia orale,
come cambia rispetto a quando la poesia è scritta, e tu sopra ci scrivi
"testo di..." Ed è un saggio scritto col cuore di un romanzo ed è una cosa
molto rara. Però purtroppo mi succede questa cosa buffa, che ho letto un
sacco di libri nella parte mediana della mia vita, e un sacco di questi però
li ho letti male, quindi me li rileggo, sono una fase di "rileggo". Sto
rileggendo un sacco di roba, un momento strano, ho letto "Glam-o-rama", ho
letto Tomorrows party di Gibson, Neil Stevenson, Kriptonomicon è un
libro bellissimo, però non sto seguendo proprio, non sto tenendo il
passo..
Il brano che porteresti con te su un'isola deserta?
Il Bolero di Ravel, che è la melodia più bella che sia stata scritta negli
ultimi 100 anni, è una melodia immortale. Ti racconto un aneddoto sul Bolero
di Ravel, che mi ha raccontato mio cugino che è un amante di musica classica
(mio Cuggino mio cuggino): il Bolero di Ravel è l'unico pezzo
in cui il personale del Teatro dell'Opera, cioè i bigliettai, le maschere,
etc. si informano a che ora è, e sono tutti in piedi sul fondo del teatro ad
ascoltarlo. E il Bolero di Ravel sono due melodie ripetute, c'è qualcosa che
non.. Cioè, il momento in cui lui ha messo giù la penna dopo aver scritto,
finito quelle due melodie là, deve essere stato un momento di quelli che c'è
il tuono, si apre il cielo, viene fuori la luce, stiamo parlando di una
melodia pazzesca, sia dal punto di vista tecnico musicale, che dal punto di
vista del pop, del pubblico.
Fatti una domanda e datti una risposta
Ahia, Marzullo secco, proprio! Ehm.. Quanti anni hai? Quarantadue. Segni
particolari? Nessuno..
Fai una domanda e avrai una risposta
A chi?
Alle Fave Romane!
Ma avrò una risposta da te? Diciamo che mi sono sempre chiesto cosa spinga,
da appassionato di musica, al di là di ogni ragionevolezza, qualcuno a
stabilire che qualcun altro è bene. Cioè non è una domanda, è
un'affermazione che chiede un commento, cioè, minchia ma ci vuole proprio
una bella fedeltà per riporre il proprio tempo libero, la propria dedizione,
il proprio entusiasmo su degli altri esseri umani, che come tutti noi sono
fallaci, possono anche fare della roba magari non bellissima, possono essere
deludenti. Può succedere, non sto dicendo che EelST lo siano, per carità,
anzi! Però è nel novero delle cose. Quindi ho sempre avuto quest'idea del
fan club come di una via di mezzo tra un gruppo di estimatori, che si
ritrova per condividere la stima dettagliata che ha di un artista - e non è
detto che questo meccanismo sia completamente sano di mente - però si
incrocia nella mia idea con l'immagine di una situazione fideistica, cioè di
una cosa che sta tra il circolo medianico del comune di Maglianico Irpino da
un lato e più direttamente proprio Medjugorje in certi casi, Lourdes, in
casi evidentemente molto più estremi del vostro.. Tu confermi questa mia
impressione, oppure sono io che ho una fantasia così.. bizzarra?
Beh, ci sono varie espressioni fra di noi.. Le FR sono molto complementari
fra di loro, abbiamo ognuno la sua modalità di espressione, se vedi il sito
ognuno ha la sua peculiarità. Almeno nel caso specifico, ognuno di noi
manifesta complementarmente questa cosa.. Poi già il fatto che ti ritrovi
con fan di Elio, vuol dire che già c'è qualcosa di mentalmente malsano in
comune, perché comunque chi li apprezza non è normale di suo, convieni su
questo?
No. Ma è un discorso molto lungo.. Solo un esempio: sono arrivati
secondi a San Remo. Sono arrivati primi, e questo si sa, ma noi,
signorilmente, diciamo che sono arrivati secondi. Però secondi,
ragazzi, non è quartultimi, non si sono piazzati anonimamente in
mezzo.. Invece delle fave mi interessa l'antropologia:
vi incrociate tra di voi, figliate tra di voi, tendete a preservare
accoppiamenti di appartenenza, oppure vi riproducete anche con altri gruppi
sociali? Se le FR si incrociano solo tra FR oppure con altre fave di altre
città italiane, oppure siete così, posso immaginare le FR come una cosa che
sono le FR, quindi hanno un loro linguaggio, un loro comportamento.
Insomma: guarderei volentieri un Quark sulle fave, come se fossero le
gazzelle del Minnesota o le triglie del Wisconsin.
Quello che siamo si esprime con il nostro sito.. Se vuoi sapere tutto quello
che sono le FR guarda lì!
Un grazie a Sergio Messina per la bella intervista e speriamo di ritrovarlo presto
a lavorare con gli Elii!
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