Domanda: Cosa pensa Rodolfo Bianchi di Foffo?
Risposta: Eh, cosa pensa… è una bella domanda questa… se l’abbinamento si fa riferendosi al sito
di EelST, dico che Foffo è una persona fortunata perché ha il piacere e l’onore di far parte, da un punto di vista
operativo, di quello che è l’unico gruppo interessante che ci sia in Italia e oltre. Questa è la mia risposta.
D: E invece cosa pensa Foffo di Rodolfo Bianchi?
R: Ribadisco il concetto della persona fortunata, in quanto ho scelto di fare in età non sospetta
un lavoro che mi ha dato molte soddisfazioni da un punto di vista professionale, e sono contento di tutto quello
che ho fatto perché mi ha messo in contatto con il mondo che io volevo "sindacare", in quanto, invece di far
l’avvocato, in odore di laurea in giurisprudenza, ho deciso di fare il musicista; facendo un esame di tutto quello
che è stata la mia carriera, perché ormai ho un’età abbastanza veneranda, credo di essere contento di quello
che ho fatto. Credo di aver ricevuto anche attestati di stima sia umana sia professionale da quelli che sono
venuti in contatto con la mia persona.
D: Come e quando hai iniziato a lavorare con EelST?
R: Operativamente da tre anni a questa parte, essendo già in collaborazione con il loro produttore
Claudio Dentes dal 1987, quando lo Psycho era, oltre che una fucina di talenti, anche uno studio di registrazione
super professionale. Io in quella circostanza mi trovai ad andare in questo studio, lo Psycho di Milano, perché
producevo a quel tempo uno dei tanti dischi di Renato Zero. Poi sono rimasto in buoni rapporti con Claudio e un
giorno, come succede nella vita, lui aveva bisogno di un ingegnere del suono che seguisse Elio e le Storie Tese
dal vivo; da quel momento sono entrato e non sono più uscito.
D: Un pregio e un difetto per ognuno di loro.
R: Genio e sregolatezza, soprattutto per quelle che sono le materie grigie del gruppo; i cervelli
secondo me sono Elio e Sergio, e Sergio io lo considero un genio nella maniera più vera del termine,
perché è un vero artista. Elio è un altro vero artista, per cui anche lui ha degli aspetti di genio e
sregolatezza, nella maniera più positiva del termine.
Faso è l’elemento goliardico del gruppo, per cui al di là del suo talento di musicista - veramente
è un bassista straordinario, un musicista sensibilissimo - è anche una persona con la quale si sta molto bene
insieme; la simpatia è una grandissima dote sia da un punto di vista professionale, sia da un punto di vista
umano.
Il difetto?
Secondo me se pensasse di più al basso e un po’ meno al baseball sarebbe ancora più straordinario,
fermo restando che riesce egualmente ad essere un buon promoter della sua voglia di vivere anche nel
baseball, perché è un grandissimo conoscitore anche di quella materia lì; tutto quello che fa, lo fa bene.
Il problema è che qualche volta dà un po’ più al baseball e un po’ meno alla musica, perché è talmente
geniale anche lui nel suo modo di fare il musicista che si può permettere di pensare anche più al baseball e
meno alla musica.
Si è anche permesso di perdere un concerto…
Va bé, questo è accaduto in una situazione molto bella per lui, in quanto si trovava a fare una finale
di un torneo; i play-off bisogna farli, si può anche fare un’eccezione.
Christian è un altro soggetto, bisognerebbe scrivere un romanzo per descriverlo bene. E’ un
grandissimo batterista, persona serissima, dotato di tutti quelli che sono i lati positivi del carattere; è l’amico
che ho in seno al gruppo… lo considero più amico anche da un punto di vista della vicinanza… Christian ha un
carattere tutto particolare, tendente a volte a essere un po’ dispersivo, perché lui è uno sportivo, anche lui
c’ha i suoi "trip"! Ma come tutte le persone, non è un difetto. Mentre Faso è molto coinvolto dal baseball, la
passione per il "trial" prende Christian molto meno. Pensa più alla batteria.
