Fax “Rocco e le storie vere”

Ecco il fax con cui la Casi Umani invitava i giornalisti a partecipare alla conferenza stampa di presentazione del film “Rocco e le storie vere” (poi “Rocco e le storie tese”) in quel lontano 14 febbraio del 1997:

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Ecco il testo del fax
(poco leggibile):
NOI E L'ULTIMO DEI ROMANTICI

Non siamo nati ieri, e quando Rocco Siffredi ci ha contattato per partecipare ad alcune scene del suo ultimo film abbiamo preso le nostre brave informazioni. In un periodo in cui il sentimento sembra segnare il passo e il materialismo più greve la fa da padrone, la proposta poteva apparire ambigua. Sapevamo che i suoi lungometraggi contengono scene di nudo, e ci siamo chiesti: saranno giustificate dalla trama? Sarà nudo artistico? Ebbene la risposta è stata sì, ancor prima di cominciare a girare. Perché Rocco e la coprotagonista Rosa Caracciolo sono prima di tutto sposi, e ci rifiutiamo di credere che un'attrice che è anche moglie e madre possa scendere a compromessi col nudo non artistico. Ma noi siamo dei santommaso, e ancora una volta il dubbio ci ha sfiorati: e se quei due – ci siamo detti – provano semplice reciproco affetto, anziché amore? Come la mettiamo? Cosa possono pensare di ciò i giovani che guardano al buon cinema come ad un ricettacolo di valori positivi? E se si fanno l’idea che possa esistere sesso senza amore? Non finalizzato alla procreazione? Eh? Anche in questo caso abbiamo dovuto capitolare di fronte al disarmante candore che la dinamica coppia sfodera sia davanti alla macchina da presa che in privato: è stato facile constatare come ogni loro azione, sguardo, iniziativa prenda le mosse dal semplice dato di fatto che l’amore è sempre l’amore, e che è bello sia litigarello che no (come recita il motto della loro casa di produzione). Ci siamo spinti ancora più in là, incaricando un istituto di ricerche di scandagliare le sceneggiature delle ultime pellicole di Siffredi fino a scoprire che i termini più usati nei dialoghi – fatte salve le traduzioni per il mercato estero – sono nell’ordine: “Smack”, “Bciù”, “Picci Picci”, “Toffoletta”, “Tatone” e “Apprezzo abbastanza”. La decisione era presa. Abbiamo dovuto registrare la defezione del sassofonista Feiez, che non si sentiva pronto per una tale mole di tenerezze, e poi siamo partiti gambe in spalla. Il risultato è oggi sotto gli occhi di tutti: un film indipendente, che non ha goduto di finanziamenti miliardari (neanche sfiorato dall’articolo 28) che si propone per quello che è: uno spaccato sincero dell’Italia di oggi. Un'opera che è anzitutto intrattenimento ed esercizio di stile, affresco dolceamaro, giostra dei sentimenti, carnaio. Fortemente voluto dall’ultimo dei romantici.

 

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