Lo Spigolo di Kranpo - n. 13

Kranpo
a cura di Kranpo

"Come furono felici Buddha e Maometto e Shakespeare, che i loro buoni parenti e i dottori non curarono delle loro estasi o delle loro ispirazioni.
Se Maometto avesse preso del bromuro contro i nervi, avesse lavorato soltanto due ore al giorno e bevuto del latte, di questo uomo eminente sarebbe rimasto tanto poco quanto del suo cane. I dottori e i buoni parenti alla fine fanno sì che l'umanità diventi ottusa, la mediocrità si consideri genio e la civiltà vada in rovina."
Anton Cechov

"Poichè nella follia l'uomo scopre la sua verità, la guarigione è possibile a partire dalla sua verità e dal fondo stesso della sua follia."
Michel Foucault

"-Oh Giglio Tigrato, - disse Alice rivolgendosi a un fiore che ondeggiava con grazia al vento - vorrei che tu potessi parlare!
-Noi possiamo parlare, - rispose il Giglio Tigrato - quando capita qualcuno col quale valga la pena di farlo."
Lewis Carroll

Oggi parliamo di follia, di malessere, dell'incomprensione che circonda animi affrescati con sfumature diverse e distanti; parliamo di due brevi esempi di illustre pazzia attraverso le pagine de "I Folli" di Franca Romano (Meltemi, 2001), da cui attingiamo copiosamente:
"Claudine Claudel (1864 - 1953) passionale e geniale scultrice sfida ogni convenzione sociale e cerca di vivere, lei donna, della sua arte. Sfibrata viene rinchiusa dal fratello Paul, poeta, in manicomio. Vi passerà gli ultimi trenta anni, con le mani sempre in movimento nel vuoto. Senza creta o marmo da manipolare per le sue sculture di immediata potenza evocatrice di vita. Scrive dal manicomio:
Essendo l'immaginazione, il sentimento, il nuovo, l'imprevisto, che nascono da uno spirito evoluto, incomprensibili per loro, cervelli ottusi, eternamente chiusi alla luce, occorre che qualcuno fornisca loro un'illuminazione. Lo dicevano: '... ci serviamo di un'allucinata per trovare i soggetti'. Qualcuno almeno potrebbe riconoscere il merito di originalità e dare qualche compenso alla povera donna che hanno spogliato del suo genio: no! Un manicomio! Nemmeno il diritto ad avere una casa! Perchè bisogna che rimanga alla loro mercè! E' lo sfruttamento della donna, l'annientamento dell'artista cui si vuol fare sudare anche il sangue. (...)
Alda Merini (1931) ancora giovanissima ha un grande successo di critica per le sue prime poesie pubblicate. Ma il padre le dice serio, strappando in mille pezzi la recensione di Spagnoletti: ascoltami, cara, la poesia non dà il pane. A 34 anni è ricoverata in manicomio. 'Ero una sposa e una madre felice, anche se talvolta davo segni di stanchezza e mi si intorpidiva la mente... a casa mi immalinconivo fino allo strazio più profondo. Non riuscivo più a mangiare. Provai a parlare di queste cose a mio marito, ma lui non fece cenno di comprenderle e così il mio esaurimento si aggravò... un giorno esasperata dall'immenso lavoro e dalla continua povertà e poi chissà in preda ai fumi del male, diedi in escandescenze' (Merini, 1997). Dopo dodici anni di ripetuti ricoveri riprende la sua produzione poetica che la porta nel 1993 al premio 'Eugenio Montale' per la poesia e nel 1996 al premio Viareggio. 'Il delirio dà alla luce figure, visioni, realtà sommerse. La follia è un capitale enorme, estremamente prolifico, però lo può amministrare soltanto un poeta'.
Queste storie appassionate raccontano che i percorsi dell'arte creativi e misteriosi, rendendo leggeri emozioni, sentimenti e desideri murati da costrizioni sociali, hanno coinciso alcune volte con quelli aspri della follia. Mostrano che spesso sono considerati folli comportamenti sociali devianti che rappresentano per alcune persone sensibili un percorso di conoscenza per vie insolite e straordinarie."
Vicende amare più diffuse di quanto si possa pensare e utili alla riflessione anche oggi, in cui i manicomi sono apparentemente chiusi. E il malessere dello spirito altrui nascosto dietro la cattiveria della società paurosa ed indifferente è un argomento così vasto e sterminato che mi riservo l'eventualità di riparlarne, spero in maniera meno superficiale. Certo se vi aggrada.

Bene, e ora sempre per venire alle cose serie, ecco a voi il nuovo episodio, il quinto, della mirabolante, stupefacente, spettacolare saga dell'eccitantissimo Daxter Easter! Buona lettura!