Il difetto di Christian?
Il difetto di Christian… è difficile trovargli un difetto… forse qualche volta dovrebbe mangiare meglio, nel
senso che la sua mania di essere un igienista qualche volta gli fa fare il contrario di quello che dovrebbe fare.
Per mangiare bene, qualche volta mangia male. Però da quando lo conosco è migliorato.
Cesareo?
Cesareo è l’elemento più rockettaro del gruppo, con tutto quello che comporta il fatto di essere
più rockettaro; però è il meno sregolato di tutto il gruppo, è la persona più "seria"; è l’unico che ha famiglia
con figli, ed è evidente che questo lo porta ad essere più misurato; però interiormente è l’elemento più
rockettaro di tutti.
Come difetto… bé, non saprei… E’ uno preciso, puntuale… difetti, non so… devo dire che da un punto di
vista interiore è quello che conosco meno di tutti. Non gli trovo difetti, è una persona molto equilibrata. Un
difetto di Faso che non ho citato è la scarsa puntualità, arriva sempre tardi.
E manca Jantoman…
Jantoman è un altro personaggio squisito, anche lui grandissimo musicista; ormai l’elemento che
identifica gli Elii è la grandezza dal punto di vista musicale. Dal punto di vista caratteriale è una gran brava
persona, molto seria, forse troppo… se ha un difetto è quello di essere un po’ troppo serio, dovrebbe essere
uno più sregolato; secondo me darebbe al suo background di musicista un qualcosa di meno scontato, perché
tutto quello che fa Jantoman lo fa bene, forse un po’ troppo bene; è un perfezionista, anche nella vita, è una
persona molto regolare e molto regolata.
E Mangoni?
Mangoni… [lo ripete 8 volte, ndr] E’ un signor professionista, perché lui è un architetto e
c’ha tutto quello che hanno gli architetti, cioè è veramente una persona ligia alla sua professione. Certo è che
se poi uno lo conosce in altre vesti, quelle del Mangoni ragazzo immagine… chiaramente porta dentro un artista
e come tutti gli artisti è genio e sregolatezza pure lui… Non sai quello che ti può fare Mangoni! E’ l’imprevedibilità,
l’imprevedibilità che dà sempre buoni risultati, perché - e in questo consiste la sua artisticità - è che non fa mai
niente di scontato. Inoltre è un grandissimo buongustaio. Mangoni è veramente una buona forchetta, e io da
buon toscano queste cose le prediligo molto; è una persona che stimo molto.
La Bolbo?
La Bolbo è la sorellina di tutto il gruppo. E’ una persona squisita, da argentina ha assimilato tutto
quello che c’era di buono nella mediterraneità del popolo italiano, e per ora mi sembra che non abbia recepito
quello che di negativo c’è nell’italiano. Le voglio molto bene, è una brava persona.
E poi c’è MC Costa…
MC Costa purtroppo lo conosco solo come musicista. Non ho una frequentazione tale da poterlo
definire da un punto di vista caratteriale; però da un punto di vista professionale è un grande!
D: Cosa ne pensi dei tributi in tuo onore durante le prove? Faso e Rocco che ti omaggiano… c’è sempre
questo Foffescion Sound…
R: Un’altra caratteristica di Faso, che poi è un po’ la caratteristica di Elio, è quella di storpiare in
maniera simpatica tutti i nomi; già ho il nome storpiato di mio, perché Foffo è il diminutivo di Rodolfo, poi è
diventato Foffescion nel corso del tour in America; si dovevano chiamare per forza tutte le persone con la
sonorità americana, e quindi sono diventato Foffescion. Mi fa piacere perché mi diverte. Mi diverte tutto quello
che fa Faso.
