23settembre2000

MISSIONE CAMPIONE

Ovvero...

BENVENUTO IN UN CLUB DI HANDICAPPATI

Era un ridente mattino di Settembre, quando il giovane Marok mi shpalmò una bella mail per dirmi: "non fare il cagone, vieni a Campione".
Eh, già, il 23 settembre è previsto un supermegaconcertone a Campione e tu cosa vuoi fare, vuoi forse sottrarti ai doveri di Neofava (Bolbo, la mia tessera, cazzo!) e non offrirti di scarrozzare altre tre fave all'orgasmo psico-gastro-olfattivo di un concerto degli élii?
Giammai!
Partenza alle 16:30 da Torino dove carico il giovane Marok e l'ancor più giovane Francesco (e pensare che mezz'ora prima, con una birra in mano e con moglie e figli distribuiti per tutto il torinese al fine di essere libero per un week end all'insegna del monociglione, avevo già quasi deciso di fare pacco ...), diretti alla volta di Campione con sosta al casello di Carisio per raccattare il Favone Pelatone da Biella, che ha simpaticamente cominciato a gufare fin dal principio, raccontandoci delle cose divertentissime sulla sua scorsa settimana, ma tipo che.... (le hai mostrato il popparuolo? - no, ma ho buone possibilità).
Dopo alcune ore di racconti raccapriccianti sulle sfighe più astrofisiche, scopriamo che, nonostante il giro in culo ai lupi che abbiamo provato a fare per aggirare la frontiera svizzera (su quattro handicappati uno è militare e un altro è minorenne con carta di identità non valida per l'espatrio), Campione non può essere raggiunta via terra senza passare dalla Svizzera.
Bella scoperta, impara la geografia, ignorante!
Vabbè, chemminghia, in un modo o nell'altro arriviamo a Campione pensando di trovarla tappezzata di manifesi dei Nostri, o quantomeno di doverci fare largo tra una folla di fave e non, giunta da ogni angolo d'Italia per osannare il simpatico complessino.
Ci accoglie invece una folla di sciuri e di cummenda, rigorosamente ingiaccati e incravattati, che non fanno alcuno sforzo per nascondere il disgusto alla vista di quattro fave in divisa.
Rimarrà nella storia l'espressione (misto di sgomento, schifo e ilarità trattenuta) del personale all'ingresso del Casinò (già, perché proprio lì il concerto era previsto) nell'informarci che, ebbene si, effettivamente è previsto un intervento del gruppo in una festa privata, ma che era richiesto l'invito e...(pur non facendo esplicitamente cenno allo stato pietoso in cui eravamo vestiti, persino quattro handicappati come noi capirono il significato dei puntini di sospensione).
Persino il Cesareo, incontrato in fase di parcheggio, ci guarda imbarazzati farfugliando un "non so che si può fare", lasciandoci lì come i quattro pirla che siamo.

