Il Baseball Day
Parma - 26 giugno 2001 |
a cura di
Elena |
A Parma c’è un grande prato verde dove nascono speranze che si chiamano ragazzi.
Questo è il grande prato del campo da softball dove martedì 26 giugno corrente anno
gli Elio e le Storie Tese si sono esibiti davanti ad una folla plaudente ingabbiata nella
rete posta a protezione delle tribune.
La scena che si presentava davanti agli occhi degli astanti era di grande impatto
visivo perché non capita tutti i giorni di potersi godere dall’alto un concerto in cui i
musicisti sono circondati non dalla folla, bensì da erba verde, terra marroncina e poco
altro.
Sembrava quasi di essere davanti ad un televisore del futuro che permette di starsene
seduti ad assaporare ologrammi viventi, suonanti e cantanti.
Bisogna dire che il concerto era posto a degna conclusione del “Baseball day”: Elio e
Faso si sono prodigati nella spiegazione di come si svolge il gioco del baseball,
spiegazione figurata che vedeva sistemare i vari giocatori sul campo, spiegare i ruoli
e simulare le azioni di una immaginaria partita.
Tutto sommato, qualcosa ci ho capito anche io.
Arrivata la sera, trovati i posti a sedere proprio nella tribuna d’onore, ascoltato il
simpatico deejay della Pianura Padana che intratteneva il pubblico con musica di
grande spessore, mangiato il panino, bevuta l’acqua dal bottiglione portato da casa e
già prezioso strumento per porre rimedio alla sete del batterista svizzero incontrato
nel pomeriggio («Come va? Tutto bene? Avete qualcosa da bere? Ah, no, ma poi ve
lo tolgo a voi… grazie, un altro bicchiere») , mi sono così ritrovata ad assistere
all’entrata in campo dei componenti del simpatico complessino alla maniera dei
Beatles del famoso concerto americano allo Shea Stadium.
Con un’unica differenza: i Beatles non avevano Mangoni.
Dopo l’ormai famosa intro a cura dell’armonicista misterioso, le note di
“CASSONETTO” hanno subito scaldato gli animi del pubblico preparandolo
all’inevitabile primo colpo di scena: una fatina di azzurro vestita che zampettava
allegramente sul palco al ritmo de “LA VENDETTA DEL FANTASMA
FORMAGGINO”.
Personalmente credo di aver visto poche altre cose altrettanto divertenti in tutta la mia
vita. Se mi si facesse notare che sto un po’ esagerando potrei rispondere che per
Mangoni si strafà e stradice; ma nessuno penserà che abbia esagerato, perciò il
probblema non si pone.
E poi niente, il concerto è andato avanti con tranquilla professionalità e simpatico
coinvolgimento.
La scaletta ha visto poi susseguirsi DISCOMUSIC e CARO 2000, CARRO, una
versione molto molto coinvolgente di SILOS che da ormai troppo tempo mancava
dal vivo. Silos ha appassionato il pubblico che, a sostegno del tema trattato, ha
volentieri prestato la propria voce corale a beneficio del ritornello.
Al momento di presentare UOMINI COL BORSELLO il cantante Elio era
intenzionato a dedicarla a tutte le giocatrici di softball presenti, solo che… ce n’era
soltanto una! Comunque questo disdicevole avvenimento non ha frenato niente e
nessuno ed il complessino è andato ad eseguire la canzone durante la quale Elio cerca
ultimamente di imitare Riccardo dicendo “progettato” alla toscana; dovrebbe suonare
tipo “proscgettato”, ma da buon milanese quale egli è non lo dice tanto bene.
Comunque Elio rimane un amico.
Poi è stato il momento di CARA TI AMO, brano arricchito da una donazione di
utero a beneficio di Rocco Tanica; e ancora EVVIVA/LA VISIONE, EL PUBE,
QUANDO SI PARLA DI CAPITALISMO TUTTI HANNO PAURA
DELL’ARMONICA (in playback, inutile negarlo) seguita da quella bella
innovazione che è LARGO AL FACTOTUM.
Una piacevole sorpresona è giunta comunque a rallegrare il finale che si è presentato
repentino e indiscusso (“questa è l’ultima canzone dopodiché non ci saranno bis”, ha
subito reso noto Elio, continuandola a menare con la solita storia del “tanto è gratis,
cosa vi lamentate?”): le prime note di “SUPERGIOVANE” sono così andate
tramutandosi in una rarissima versione di “ZOOMA ZOOMA” il cui testo è stato per
l’occasione modificato in “ZOOMA ZOOMA BASEBALL DAY” (in tutta
confidenza, se lo volete ascoltare provate a cercare su www.marok.org).
Beh, che dire? Ce n’è sempre una nuova, in questi concertini.
Chissà cosa ci riserva il futuro.
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