"THE PERILS OF MISTER EASTER"

Riassunto delle puntate precedenti: Durante la festa in Val d'Aosta della Principessa Compressina, un ignominioso tranello viene messo in atto: distraendo il noto investigatore dell'improbabile Daxter Easter con quattro pupazzi travestiti da difensori del Milan, il povero colonnello Muesli viene assassinato. Un misterioso nemico, autore della macchinazione, minaccia infatti i membri di una ridicola congrega depositaria di un terribile segreto. Per salvare il mondo c'è un unica speranza: portare l'ultimo sopravvissuto della setta, il tenente Jay Friday, dal fantomatico e disperso professor Fotone. Così dopo aver reclutato le sue tre indispensabili aiutanti, Lady Chatterbox, Senorita Manzana e Visa, il nostro fascinoso eroe organizza il viaggio alla volta dell'Africa. Ma durante la delicata trasvolata incombe il primo drammatico intoppo: una imprevista esplosione incendia l'ala destra dell'aereo che fatalmente inizia a precipitare...

Capitolo V di XIII: "Scontro Nella Jungla"

"Prcn pyltt! E axsy??? Czz ls n ccac stt!!!" disse allarmato Moreeno (che voleva dire: Porco paletta! E adesso??? Cazzo io mi cago sotto!!!) mentre i passeggeri urlavano terrorizzati e correvano da una parte all'altra della fusoliera. "Cazzo e calmatevi brutte teste di cazzo!" sbraitava sguaiata l'hostess Armando che tentava di ricomporre la situazione. Solo Daxter e le sue tre Diavole erano rilassate come fossero in un solarium. "Mr. Easter! Bisogna fare qualcosa! Se continua così moriremo tutti!" disse supplicante il tenente Friday in preda a un'intossicazione alimentare; "Non disperare o vile ometto, ora sistemiamo tutto." rispose sicuro il nostro eroe mentre osservava annoiato i tentativi di salvataggio di un altro passeggero, un certo commissario ermes: costui spalleggiato dal suo aiutante golfo, un nano americano abbigliato come Saddam Hussein, cercava di abbandonare l'aereo rubando l'idea di Indiana Jones in "Indiana Jones e il tempio maledetto", cioè gettandosi nel vuoto con un canotto (in realtà era un materassino da mare miracolosamente ritrovato), vista l'assenza di paracadute, che, gonfiandosi nel lancio, avrebbe attutito la caduta. I due piombarono al suolo come cacche di cavallo trovando una morte orrenda. Ma il tempo stringeva e, dopo essersi goduto questa scena, Daxter si mise al lavoro. Corse forsennatamente verso la cabina di pilotaggio e vi entrò senza neanche bussare; "Forza cretinetti! - disse al comandante che stava pregando tutti i santi del paradiso - Non c'è un attimo da perdere! Faccia quello che le dico!" Subito Daxter fece spengere i motori dell'aereo e fece aprire il portello dei bagagli: "Dobbiamo perdere peso! Più leggeri, più leggeri!" delirava giulivo in preda alla ridarella e poi aggiungeva, con mani adunche ed occhi spiritati, "Governeremo i venti del sud! In groppa alle brezze ci salveremo!". Pochi secondi più tardi l'aereo era piombato impazzito a velocità inaudita tra i rami frondosi della jungla africana (che nel frattempo col loro attrito avevano spento irrealisticamente l'incendio dell'ala destra); incastrato e stritolato ma intero. Tutti i passeggeri erano in salvo. Urla gioiose e canti popolari napoletani venivano intonati dai sopravvissuti mentre abbandonavano la carlinga maledetta. Tutti si stringevano attorno a Daxter che, come al solito, si pasceva della gloria conquistata. "Eccezionale mr. Easter! Lei è un vero eroe! - lo ringraziò lacrimoso Friday - Come è riuscito a calcolare in modo così sopraffino tutte quelle variabili e tutti quei rischi? Lei è davvero incredibile!" "Non esageriamo adesso, - rispose Daxter con la solita falsa modestia - in realtà stavolta è stata solo una clamorosa botta di culo! Potevamo ammazzarci come dei coglioni! ahah!" Uno scrosciante applauso partì spontaneo; le tre Diavole si guardarono con un bonario sorriso. "Bene, - disse Daxter a bassa voce e rivolgendosi solo ai suoi compagni - ora gli altri passeggeri e l'equipaggio attenderanno i soccorsi, noi invece non abbiamo questo lusso; dobbiamo metterci in marcia senza attirare alcuna attenzione. Il nostro scopo è viaggiare inosservati e spediti. Dobbiamo raggiungere la tribù dei Sargassi. Ci affideremo al prodigioso senso d'orientamento di Lady Chatterbox. Domande?" "Ma chi sono questi Sargassi?" chiese fastidioso come al solito il patetico Friday. "Sono una tribù antichissima di guerrieri/parrucchieri. - rispose Visa che era molto colta - Infidi e bastardi odiano la società moderna e godono nel