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Due ore e duecento vaffanculo dopo, verso le 22:00, dopo avere ripetutamente cercato (di persona e telefonicamente) un'inesistente Bolbo (ma c'è o è una leggenda?) ed avere caramente ringraziato Max Kava della dritta (però lui era andato al mare, chissà come mai?), Andrea il favone pelatone alza gli occhi al cielo e scorge una nuca familiare in una finestra del primo piano: "ma quello è Rocko!" ... si improvvisa un "vivi Rocko", molto gradito dallo stuolo di sciuri in smoking presenti, e, proprio quando stavamo perdendo ogni speranza, ecco Elio che si affaccia dalla finestra di fianco..... mi guarda, gli indico la maglia del Fave Club (come se ce ne fosse bisogno, dato che spiccavamo come una merda di cane in una sala operatoria), ed egli simpaticamente mi mima un gesto affettuoso con le falangi unite, mentre gli leggo sulle labbra un tenero "voi che cazzo ci fate qui??".
Dopodiché sparisce dietro alle tende.
E' con la gioia nel cuore che continuiamo a fare del nostro meglio per attirare lo sguardo di Faso che intravediamo dietro i tendaggi, rendendoci simpatici a tutti i presenti, quando sentiamo una voce che ci interpella allegramente: "FAVE!".
E' il mitico Comanducci, che dopo averci messo a nostro agio con un "chi cazzo vi ha detto che qui c'era un concerto", un "Kikkazzo è 'sto Max Kava" e soprattutto un "ma siete impresentabili!", ci intima di seguirli e ci spedisce all'interno di un camerino vuoto.
Gustosissima la sua gag relativa ai bisogni idraulici che già sconvolgevano il Vostro devotissimo e l'impareggiabile Favone Pelatone : "pisciate pure nel lavandino", ah, ah, ah!!! che simpatico umorista.
Abbondantemente rifocillati con una bottiglia da un quarto di litro (ma le fanno così piccole?) di minerale naturale (l'ideale se ti scappa da pisciare già da due ore ...), ci apprestiamo ad aspettare l'inizio del concertone, aggrappandoci all'esile speranza di poterci nascondere dietro il mixer quando le luci fossero state sufficientemente basse da rendere invisibili persino le nostre magliette fosforescenti.
Sporgo la testa fuori dal camerino, ritirandola immediatamente per sfuggire alla vista delle guardie svizzere (strano, non erano vestite come al Vaticano) ivi intente a fare niente, ma non prima di scorgere ed essere scorto da Elio, che passeggiava nel corridoio con il mago Avatesque e con Tanica il Tastiere. Vistici, si sente in dovere di venirci a trovare, così che ho l'occasione di potergli stringere la mano per la prima volta ... bé, 'fanculo, poteva anche capitarmi un'occasione migliore.
Dalle quattro parole che ci scambiamo (si è dimostrato veramente gentile e disponibile), capiamo subito che il nostro rocambolesco viaggio sarà premiato da una performance da record (cito testualmente: "suoniamo mezz'oretta, poi, prima che abbiano il tempo di realizzare che cosa abbiamo cantato, ce ne andiamo fuori dalle palle").
Effettivamente, dopo una serie infinita di premiazioni ("premia l'architetto Mangoni!!!") ai VIPs ivi stipati (dal sindaco di Campione, all'avvocato Prisco), il complessino finalmente attacca l'intro di "Born to be Abramo" e noi schizziamo dietro al mixer, laddove il giovane Marok attiva la microspia nei suoi piedi di balsa, registrando il registrabile.
Il line-up è quello degli ultimi concerti, ma il repertorio è estremamente castigato ed il pubblico reagisce talmente tiepidamente che, giunti alla fine dello spettacolo, il previsto bis con "cara ti amo" viene bellamente saltato, causa mancanza di richieste di bis da parte del calorosissimo pubblico. Facciamo appena in tempo a salutare gli elii tutti, prima di essere soppiantati dal codazzo di VIPs scarsi di entusiasmo in sala, ma vogliosi di farsi riprendere in compagnia dei Mitici.
Ci resteranno sempre nel cuore la foto scattata davanti al Casinò mentre circondiamo un perplesso Cesareo, oltre alla figlia del sindaco che non era niente male, seppur largamente minorenne.
Il commento più centrato è del solito Marok che constata come questo sia il primo (e speriamo l'ultimo) concerto di EeLST dal quale usciamo con la voce perfettamente normale.
Tra lacrime abbracci e, soprattutto, salve di vaffanculo, mi lascio alle spalle il Pelatone a Biella (non la potevano costruire più vicina a Torino?) ed il resto della comitiva alle rispettive case, riusciendo ad atterrare sul divano di casa con una sospiratissima birra in mano, giusto in tempo per gustare l'oro olimpico nel windsurf in presa diretta (ore 4:00 suppergiù).
Cosa vi devo dire, andate a cagare tutti quanti, manica di handicappati.

Iko

 

 

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IL PERCHÉ

Era un ridente sabato pomeriggio di Settembre. Ogni cosa era tranquilla, immobile, tutto taceva, mosso solo da un lieve vento autunnale che sussurrando tra le foglie liberava tenui sibili che accarezzavano una rugiada dolcemente stagnante come l'acqua del cesso piena di merda di un autogrill, quando... all'improvviso... squillò il telefono. Feci il primo errore. Risposi.
"Ciao, minchione!!! Sono il favone grassone! Guarda nel sito del nostro amico coglione, sabato c'è il concerto a Campione! Dai, non fare il cazzone, vieni a Campione!!!"

 

L'EQUIPAGGIO

Non avendo il tempo di elaborare una possibile risposta, avviai un rapido giro di consultazioni...
"Pronto Kava! Ho visto nel tuo sito che sabato c'è il concerto a Campione... vieni? Eh? Come? Vai al mare? Ma... il concerto..." <clic>
"Pronto Michele! Che fai sabato? Vieni a Campione? Eh? Come? Compie gli anni un tuo amico? Ma... il concerto..." <clic>
"Pronto Nervo! Che fai sabato? Vieni a Campione? Eh? Come? Sei appena tornato dalla Puglia? Ma... il concerto..." <clic>
Preso dalla disperazione iniziai a scrivere mail a tutti gli handicappati più handicappati che conoscevo, tra cui un certo Iko, un piciu di Rivoli che erano tre mesi che cercava di diventare fava e non c'era ancora riuscito. L'istinto mi suggeriva che era lui il nostro uomo.
E infatti arrivò pronta la risposta: "Marok! Sgherzi a parte, si parte, al grido di Cazzo, subito!". Già solo guardando le virgole non avevo più dubbi, era al nostro livello! :o)
Siccome ci mancava un quarto handicappato chiamai il buon Francesco e poté avere finalmente inizio la... MISSIONE CAMPIONE!!!!!