D: Dopo aver lavorato con molti altri artisti, com’é…
R: …con tanti artisti ho lavorato… Questa è una domanda alla quale mi fa molto piacere rispondere,
dopo trent’anni che faccio questo lavoro. Io sono nato produttore prima che ingegnere del suono, quindi ho
fatto tutta la trafila del produttore, lavorando per dieci anni come funzionario della RCA, negli anni ’70. Mi sono
trovato a lavorare con quasi tutti i grandi: Baglioni, Zero, gruppi underground degli anni ’70 come Rovescio Della
Medaglia e Trip, tutto il progressive, Anna Oxa (che non c’entra niente con il progressive, però quando l’ho
conosciuta io era una cantante molto moderna). Insieme a EelST il mio fiore all’occhiello è Rino Gaetano, col
quale ho prodotto e collaborato fino ad un paio di anni prima che lui disgraziatamente morisse. Pensando a tutte
queste esperienze devo dire che iniziare a lavorare con Elio e le Storie tese a 53 anni è stata una grande
fortuna; secondo me sono in assoluto i più grandi, non solo a livello italiano ma anche a livello internazionale.
Non ho lavorato con i grandi stranieri, però devo dire che gli Elii potrebbero tranquillamente reggere il confronto.
In Italia non vedo nessuno al loro livello musicale e artistico; hanno portato la loro filosofia in un genere che era
ormai affossato dai cantautori degli anni ’70; a me dà molto fastidio oggi, nonostante abbia i miei 56 anni, vedere
che non ci sono dei ricambi nel cantautorato moderno, perché devo riconoscere, ahimé, che i più grandi sono
quelli vecchi. Non sono stati rimpiazzati, perché se si deve rimpiazzare Fossati con Max Gazzé io inorridisco;
se si deve rimpiazzare, che ne so, De Gregori con…
…con Alex Britti…
…con Alex Britti, inorridisco ancora di più… bravo! La musica pop se non è fatta bene è dannosa; se poi è
fatta male, come si sta facendo in questo momento in Italia, è deleteria, diventa un elemento disturbatore della
cultura; credo che sia un danno oggi fare musica pop. Sono stato fortunato ad aver conosciuto EelST all’acme
della mia nausea per la musica pop. Da buoni musicisti di origine "settantina" gli Elii non hanno mai pensato di
tracciare la loro carriera pensando alle classifiche; purtroppo questa scelta da un punto di vista dei risultati non
sempre ti gratifica, anche se loro, nel loro ambito, sono stati molto gratificati. Più uno fa l’artista di culto, più è
difficile che venga gratificato dalle masse. Credo che con questa esperienza sarò appagato.
D: Qual è stato, secondo te, il miglior concerto di EelST in questi tre anni?
R: E’ difficile stabilire esattamente quale sia il miglior concerto loro, perché loro hanno una grande
qualità, che è quella di riuscire a suonare in condizioni disparate sempre ad alto livello; il loro rendimento dal
punto di vista delle performance è sempre molto alto, quindi è difficile riuscire a capire quand’è che rendono una
spanna di più. Credo che lo sappiano soltanto loro, perché il risultato live è sempre di alto livello, al contrario di
quanto succede alla maggior parte degli artisti italiani; andare a sentire un concerto e rimanerne soddisfatti sta
diventando sempre più difficile. Loro possono piacere o possono non piacere, però da un punto di vista della
performance sono micidiali. Credo che i concerti da poter annoverare tra i migliori siano quelli fatti negli Stati
Uniti. Questa sete di voler andare alla conquista di un mercato nuovo, di una cultura nuova, li ha portati a
metterci qualcosa di più. In America si suona nei club nella maniera più minimale, attaccandosi all’amplificatore
e suonando, e non ci sono tutte le sofisticazioni che si usano nelle tournée in Italia. Non si usano strumentazioni
particolari per far sì che il sound live sia simile a quello del disco registrato in studio. Un concerto dal vivo deve
essere un concerto dal vivo, completamente diverso da quello che è il disco registrato. Lì è musica fatta in
laboratorio, qua è musica direttamente rivolta verso un’audience, per cui bisogna farla in un altro modo. In
questo loro sono magistrali, perché hanno capito che non è assolutamente interessante avere un arrangiamento
uguale a quello del disco. Loro sono l’unica eccezione in Italia… non ne vedo altre. Non c’è più gente che suona
senza dare sfogo ai campionatori, ai sequencer, a tutti questi marchingegni che fanno sì che nel 65% dei casi si
suoni praticamente in playback. C’è un 30 – 35% dei musicisti che suona utilizzando sequencer e elementi
pre-registrati in maniera abbastanza corretta. Loro non ne fanno uso, ma questa è una scelta che puoi fare solo
se hai talento e bravura.