catturare turisti indifesi dotati di marsupio invicta; girano abbigliati come MC Hammer e hanno una terribile usanza: mangiano merendine alla frutta. Ma la cosa peggiore sono le crudeli torture che perpetrano agli ignari turisti. Massacrano i loro capelli con acconciature abberranti! Ad alcuni sventurati hanno fatto i capelli come Caparezza..." Tutti si guardarono terrorizzati. "Beh, a me piace Caparezza." disse Friday. "Sxn slttofjc cghjlflòko brt ddtdidy..." disse Moreeno (che voleva dire: Sei il solito coglione brutto idiota...). "Io invece mi chiedo se l'incidente aereo sia stato solo un caso..." disse ironica Manzana; "Ovviamente no, è solo il primo tranello del nostro sconosciuto avversario che ci vuole impedire di trovare il professor Fotone. Dovremo stare molto attenti. Friday, tu hai qualche idea sulla sua identità? Hai qualche indizio che ci possa aiutare?" "Purtroppo no... è un mistero anche per me... so solo che è molto potente e molto pericoloso..." rispose sconsolato Friday; "Oiip sfs chhc nasnncmdn dtdtrt tuss hda! Ss chch cttvvt!" disse fiero Moreeno (che voleva dire: Io so chi si nasconde dietro tutto questo! So chi è il cattivo!) nell'indifferenza generale. Solo Senorita Manzana chiese a Lady Chatterbox "Che ha detto l'infelice?" "Niente credo, mi pare fosse un commento caustico sul Festival di Sanremo..." rispose convinta la Diavola dai capelli castani e dagli occhialetti sexy. "Bene! Allora andiamo, non perdiamo altro tempo." disse Daxter col suo invidiabile carisma; anche un millepiedi zoppo a tutti e mille i piedi l'avrebbe seguito in capo al mondo. Così mentre la gente normale aspettava fiduciosa i soccorsi (che tralaltro non sarebbero mai arrivati facendo diventare i sopravvissuti noti protagonisti di un nuovo reality show pluripremiato intitolato "Safari Cannibal - come rendere più saporita la vita degli altri"), i sei speciali compagni si erano messi in viaggio in mezzo alla jungla. L'aria era pesante e il percorso faticoso e difficile, ma Lady Chatterbox sembrava sapere esattamente dove stesse andando; durante il cammino strani animali ed insetti incrociavano la strada della compagnia che marciava silenziosa; solo Moreeno parlava del più e del meno ma nessuno sembrava capirlo. Dopo parecchie ore Lady Chatterbox si fermò di scatto "Qualcosa non va, - disse - ho la sensazione che ci stiano seguendo..."; mentre i nostri, preoccupati, scrutavano ogni angolo della buia jungla, un enorme panterone piombò in mezzo al gruppo. Friday urlava come una scolaretta di una scuola privata, mentre le tre Diavole erano già in posizione da combattimento; "Visa, pensaci tu." disse Daxter che si stava limando le unghie dei piedi appoggiato ad un albero nodoso. Visa agì in fretta: estrasse la sua letale carta di credito e fece un balzo verso il grosso felino; la pantera fece la stessa cosa spiccando il salto con un ruggito. Sembrava di vedere una scena di Sandokan, la carta di credito, affilata come un rasoio, squarciò il malcapitato animale dalla gola al basso ventre. Il panterone cadde pesantemente al suolo, ferito a morte. Mi sa che anche Salgari mi fa una pippa, non lo so... Visa, vittoriosa e senza un graffio, leccò li sangue sulla sua carta di credito, "Fatto, capo!" disse con una punta di soddisfazione. "Menmmchc!" disse Moreeno (che voleva dire: Minchia!), "Perfetto!" disse Daxter, e tutti si rimisero in marcia aspettando solo Friday, che ancora stava cagando dietro un cespuglio. Pochi istanti dopo quello spavento la jungla cambiava inopinatamente panorama: i rami intricati e oppressivi cessavano, solo un'erba rada e infreddolita dominava l'orizzonte; l'atipica tundra africana si apriva davanti ai nostri eroi. "Bene, il peggio è passato, i Sargassi sono vicini" disse Daxter alla compagnia, "Un attimo capo, - lo interruppe Lady Chatterbox - ho ancora quella sensazione, qualcuno ci segue ne sono certa!" Appena terminate queste parole, una selva di lance grandinò sui nostri eroi stupiti. In un batter d'occhio uno sciame incontrollabile di negroni muscolosi vestiti come MC Hammer sbucava fuori dalla bassa tundra per assalirli. "NO! I Sargassi ci attaccano! - disse Visa - E' la fine! Ora ci faranno i capelli come Little Tony o Dj Francesco!!! Noooo!!!". Jay Friday aveva nuovamente lo sguardo allucinato di chi sta per perdere il controllo del proprio intestino. "Maledizione, - disse Daxter - ci hanno circondati."...

CONTINUA...
 

Alla prossima!
Oi! Oi!

KRNP

 

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