 

L'INIZIO DELLA FINE

Partenza alle 16:30 da Torino e tappa alle ore 17:00 al casello di Carisio, per raccattare il favone grassone di Biella. Fu un ottimo acquisto, appena salito in macchina iniziò a farci la cronaca di tutte le vicende più sfigate della sua vita, che guarda caso si concentravano tutte nell'ultima settimana, mentre Francesco contemplava il paesaggio mormorando che si prestava a molteplici forme di suicidio. Mai come allora avrei voluto sparare un pompino all'inventore dell'autoradio.
La frontiera svizzera si stava avvicinando, così come la consapevolezza che né io (militare) né Francesco (minorenne privo di documenti per l'espatrio) l'avremmo mai potuta attraversare. Iko ci disse che, tranqui, facendo tutto il giro del Lago Maggiore si arrivava tranquillamente a Campione senza uscire dall'Italia, così imboccammo fiduciosi una stradina di montagna, che dopo due ore di salite, discese, code e curve ci portò... alla frontiera Svizzera!!!
Ci avviammo verso la dogana fischiettando, i poliziotti videro le nostre magliettine gialle, pensarono che fossimo dei supereroi in missione segreta (o più probabilmente dei superhandicappati in cerca di asilo politico) e decisero di farci entrare nel loro ridente territorio, probabilmente a scopo di sperimentazione scientifica.
In ogni caso, prima che ci potessero inseguire per vivisezionarci, eravamo già arrivati nel ridente paesino di Campione. Avevamo letto che il concerto era dalle parti del Casinò, così ci avvicinammo per dare un'occhiata, ma non vedevamo nessun manifesto da nessuna parte e così, con un po' di imbarazzo per la nostra stupenda divisa favica, decidemmo di entrare un attimo dentro per chiedere informazioni.
Ci avventurammo nell'atrio fischiettando, con l'aria circospetta di un gruppo di alieni scappati dal pianeta Handicap. Ci venne incontro l'usciere che, guardandoci con aria incuriosita, ci disse che quella sera, sì, c'era in programma un certo Elio, ma era una FESTA PRIVATA, ci voleva l'invito e, soprattutto... Prima che finisse la frase schizzammo fuori a razzo con la coda in mezzo alle gambe e la scopa da un'altra parte e incontrammo... Cesareo!!! Eravamo salvi!!!
"Ciao Davide!!!"
"Ciao..."
"Come va?"
"Hmmm..."
"Non ci fanno entrare... ci puoi aiutare?"
"Uhm... eh... ragazzi... è una festa privata... non so che si può fare..."
Ed entrò nel casinò.

 

LO SCORAMENTO

Cosa potevano fare quattro fave in preda alla disperazione? Semplice: attaccarsi al telefono! Silvia non dava segni di vita, Kava dava segni di vita ma non evoluta al punto da darci una risposta, Duccio ci disse che al limite potevamo fare un salto a Roma e farci una pizza in compagnia, mentre Laura, l'ultima nostra speranza su questo pianeta, ci disse che, tranqui, aveva il numero di uno dei tecnici e avrebbe provato a chiamarlo.
Presi dalla depressione ci svaccammo su una macchina parcheggiata lì davanti e ci mettemmo a leggere le copertine dei libri che erano appoggiati sul cruscotto... prefazione by Elio e le Storie Tese... oh cazzo ma... eravamo svaccati sulla macchina di Rocco!!!
Ci voltammo verso il casinò, una finestra illuminata... ROCCO!!!!!!!
Il buon tastiere stava fissando dalla finestra la sua macchina con occhi sbarrati, finché non si affacciò anche Elio che ci squadrò ammutolito per qualche secondo e poi esclamò: "Ma voi... voi... ma che CAZZO ci fate qua???" Lo vedemmo sparire dietro le tende.
Iniziammo a ripensare alle disquisizioni di Francesco sui molteplici metodi di suicidio, quando un urlo lancinante ruppe il silenzio della notte: "FAVE!!!!!!!!!"