D: Fatti una domanda e datti una risposta.
R: Mi faccio una domanda che faccio spesso ai miei figli, e purtroppo non ho da loro una risposta
perché è giusto che non ce l’abbiano. Dove andiamo a finire? Che fine farà la sensibilità culturale? Non mi do una
risposta, perché se me la dovessi dare in questo momento sarei molto pessimista. Non la voglio dare perché mi
auguro che le nuove generazioni facciano in modo di eliminare l’elemento involutivo dalla cultura di oggi, e in
questo inserisco soprattutto la musica che è la cosa che mi riguarda di più. Vorrei che ci fossero molti più EelST
e molti meno Nek.
D: Fai una domanda alle Faveromane e cercheremo di darti una risposta.
R: Cosa pensate voi del futuro di EelST? E se pensate positivamente ad un futuro di EelST, come
vorreste che loro indirizzassero questo loro futuro artistico?
Speriamo in un grande futuro di EelST!… per quel che dipende a noi…
Sarebbe bello poter vedere gli Elii suonare in spazi più adatti alla loro musica. Vedere dei grandi musicisti
come loro costretti a litigare con il rimbombo delle pessime strutture italiche è avvilente.
Hai messo il dito nella piaga. Le amplificazioni rendono fisicamente solo dove le puoi far rendere bene. E’
evidente che se fai un concerto al Tenax rende in un modo, se lo fai al Palazzo dello Sport è impossibile avere
un sound dignitoso; se lo fai in un auditorium come è successo in Svizzera è un’altra storia. Dovreste vedere il
concerto fatto insieme ad Ike Willis, l’ex cantante di Frank Zappa, all’auditorium di Lugano. Purtroppo in Italia…
Quale musica può venir fuori da questa nazione quando non ci sono neanche i siti dove poter far suonare
chi sa suonare? Se conoscete Firenze, saprete che non c’è un posto dove si possa suonare della musica.
L’unico posto bello dove abbiamo fatto un concerto è alle Cascine, all’aperto. Se andate all’estero vi rendete
conto delle condizioni veramente precarie e penose, da terzo…da quarto mondo, in cui si vive di musica in Italia.
E’ mancanza di cultura, perché la voce musica in Italia è tenuta all’ultimo posto. Se vai in Germania o in Francia
o in Inghilterra non è così, perché la voce musica è un fiore all’occhiello per queste nazioni, è cultura. Purtroppo
in Italia la musica è veicolata e patrocinata e sponsorizzata dai deejay delle radio; vorrei veramente che questi
andassero a fare un altro mestiere, piuttosto che quello di vati del nuovo verbo musicale; fanno dei danni.
