Concerto di Roma del 24-6-2000

Duccio
a cura di Duccio

Tenores di Neoneli + Elio
“NeonElio”
Roma, Villa Ada – 24 giugno 2000

La prestigiosa manifestazione “Roma incontra il mondo”, dedicata interamente alla musica etnica e ospitata come sempre dal laghetto di Villa Ada, si apre nell’edizione 2000 con il concerto del quartetto vocale sardo dei Tenores di Neoneli. Tonino Cau, Peppeloisu Piras, Ivo Marras e Nicola Loi, tutti abbigliati con costumi tradizionali, accompagnati dal suonatore di launeddas Orlando Mascia, danno il via all’esibizione proponendo alcuni brani classici del “canto a tenores”. Tonino Cau, paroliere e speaker ufficiale del gruppo, introduce ogni canzone spiegando al numeroso pubblico il significato dei brani presentati, e le caratteristiche stilistiche dei vari pezzi (“A sa seria”, “A passu torrau”, “A ballu tzopu”).
C’è naturalmente molta attesa per la seconda parte del concerto, che vede l’entrata in scena di Elio, anche lui vestito con un costume tradizionale della Sardegna. Il cantante delle Storie Tese, ormai dal 1994 coinvolto nel progetto “NeonElio”, porta subito il concerto sui binari dell’ironia, dando una sua personalissima interpretazione della cultura sarda, e spiegando molto chiaramente i perché della sua passione per la bellissima isola (il cibo, prima di tutto…)
Fautore della diffusione del canto a tenores, si cimenta insieme al Coro di Neoneli nell’interpretazione di alcuni brani (“Sa torrada”, che dovrebbe voler dire “il ritorno”, per lui diventa “la torrata”). Spiega a modo suo lo svolgimento della tipica festa di Oristano chiamata “Sartiglia” (“significa “sartina”; una donna dalla corporatura minuta viene sparata in aria da un cannone e poi infilzata da mille alabarde”). Nonostante l’approccio dissacrante di Elio nei confronti della cultura sarda, Tonino Cau parla dell’attaccamento del cantante milanese alla Sardegna vera; quella Sardegna lontana dai paradisi turistici, e più vicina alle radici del popolo isolano. Elio, a scanso di equivoci, ricorda immediatamente che il suo vero amore è la pecora, uno dei piatti più gustosi che abbia potuto assaggiare da quelle parti…
Ma oltre alle battute di Elio c’è tanta musica; il difficile connubio tra musica popolare sarda e ritmi moderni riesce alla perfezione nel brano “Amazzonia” (incluso anche nel disco dei Tenores di Neoneli “Terra nostra”, prodotto da Elio e uscito nel 1996 per la “Psycho records”; la versione di “Amazzonia” presente nel cd vede Faso al basso, Christian Meyer alla batteria e Vittorio Cosma alle tastiere). C’è spazio anche per i classici degli Elio e le Storie Tese rivisitati in lingua sarda; i “tre misteri di Elio” sono “La terra dei cachi”, “Burattino senza fichi” e “Abitudinario”, e il cantante ricorda prima di ogni brano che tutta la serata è in playback (“sarei un pazzo a voler cantare in sardo”).
Prima di intonare “Barones a tirannia”, il più antico canto della tradizione sarda, Tonino Cau annuncia con orgoglio la prossima uscita di un disco che vedrà Elio, Francesco Baccini, Francesco Guccini e Ligabue intenti a interpretare il lungo brano (43 strofe) accanto ai bravissimi Tenores.
La bella esibizione si conclude con un festoso “Trallallera”, che permette ai numerosi sardi presenti di scatenarsi nelle danze popolari.
Elio presenta e ringrazia tutti i Tenores, e saluta il pubblico con un caloroso “ci vediamo a Porto Cervo!”
 

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(Elio e i Tenores - retro copertina di “Terra nostra”)

 

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