CIGLIANO - Febbraio 1994
LA PRIMA VOLTA DEL GIOVANE MAROK

Marok
a cura di Marok
Il biglietto del concerto

Era un grigio pomeriggio di Febbraio ed ero beatamente incollato al computer quando un sinistro squillo frantumò il silenzio del mio torpore. "Nella vita ci vuole coraggio" pensai. E risposi.
"Marok!!! Ho una notiziona per te! Ho letto sul giornale che vicino a Vercelli c'è un concerto di un certo Elio… andiamo?"
Non mi ricordo molto dei brevi attimi trascorsi tra questa sibillina frase e la partenza verso quel paese in culo ai lupi dove si sarebbe svolto il mio battesimo dimensionale, il mio ingresso nell'iperuranio, la mia catarsi interiore, il mio bagno primordiale, il mio bidet metafisico: IL MIO PRIMO CONCERTO DI ELIO E LE STORIE TESE!!!!!!!
Ebbene sì, quattro giovani eroi, quattro avventurosi viaggiatori, quattro pirla, abbandonarono la loro città, le loro case, le loro cose e partirono intrepidi e fiduciosi, armati di uno stradale del Piemonte, una cassettina portafortuna del Magia e la consapevolezza che poche ore più tardi le proprie esistenze sarebbero cambiate. Per sempre.
Una volta raggiunto il ridente paesino vercellese, Cigliano, che minghia già il nome era tutto un programma, il nostro primo contatto con gli indigeni fu positivo, ogni volta che ci accostavamo per chiedere informazioni ci sentivamo rispondere con fare sicuro: "Siete qua per Elio eh?". Trovammo il posto con discreta facilità.
Il Due. Così si chiamava lo storico locale, meglio conosciuto come la discoteca più truzza di tutto il Piemonte. Fuori dall'ingresso uno sciame di motorini parcheggiati cercava invano di mimetizzare le sagome di alcune forme approssimative di vita che, svaccate sul marciapiede con sigarette e birre vuote in mano, fissavano inespressive il mondo circostante aspettando apatiche la propria morte cerebrale.
"Che schifo" pensai. Non avrei mai immaginato che dopo pochi anni sarei diventato uno di loro… Ma bando alle nostalgie. La fila era già lunga, così ci mettemmo in coda e ci fiondammo dentro.
La mia attenzione venne presto catturata da una maglietta nera esposta al bancone, aveva una scritta molto particolare: "Hai una voce di merda, come quella che canti, come sei…" Ritenni inutile continuare la lettura e me la cattai all'istante. Ancora oggi lo considero l'unico acquisto sensato della mia vita oltre al Manuale della Barzelletta di Vezio Melegari.
In ogni caso il locale era un vero cesso. Il pavimento era talmente unto che ci si poteva giocare a calcio saponato, mentre il palco, invece di essere in fondo alla pista, era assurdamente IN MEZZO, così non solo non si vedeva niente ma i più sfigati si sarebbero goduti il concerto di spalle. Tutttavia, dal momento che noi c'eravamo messi davanti, di tutto questo non ce ne poteva fregar di meno, l'entusiasmo era alle stelle così come la voglia di dare sfogo ai nostri peggiori istinti animali ed iniziammo ad imprecare contro qualunque entità fisica o astratta che ci venisse in mente finché, finalmente, non apparvero loro, gli ELII.
Iniziò l'orgasmo.
Erano vestiti in modo curioso, elmetto giallo e tutina rossa. Solo dopo ci avrebbero spiegato che era la tenuta degli omini Playmobil.
Senza cagarci neanche di striscio, non un saluto, non un "ciao Cigliano", non un cazzo, attaccano subito con JOHN HOLMES, travolgente, trascinante, energia indescrivibile, libidine pura. Senza alcuna pausa proseguono con OCIO OCIO e CASSONETTO, finché non staccano finalmente le mani dagli strumenti ed Elio urla: "Ciao Cigliano!!!"
E' un'ovazione, ma gli Elii per tutta risposta si girano di spalle e, rivolti a quelli che li guardavano da dietro, dicono: "E' la prima volta che abbiamo pubblico davanti e pubblico dietro. Ma questo pezzo è solo per voi! E' una canzone nuova, che non è ancora comparsa in nessun album!!!" Parte la musica ed Elio urla: "SI BASANO SUI FILM!!!"
"Basta. La canzone è finita. Vi è piaciuta?"
