"Un uomo intelligente costretto a vivere insieme a degli sciocchi assomiglia a colui che ha un orologio che va bene in una città le cui torri hanno tutte orologi che vanno male. Lui solo sa l'ora giusta: ma a che gli serve? Tutta la gente si regola secondo gli orologi cittadini sbagliati, persino coloro i quali sanno che soltanto il suo orologio indica l'ora vera"
"Essere grandi equivale ad essere incompresi"
Alcune settimane fa passeggiavo solitario in via degli scipioni a Roma appesantito esclusivamente dei miei ingombranti pensieri. Così in serie elucubrazioni affaccendato non mi rendevo conto che un losco figuro si fosse affiancato alla mia persona. Immaginate la mia sorpresa quando scoprii che costui mi era ben noto e, nonostante occhiali neri e un cappuccio, lo riconobbi in un orgasmo di sguardi: era nientepopodimenochè il Giovane Wilhelm, Guglielmo Fornera in arte Panino (pluridecorato desaparecido delle faveromane).
Esterno, giorno. Il tramonto riverbera sonnacchioso sulle pacate onde del mare cristallino; il vento gentile scioglie i lunghi capelli biondi del muscoloso Kranpo; questi si asciuga il volto con un fazzoletto rosa su cui è ricamata una W bianca (dettaglio). Con la mano stringe il fazzoletto e lo avvicina al petto; poi raccoglie dal terreno un sasso e lo avvolge con lo stesso fazzoletto. Dopo averlo annodato bene fa un gran respiro e lo lancia nel mare illuminato; il sasso scompare al primo tonfo. Kranpo rimane immobile per pochi secondi, dopodichè si volta di scatto e corre lontano mentre bagliori improvvisi gli rigano le gote... Crescendo musicale e dissolvenza in nero...
Nello scorso spigolo ho accennato alla volontà di recuperare il concetto di romanzo d'appendice, una tradizione dei giornali ottocenteschi, concentrata nella narrazione a episodi delle avventure mozzafiato, spettacolari e piene d'azione di un simpatico e carismatico eroe, spesso scavezzacollo e gentiluomo (un pò alla Arsenio Lupin o alla Indiana Jones per intenderci); ebbene è venuto il momento di farvi partecipi delle rocambolesche e funamboliche avventure di un personaggio dal fascino intramontabile, il sorprendente Daxter Easter.
"THE PERILS OF MISTER EASTER" Capitolo I di XIII: "Festa in Val d'Aosta" "Questo è senza dubbio il diadema più prezioso del mondo. O comunque il più costoso! E io lo so bene!..." esordì così la Principessa Compressina presentando il suo nuovo inestimabile gioiello, scatenando la sorridente e divertita approvazione di tutto il pubblico convenuto. Pubblico composto esclusivamente da ricchi nobili, rampanti uomini d'affari e vecchi comunisti rincoglioniti; il fior fiore della gente che conta ritrovatisi per l'imperdibile occasione mondana a La Thuile, nel cuore della Valle d'Aosta. Un luogo inusuale per mostrare un oggetto piuttosto particolare, ma il panorama era impagabile, da togliere il fiato: neve ovunque, solo ed esclusivamente neve, nient'altro che neve; baite disperate e solitarie si affacciavano guardinghe, mentre la tenuta-chalet della Principessa dominava la vallata. Una dozzina di omoni-guardie del corpo vegliavano sulla massa di limousine in panne (ma dotate di catene), ammucchiate in ordine sparso da una parte; e gli entusiasti convitati sciamavano da un aperitivo ad un altro vestiti con elegantissimi abiti fuori stagione. In particolare gli uomini avevano i loro problemi con i tacchi a spillo che affondavano facilmente nella neve. Tutti si divertivano e ridevano, tutti compiacevano squallidamente la Principessa. "Festa magnifica" brindava il conte Sciemo, "Mi fa provare il gioiello???" supplicava avida e con scarso successo la duchessa Burra, "Qund'è che se magna?" chiedeva con insistenza compagno Berluccone, "Che tette!" continuava ad esclamare il colonnello Muesli, che aveva una spiccata predilezione per la gnugna. Insomma un party riuscito, l'evento dell'anno. Ma d'un tratto, proprio quando gli invitati si stavano scaldando e la Principessa Compressina si stava denudando, cedendo ai danari del colonnello, la situazione precipitò: uno sparo mandò nel panico l'intera security, "oddio ci ammazzano tutti" urlarono all'unisono e con voce stridula i dodici omoni mentre fuggivano a gambe levate, e col campo ormai libero quattro loschi figuri vestiti con la divisa da calcio del Milan e con indosso le maschere dei mitici difensori, Tassotti, Baresi, Costacurta e Maldini, fecero il loro ingresso gettandosi armati di pistole sulla Principessa. "Dacci il diadema o morirai!" disse Baresi, "Nooooo... non potete farmi questo" piagnucolò Compressina; gli invitati erano immobili e paralizzati dalla paura. La festa si era trasformata in un incubo. D'improvviso un sibilo assordante tagliò l'aria e una figura umana piombò tra gli invitati: con una incredibile acrobazia atterrò con gli sci sul tavolo più grande. I presenti erano attoniti, i difensori milanisti rimasero a bocca aperta. Davanti a loro si ergeva fiero un uomo con gli sci ai piedi, una tutina color strufolo che lasciava scoperte le ginocchia e un paio di occhiali da sole argentati davvero avveneristici. "E tu chi diavolo sei?" esclamò Tassotti, "Marrani! Non la farete franca! Non riuscirete a portare a termine il vostro fottuto crimine! Perchè ora dovrete vedervela con me!" rispose deciso l'inatteso e misterioso sciatore... CONTINUA...
Alla prossima!
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