La neve fischiava come mille ululati, sferzata dal vento nell'aria gelida come la sciabola di un furioso spirito guerriero; lo stesso freddo aveva le labbra viola ed intirizzite dalla propria eccessiva ferocia, ma rideva e rideva con i denti sporchi di ghiaccio. Tutto era turbine, e poco fuori dalla strada, ormai sepolta, una grossa slitta rovesciata, di color bruno, immobile e fracassata; alcune schiaciate da essa, altre poco lontane, le sette renne erano tutte morte, per assideramento, o per il forte impatto. Incastrato anch'egli sotto la slitta, con una gamba maciullata, una clavicola in frantumi, due costole incrinate, una scheggia di legno nel polmone, e il sangue che affogava la fronte aperta, Pére Noel non era in una situazione favorevole. Il gelo lo stava paralizzando, ma la sua tuta rossa fino a adesso l'aveva protetto; il dolore era lancinante, non riusciva a smettere di urlare, e nessuno sembrava sentirlo, era solo in mezzo a quella distesa bianca. Urlava, urlava e pensava, sapeva che in poco tempo la neve l'avrebbe sepolto e sarebbe morto soffocato; o che una belva l'avrebbe trovato e sarebbe finito divorato; o il freddo alla fine avrebbe vinto; o dopo aver perso tanto sangue sarebbe morto dissanguato. Non era ottimista pensava solo a questo ormai, e il suo tormento cresceva sempre più; piangeva per le sue renne, si dannava per non aver portato a termine la sua missione, per avere illuso tanti bambini, per non essere stato all'altezza del ruolo affidatogli; quante persone avrebbero sofferto per colpa sua, in quella lunga notte. Non si dava pace per questo. Rivedeva tutta la sua vita, l'infanzia travagliata, i suoi primi pattini, il primo sole notturno, il primo bacio, l'inaugurazione della fabbrica, la nascita di Pleph, la sua prima slitta, la prima letterina ricevuta, quella volta in cui si ustionò in quel camino acceso, le elfe concubine che lo svezzarono, l'incontro con il suo cantante preferito, Stevie Wonder, lo scandalo del processo per pedofilia, la vacanza in Perù... fino a quella notte maledetta. Era lì, solo, sperduto, col volto bagnato di lacrime e sangue, certo che fosse giunta la sua ora e pronto a finire all'Inferno, quando sentì un rumore dietro la slitta. Si sforzò, ma non vedeva bene, quattro figure si stavano avvicinando; iniziò a frignare come un bambino, benediva quelle persone e implorava il loro aiuto, non credeva ai propri occhi. Forse era salvo. Le persone erano sopra di lui, parlavano, ma lui non capiva, e chiedeva cosa stessero dicendo, e poi li benediva e li ringraziava; ma i quattro rimanevano immobili, sembravano impegnati in un'importante discussione, e parlavano e Pére Noel non capiva, ma non importava, forse ce l'avrebbe fatta forse era salvo. Poi finalmente recepì una parte del discorso, probabilmente la finale, una voce femminile diceva:"ma è vecchio!" e una voce maschile rispondeva:"non importa, ci sfameremo ugualmente...". Allora capì che era davvero finita; aprì la bocca per urlare, ma nessun urlo scappò, un colpo di accetta gli aveva staccato la testa.
FINE
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