Lo Spigolo di Kranpo - n. 8

Kranpo
a cura di Kranpo

"Ti ho baciata prima di ucciderti; ora non mi
restava che uccidermi per morire in un bacio."
(William Shakespeare - "Othello")

E' da luglio che non scrivo uno spigolo e sicuramente vi sono mancato. Tante cose sono cambiate in questi pochi mesi e la percezione del tempo non fa che mutare in base alle emozioni vissute. Mi volto indietro e il tempo sembra azzerato. Guardo avanti e c'è così tanto tempo da recuperare, così tante cose da fare.
Ma non è di questo che volevo parlare.
Oggi voglio parlare d'amore. Sentimento così raro che in pochi hanno la fortuna di provarlo; così raro ed unico che a volte ci imponiamo di innamorarci. Che a volte ci costringono ad innamorarci. Quanto sarebbe bello se tutti fossimo liberi. Purtroppo non è così.

Ma oggi non voglio parlare dell'amore in modo serioso; anzi in questo periodo in cui le feste dedicate agli innamorati si sprecano, cresce in me un sano spirito dissacratorio.
Quindi spero vivamente di offendere qualcuno e vi lascio con questo pacato, delicato e discreto messaggio di pace, di speranza e di tolleranza, vero e proprio inno all'amore (con la benedizione dell'ormai appassito Benigni).
E cioè con:

"IL TRADIZIONALE RACCONTO DI S.VALENTINO"

C'era una volta in un paesino abbandonato nella campagna un fraticello, giovane, timido e spaesato, magrolino e un pò cretino; non brillava per intelligenza certo, ma essendo taciturno, aveva la fama di ragazzo retto, maturo e responsabile, tutti si fidavano di lui e lo trattavano sempre con mille attenzioni. Il suo nome era Faustino.
Un giorno mentre passeggiava "casualmente" intorno ad un lago, dove si bagnava in abiti succinti una fiorente giovinetta, da quest'ultima fu scoperto scatenando femminili urletti e grida varie; temendo di essere riconosciuto e di veder rovinata la sua intonsa reputazione, iniziò a correre di gran carriera.
Non volendo farsi trovare, notando poco lontano una bella casa a lui sconosciuta, decise di provare a nascondersi lì; raggiunto l'ingresso, il cancello aperto, vi entrò in tutta fretta, leggendo di sfuggita vicino al campanello il nome del proprietario: "S. Valentino". Quel nome gli ricordava qualcosa; si avvicinò alla porta di casa pensando alla scusa da inventare per entrare. Suonò, era pronto a sciorinare una qualche richiesta di elemosina o un qualche strambo progetto della sua parrocchia, ma quando l'uscio si aprì, l'allarmante spettro della tremenda consapevolezza impallidì il suo sguardo e subito realizzò dove aveva sentito quel nome: Sasha Valentino era una vecchia, cadente, ributtante prostituta ucraina di origine italiana, che adescava e seduceva qualsiasi organismo di genere maschile avesse incrociato la sua strada. Insaziabile ed inarrestabile macchina da sesso disgustosa, riusciva sempre ad ottenere quello che voleva, a soddisfare i suoi appettiti, sfinendo ed approfittando di sparuti personaggi; era diventata l'incubo di ogni uomo con un pò di senno.
Era troppo tardi quando Faustino se la trovò davanti, già ghignante, con quella viscida lingua che sbavava su quelle labbra carnose: cicciona e maleodorante aveva radi cespugli rossi di capelli sulla testa rugosa, sbilenche sopracciglia disegnate pessimamente e trucco ridicolo sparso un pò su tutto il viso; il rossetto era completamente sbafato. Con un corpetto nero tutto strappato che tratteneva a fatica il suo stomaco, aveva lasciato liberi e pendenti i suoi strabordanti seni smagliati e varicosi; a completare l'opera sul suo corpo nudo, una rigonfia mutandina rossa di pessimo gusto che conteneva a malapena la peluria del suo folto pube.
Faustino si rese conto di aver commesso un grave errore.
Sasha urlando giuliva, iniziò a tentare di acchiappare lo sventurato fraticello. Faustino iniziò a correre, infilandosi come uno stupido proprio dentro casa. Si rincorsero dappertutto, Sasha era inesauribile, l'inseguimento sembrava interminabile; d'un tratto in un divincolamento, Faustino la fece cadere strappandole le mutandine, e, con inattesa e benedetta casualità, si ritrovò davanti ad una finestra spalancata. Il sole albeggiò sul suo volto sudato e disperato. La fuga era a portata di mano.
Fu allora che guardandola s'accorse d'un fatto insospettato: Sasha Valentino era un transessuale. Faustino d'improvviso cambiò espressione, era felicissimo! Era proprio quello che cercava da tanto tempo in un amante, senza averlo mai trovato. Così decise di accettare le avanches di Sasha e si fece sedurre; fu un successo, scoprirono il sesso e l'amore, formarono una coppia affiatatissima e invidiatissima. Incredibilmente vennero acclamati persino dall'intero paesino, fu un trionfo, il trionfo dell'amore. Così per rendere immortale questo lietissimo evento, si decise di ricordare, perpetuare, osannare questo romantico miracolo, con una festività inneggiante il consumismo più selvaggio e senza scrupoli: ebbene cari stronzi amici miei, proprio in questa tenera occasione nacque la "Festa degli Innamorati", ovvero "S.Valentino"... grazie a un perverso fraticello e a un transessuale ucraino... Ah! L'amore...

FINE

Questa volta me la cavo con un breve intervento, mi auguro però, dopo tanti mesi di assenza, di aggiornare più spesso questa gradevolissima rubrichetta.
Vana speranza per me, temuto incubo per voi.
E mi piacerebbe prossimamente aprire un ulteriore spigolo fisso, all'interno dello spigolo stesso... con il quale recuperare il concetto di romanzo d'appendice... è da un pò che ci penso... vedremo.
vabbè

Alla prossima!
Oi! Oi!

 

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