Questo è anche il motivo per cui in Italia la musica non è gestita bene a livello promozionale e a livello multimediale;
la televisione trasmette degli spettacoli indegni da un punto di vista musicale, e quindi è evidente che finché si
fanno vedere in televisione solo concerti di Baglioni, Renato Zero, Nek e Ligabue, non si potrà mai avere la
possibilità di migliorare il rapporto con la musica. Non dico che non debba esistere Nek, perché tutti hanno il
diritto di ascoltare la musica che vogliono, però è giusto dare non dico lo stesso spazio, ma un certo spazio
anche a chi come EelST fa musica di un certo livello. Voi siete fortunati perché, comunque sia, in qualsiasi posto
brutto si possano mettere a suonare EelST, riusciranno comunque e sempre a dare molto di più di quello che dà
Baglioni, o di quello che danno questi artisti consacrati in Italia; gli Elii riescono a compensare con la loro bravura
quelle che sono le carenze strutturali dei posti dove si suona. Poi c’è il mondo dello show business, che in Italia è
un massacro; se sei in classifica riesci comunque ad avere la possibilità di gestire dei budget, puoi permetterti di
fare concerti nei teatri, o in quei pochi palazzi dello sport dove si possono fare concerti. Se hai un gruppo che
ha duemila seguaci, che sono sempre quelli (quando va bene…), non puoi affrontare un concerto in un teatro;
a Firenze c’è il teatro Verdi, e per fare un concerto al teatro Verdi ci vogliono 11 milioni solo di affitto. Per
suonare al Palazzo dello Sport ci vogliono 20 milioni di affitto. EelST non hanno questo budget, perché non sono
un gruppo che vende 1 milione di dischi. Sarebbe bello potesse essere così, ma ci vorrebbe un’educazione
musicale diversa in Italia che permettesse a tutti di capire quanto sia difficile la musica che fanno. Da questo
scaturirebbe la possibilità di dare ad artisti che se lo meritano l’occasione e lo spazio per potere gestire la loro
artisticità in luoghi adatti. Purtroppo non credo che cambierà qualcosa. Dovrebbero essere cacciati tutti i vari
Molella, Linus, Fargetta… quando spariranno questi soggetti, probabilmente si potrà sperare che quest’involuzione
musicale si fermi, perché probabilmente migliorerà il rapporto tra chi promuove la musica e chi la ascolta.
Però, secondo me, è anche la pigrizia di chi ascolta…
Ma non è la pigrizia, il popolo italiano è un gregge di pecore…
Quello dico.
…senza un pastore; se lo indottrini male - già la parola indottrinamento è una parola deteriore - se lo
indottrini male è finita; se li metti ad ascoltare la musica dei Lunapop continueranno a chiederti la musica dei
Lunapop. Allora ci sarà un 90% di fruitori della musica dei Lunapop e un 10% di fruitori di un altro tipo di musica,
tra cui EelST; ma il 10% della torta non gli permetterà mai di suonare in posti che pretendono dei budget di un
certo tipo.
Penso che gli Elii stiano facendo un buon lavoro per il futuro, però sarebbe bello anche qualcosa per il
presente.
Dovrebbero essere le istituzioni a metterti in condizioni. Non si costruiscono auditorium per ascoltare musica,
ci si deve accontentare di quello che capita, e già si è fortunati quando si riesce ad ascoltare EelST, perché per
lo meno riescono a fare la differenza comunque.
Sono coraggiosi loro ad andare avanti.
Sono molto coraggiosi. Ormai hanno la scorza così dura che non si spaventano più di fronte alle avversità
che gli pone davanti il mondo dello show business. Le case discografiche hanno dato il potere a questi presunti
vati della radio, ma loro hanno la scorza dura e riescono a resistere comunque. Io spero che la scorza diventi
sempre più dura, perché non vedo… vi ripeto, non sono ottimista delle sorti della musica italiana.
Loro riusciranno sempre a fare delle cose belle, originali, geniali, mi aspetto molto da loro nel futuro, da un
punto di vista artistico. Però se la situazione rimane così, ci saranno sempre duemila appassionati, e non
diventeranno mai quattromila o seimila o ottomila o diecimila; ci vorrebbe la possibilità di poter promuovere
anche un tipo di musica che non è quello delle classifiche attuali, dove al primo posto troviamo i Lunapop…
Un grazie al grande Foffo per le sue parole davvero importanti!
(da sx: Leesa, Foffo, la Cicalona, Duccio, la Fava Etrusca)
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