Il pubblico di fronte scoppia a ridere e inizia a rivolgere cenni inequivocabili a quelli dietro, che per tutta risposta partono con poco educati slogan in tutte le lingue terrestri e non, finché gli Elii, girati di nuovo dalla nostra parte, attaccano con IL VITELLO DAI PIEDI DI BALSA e, senza prendersi nemmeno un attimo di respiro, proseguono con il REPRISE e con ESSERE DONNA OGGI, che fa letteralmente esplodere la discoteca. Segue NOI SIAMO I GIOVANI in versione pre-elettorale ("Noi siamo i giovani con in blue jeans, noi siamo i giovani, e siamo sempre contro. E siam contro Berlusconi, e siamo contro tutti quanti, perché noi siamo giovani…"). Ma tutt'ad un tratto lo show si ferma.
"E' il momento dello sponsor - spiega Elio - ed è Mandingo, il segreto dei pornostar!!!". Parte il brano AÜ eseguito da Elio e Faso che si cimentano in un balletto assurdo. "Vi è piaciuto? No? Allora provateci voi!!!" dice Elio, trascinando sul palco due poveri sfigati che finiscono per sfoggiare tutto il loro handicap di fronte ad un pubblico che d'ora in poi li avrebbe respinti per sempre dalle proprie strade e dalle proprie città costringendoli a vagare nel più solitario esilio fino alla quindicesima generazione. Se mai fossero riusciti a riprodursi.
Ma è il momento di CATALOGNA, seguita da BORN TO BE ABRAMO e SUNSET BOULEVARD, tutte rigorosamente intervallate da Si basano sui film, che gli Elii in tutto il concerto eseguono più o meno una decina di volte. Finché tutto il gruppo non si ritira dietro le quinte, eccezion fatta per Faso e Christian Meyer (ai tempi Millefinestre) che si prodigano in un assolo mozzafiato.
Sarà passato un quarto d'ora abbondante quando anche gli altri riprendono in mano gli strumenti, eseguendo UOMINI COL BORSELLO, NE' CARNE NE' PESCE e NELLA VECCHIA AZIENDA AGRICOLA, al termine della quale parte una base jazz su cui Elio presenta al grande pubblico il simpatico complessino, svelando i "veri nomi" degli allegri membri della band: scopriamo così che Cesareo si chiama in realtà Dadione Luca, Rocco Tanica è Renato Tinca, Millefinestre è Christian Meter, Faso è Riki Ronconi e Feiez è Luigi Piloni. Elio fa per andarsene quando Mangoni sale sul palco e lo blocca: "Hai dimenticato qualcuno!!!" Elio, nervoso, fa finta di niente e dice: "Dimenticato qualcuno? Ma chi?" Mangoni, rivolto al pubblico, indica l'impaurito Elio urlando: "Manca LUI!!! ROBERTO MORONI!!!"
Ed ecco svelato il "vero nome" di Elio, che, preso dalla vergogna, si copre il volto e mormora: "E' arrivata come una botta… non me l'aspettavo…" mentre il pubblico tra le risate applaude e urla: "Roberto Moroni!!!".
Fu molto bello assistere all'entusiasmo di un pubblico fiero di avere finalmente scoperto l'identità segreta del proprio cantante preferito e pronto a vantarsi con tutto il mondo di questa incredibile fortuna. Ben presto, però, la commozione lasciò spazio all'allegria guidata dalle note di SERVI DELLA GLEBA, al termine della quale il grande Paolone da dietro le spalle di Faso muove le corde del prezioso strumento, mentre lo sfaticato bassista si intrattiene al telefono con la sua bella… non ci sono più i bassisti di una volta… ma le luci si spengono e nel Due risuona una voce assai familiare, che recita: "Sbiancate, figu, Oklahoma, miccette…" Il riaccendersi dei riflettori mostra un inedito Mangoni vestito con un mantellino giallo che, mimando mosse assurde, introduce la stupenda SUPERGIOVANE. La folla era ormai in delirio e aveva perso completamente la nozione del tempo e dello spazio e del dove andiamo e del quando siamo su questa terra, e al termine del pezzo nessuno si voleva arrendere all'evidenza: lo show era terminato.
Inutili i tentativi di obbligare fisicamente il complessino a cantare Alfieri, nessuno di noi aveva più la forza di urlare né di muoversi, così raccogliemmo le ultime energie rimaste e strisciammo all'aperto, mentre gli inclementi specchi del corridoio d'uscita ci schernivano crudeli martellandoci con lo spettacolo del biodegrado dei nostri corpi ormai ridotti ad uno stato di poltiglia disarticolata, umida e puzzolente.
Ma d'altronde così è la vita, l'uomo vive, chiava, va ai concerti di Elio e muore e, consapevoli di tutto ciò, ci rassegnammo a passare alla quarta fase della nostra esistenza incuranti di aver distrattamente saltato la seconda, ma sempre fiduciosi nella nostra gioventù e nelle nostre miccette sempre accese, perché noi giovani siamo simpatia più, bulgaria più, sciatalgia più, più, più!!!
 

Marok

PS: Hai la registrazione di questo concerto?
Dimmelo e ti shpalmerò di COSA vorrai DOVE vorrai!!!

 

Recensioni