 

LA PENETRAZIONE

Senza capire un cazzo di niente ci fiondammo verso la fonte dell'onda sonora, che scoprimmo essere il mitico Comanducci. Ci accolse a braccia aperte urlando: "CHE SCHIFO... siete IMPRESENTABILI!!! Ma chi cazzo vi ha detto di venire qua???"
Una volta associato il nome di Max Kava a tutte le bestemmie donate all'uomo da madre natura, ci lasciò penetrare nell'edificio e ci rinchiuse in un camerino vuoto e ci disse di non uscire di lì né dare segno alcuno della nostra esistenza per nessuna ragione al mondo. E' bello sentirsi desiderati... :o)
Non appena il destino ci vide rinchiusi nel nostro dorato sepolcro, al simpatico Favone venne voglia di pisciare. "Adesso la faccio nel lavandino!" Ogni volta che diceva questa frase sentivamo dei passi che si avvicinavano alla porta. Iniziammo ad immaginare la nostra vita all'interno di una galera svizzera. Altro che Grande Fratello...
Non capivamo praticamente nulla di quanto succedeva sul palco, ma il nostro intuito ci suggeriva che il concerto non era ancora iniziato. Intanto Elio passeggiava nervosamente nel corridoio con l'aria di chi sta per diventare padre "Tranquilli ragazzi - ci diceva - Noi dobbiamo suonare mezz'ora, e in quella mezz'ora suoniamo il cazzo che ci pare, tanto prima che abbiano il tempo di realizzare che cosa abbiamo cantato siamo già scappati!"
L'idea ci divertiva, ci divertiva un po' meno il fatto di assistere al concerto rinchiusi in un camerino, ma Comanducci ci rassicurava: "Appena iniziano, che SPENGONO LE LUCI, voi vi mettete IN FONDO, DIETRO AL MIXER e NON VI FATE VEDERE DA NESSUNO!!!"
E' sempre bello sapere di essere ospiti VIP... :o)))
Dal poco che capivamo nel salone ci doveva essere una specie di premiazione, e aveva anche l'aria di andare avanti per le lunghe... tuttavia verso la mezzanotte meno un quarto... le nostre orecchie... incredibile ma vero... sentirono le prime note di... BORN TO BE ABRAMO!!!!!!!

 

IL CONCERTO!!!

Prontamente il buon Comanducci venne a trascinarci fuori dal nostro loculo, e noi potemmo correre a nasconderci dietro al mixer, dove leggiamo la scaletta:

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Il pubblico era praticamente imbalsamato, orde di squallidi stempiati cinquantenni in abito scuro con strafighe ventenni a lato dedicavano al concerto la stessa attenzione con cui una puzzola assiste ad un dibattito sulla globalizzazione.
Elio all'inizio si comportava normalmente, quasi come se sperasse di poter suscitare un minimo sussulto encefalografico in quell'immenso oceano di teste di cazzo, ma quando si era finalmente reso conto che un ineluttabile rigor mortis dominava la platea, iniziò ad immedesimarsi nella parte dell'artista incompreso e a secernere frasi del tipo: "E' tutta la mia carriera che sognavo di suonare davanti a un pubblico così... grazie!!!"
A parte gli scherzi, nonostante tutto il concerto era comunque carino, l'intro di Caro 2000 era stata eseguita in un ottimo stile jazz, il brano "LIRICA" che compariva in scaletta si rivelò essere Il signor Speziale, ovvero l'intro di Farmacista, e "T.TAYLOR" era James Taylor, ovvero The Peak of the Mountains, scenografia compresa! Non male, dunque, nonostante l'assenza completa tra il pubblico di forme di vita intelligenti.
L'ultimo brano prima del bis era La Terra dei Cachi, l'ultimo brano dopo il bis era nientemeno che... Cara ti amo! Tutti noi non vedevamo l'ora che iniziasse il bis per riempire finalmente di sane parolacce quell'orda di teste di cazzo, ma quando si riaccesero le luci ed Elio uscì fuori pronto per urlare: "Volete un bis???" sui nostri volti stupefatti di dipinse... lo stupore! Ebbene sì, non c'era più... NESSUNO!!!
E così il nostro povero cantante tornò dentro e noi lo seguimmo a razzo, incerti se ridere o piangere ma pronti per sentire le sue impressioni a caldo sul concerto. Appena avvistati ci venne incontro e nascondendo a fatica un mezzo sorriso sentenziò: "Piaciuto eh?" Sia noi che lui scoppiammo a ridere come idioti, dopodiché ci fece capire che per lui la giornata era finita e ci invitò in modo molto garbato a girare il culo e uscire, quando Andrea il favone grassone disse: "No! Non me ne vado se prima non saluto Christian Meyer!" Si avvicinò al camerino, Christian uscì fuori, gli disse "Ciao!" e tornò dentro, chiudendo la porta. La serata era terminata.
Ma noi quella sera un vero concerto degli Elii dovevamo per forza sentirlo, ormai era una questione di principio, e così infilammo nell'autoradio una vecchia cassettina del Magia e ce ne tornammo a casa, con una piccola deviazione per Biella per riaccompagnare il favone grassone, e un'altra in giro per Torino per cercare la casa di Francesco, che era troppo fatto per dirci dove abitava. Ma nonostante tutto questo pronti per ritrovarci ancora e mandarci di nuovo, sempre e comunque allegramente AFFANKULO!!!!

 

Che merda essere giovani...
Marok

 

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